Recensione

The Void

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a cura di FireZdragon

Il Verdetto di SpazioGames

6.5

Siete morti. La vostra anima, tuttavia, si rifiuta di lasciare completamente il mondo dei viventi e si ritrova intrappolata in una realtà parallela chiamata The Void. Qui sarete abbandonati a voi stessi e dovrete riuscire a cavarvela prendendo le forze dai pochi colori che ancora resistono in questa dimensione prima di poter finalmente tornare alla vostra vita mortale.

L’inizio della fineThe Void è un gioco atipico ed è la seconda creazione della Ice Pick Lodge, gli stessi sviluppatori che si erano prodigati in passato con Pathologic. Come accaduto con il suo predecessore anche questa volta vengono abbandonati gli schemi classici dei videogiochi creando così, per certi versi, un genere a sé stante che mischia FPS, strategici e avventure grafiche. Difficilmente catalogabile, proveremo quindi a descrivervi la nostra esperienza in modo del tutto lineare.Appena giunti in questa nuova dimensione troverete un mondo cupo, caratterizzato quasi esclusivamente da alberi morti e colline di sola roccia nera, oltre che da un numero imprecisato di costruzioni fantastiche a decoro del paesaggio. Ad accogliervi all’interno di un tronco cavo troverete la prima delle molteplici Sisters che vi vivono la quale avrà il compito di spiegarvi la situazione e guidarvi nei primi passi dell’esplorazione. Esse non sono altro