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Recensione

The Warriors

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Avatar di Laboz

a cura di Laboz

Pubblicato il 11/11/2005 alle 00:00
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Il Verdetto di SpazioGames

8

Guerrieri…….giochiamo a fare la Guerra? Tin…tin…tin…E’ con questa battuta che uno dei film più cult e ben realizzato degli anni 70 comincia la sua fase finale, in poche parole è racchiusa l’essenza di una pellicola in grado di ricreare perfettamente le atmosfere che ai tempi impregnavano la società giovanile “Gang-ista” della grande mela, al secolo conosciuta come New York. Guerrieri con status di ragazzi, per lo più disadattati, che si riuniscono in bande e si sentono forti, figli di una moralità che non c’è ed alla ricerca di un’identità non semplice da trovare nei quartieri degradati di una città che di notte diventa teatro di barbare violenze ed atroci pestaggi. Guerra perché la città diventa uno scacchiere infinito di territori e zone appartenenti a bande rivali ed amiche, in cui gli spostamenti vengono calcolati in modo da attraversare zone franche e sicure, guerra perché c’è l’esigenza di allargare i propri confini ed ampliare la propria fama attraverso la conquista dei territori altrui e la denigrazione delle gangs rivali con mezzi convenzionali e non. Gioco perché il film è ricco di un’iconografia quasi caricaturale che fa da contrastare al estrema violenza, le gangs hanno dei simboli ed un abbigliamento che le identificano, infatti una della attività principali quella di fare incursione in territorio nemico e coprire le Tag (firma) altrui con la propria. L’abbigliamento diventa cosi tratto distintivo e simbolo del gioco guerrafondaio a cui le Band si sottopongono, tra tutti spiccano i baseball fuies che sono vestiti con le uniformi da baseball degli Yankees con tanto di mazze che usano per colpire i nemici. E’ in questo Background socio-culturale che prende forma l’ultima opera di Rockstar Games che ci accingiamo a “vivere”.

90 Giorni prima… Non appena il gioco comincia a girare nel tray PS2, dopo gli immancabili loghi, si viene subito accolti dalla splendida musica rigorosamente anni 70 che faceva da cornice al film, questo insieme ai menù ed al logo The Warrior fa si che si crei immediatamente un feeling molto intenso per tutti i giocatori che hanno anche visto il film. Alcuni settaggi tra cui la luminosità ed il livello di difficoltà e via… si parte… l’introduzione ci porta ad un giorno speciale, un giorno in cui tutte le bande della grande mela e dei dintorni si riuniscono in pace per un annuncio da parte di Cyrus che è il capo della principali Gang, i Riffs Di Manhattan… la colonna sonora ci scorta dalla preparazione allo spostamento delle varie bande fino all’arrivo sul luogo designato per l’evento, fianco a fianco amici e nemici di sempre sono uniti per ascoltare le parole di Cyrus, il discorso, l’ovazione, ed ad un tratto un colpo di pistola che lo ferisce a morte. Intanto novanta giorni prima…

Il gioco così come il film ci fa vivere la storia dei Warriors, banda a cui appartiene il territorio di Coney Island e che ha mire di ampliamento verso il territorio di Manhattan così da entrare nel cuore della grande mela. Si parte con il più classico dei tutorial, in virtù di nuovo aspirante membro della banda saremo chiamati ad eseguire una serie di prove di pestaggio che spaziano dall’uno contro uno alla rissa prendendo così confidenza con le varie mosse e combo che il gioco ci mette a disposizione. Ma il tutorial non finisce qui poichè le prime missioni assegnateci ci faranno prendere confidenza con la tipologia di operazione che saremo chiamati a svolgere, nei panni di Rembrant potremo scorazzare liberamente nelle vicinanze del Covo a Coney Island. E’ da qui che parte l’offerta cultural-ludica che Rockstar ci propone, ci deve entrare in testa che siamo dei disadattati e come tali abbiamo esigenze diverse dalle persone comuni, in primis ci serve denaro ed ovviamente non lo si recupera lavorando ma bensì compiendo atti malavitosi quali scippi, furti e rapine. Ogni azione richiede una certa dose di manualità la quale fa sì che il giocatore sia sempre impegnato in quelle che poi diventeranno azioni indispensabili per la sopravvivenza del gruppo, così per esempio per rubare un’autoradio si dovranno svitare delle viti tramite l’uso della levetta analogica. Ma a cosa ci serve il denaro? Due le funzioni principali, comprarci la droga che è inserita nel contesto ludico come elemento necessario a farci affrontare le risse e senza la quale non si può andare avanti e comprarci la bombolette Spray, che sono lo strumento atto alla denigrazione dell’avversario ed all’imposizione del marchio Warriors nei quartieri nemici. Una volta presa confidenza con il sistema di gioco sarà molto più chiaro come Rockstar abbia spinto molto sulla componente gruppo, infatti nelle varie fasi di gioco saremo chiamati ad agire di volta in volta nei panni dei diversi componenti della Gang ognuno con peculiarità diverse, ma il vero spirito di gruppo viene fuori durante le missioni poiché indipendentemente dal personaggio utilizzato saremo comunque responsabili dei nostri compagni nel senso che oltre ad un aiuto fisico nelle varie risse, ci potranno dare aiuto nel caso in cui venissimo ammanettati oppure ci venisse meno la dose di Droga di cui necessitiamo, in egual maniera noi dovremo fornire lo stesso servizio. In quest’ottica va considerato il fatto che le missioni vanno completate da tutto il team, quindi se uno di noi viene arrestato va necessariamente liberato altrimenti la missione non procede. Passato il tutorial si intuisce bene che la genesi del prodotto attinge a piene mani dal catalogo Rockstar ed in particolare dal Best Seller Grand Theft Auto, saremo infatti liberi di scorazzare per le varie zone della città in cerca di missioni secondarie o delle missioni principali che poi faranno dipanare la storia, in particolare sono degne di nota e di ricerca alcune Side-Quest che attraverso dei FlashBack metteranno a conoscenza il giocatore di come la Gang The Warriors si è formata. Passeremo quindi tutte le principali scene del film man a mano che procederemo con le quest principali sino ad arrivare all’epilogo finale. La cosa più interessante è che si potrà vivere tutta la storia in modalità cooperativa insieme ad un amico, ed in questo caso il coinvolgimento ed il divertimento aumentano in maniera esponenziale concedendo la possibilità di performare mosse in combinata di sicuro effetto (sui nemici). Pare ovvio in ogni caso che seppur l’offerta ludica sia variegata, il cuore pulsante del gioco è il combattimento nella sua variante rissa selvaggia… andiamo a vedere…

Botte da orbi…Menar le mani può fare veramente male e il titolo Rockstar ne è un esempio lampante, raramente in un videogioco la sensazione di fare del male fisico è stata riprodotta così bene, il rumore e le animazioni delle varie mosse eseguibili sono ineccepibili, con punte di violenza che sono chiaramente ereditate da Manhunt. Gli sviluppatori ci concedono diverse soluzioni d’attacco, dal classico pugno e calcio alle più interessanti combo che possono essere sfruttate in singolo con l’uso di mezzi impropri (bombolette, spranghe, mazze etc…) o in coppia con l’ausilio di un compagno che può anche essere “umano” nel caso in cui si stia giocando in modalità cooperativa. Le combo performabili sono tante e diverse, si va dal saltare sopra al nemico e riempirlo di pugni per poi concluderlo con un calcio in volto al fracassargli la testa contro un muro oppure accecarlo con la vernice, si può anche trattenerlo da dietro e far sì che qualcun’altro lo riempia bene. Il discorso si fa un po’ più complicato nelle risse di gruppo, non di rado capiterà di trovarsi coinvolti in pestaggi dalle dimensioni spropositate con un numero davvero consistente di nemici provenienti da tutte le direzioni, in questi casi padroneggiare bene il sistema di controllo diventa fondamentale per non cominciare a sferrare colpi senza logica, tra l’altro veramente sconsigliato poiché è possibile pestare anche i nostri compagni.A completare il quadro ci pensa anche una spruzzata di tatticismo poiché il gioco prevede la possibilità di impartire qualche comando alla Gang per eseguire azioni in combinata. Le risse si svolgono sia in ambienti esterni che interni, ed in questo senso è stato fatto un grosso lavoro al fine di rendere distruggibile e riutilizzabile lo scenario di gioco, si potrà quindi trovare in giro il materiale necessario ad infliggere dolore, spranghe, sedie ed altre amenità non mancano di certo.

La grande MelaTecnicamente siamo di fronte al tipico gioco Rockstar, le ambientazioni sono ben ricreate ma non fanno gridare al miracolo, i personaggi sono molto ben animati ed anche i volti e le fattezze dei personaggi del film sono molto ben riprodotti, rimane però una certa sensazione plasticosa. In ogni caso in questo titolo non va ricercata l’avanguardia tecnica, ma bensì l’atmosfera, ed in questo caso la direzione artistica ha svolto un lavoro splendido. La caratterizzazione della città e dei personaggi è lodevole, si respira proprio l’aria degli anni 70, anche la regia delle Cut-scene riprese dal film ed anche gli eventi in stile “Quick Time” non sfigurano al paragone con la pellicola. La colonna sonora poi è veramente da oscar, le musiche, gli effetti ed il doppiaggio contribuiscono ad aumentare il livello di coinvolgimento per un’esperienza unica.

– Atmosfera

– Risse Ben Realizzate

– Trama

– Un po’ Ripetitivo

8.0

La recensione è stata molto positiva, perché gli hai dato solo otto?

So che questa domanda potrebbe frullarvi in testa, ma il motivo è presto detto… The Warriors è un Beat ’em up a scorrimento camuffato da Action, il quid ludico è il pestaggio continuo, infarcito da buone varianti sul gameplay ed una storia affascinante. Nel complesso l’offerta ludica per il genere è sicuramente d’ottimo livello e non mancherà di divertire molte persone. Chi ha visto il film e l’ha apprezzato troverà il gioco irresistibile ed avrà una dose di coinvolgimento che probabilmente lo porterà ad innalzare il titolo allo status di Capolavoro, chi invece non conosce il film si troverà tra le mani comunque un buon titolo realizzato con cura.

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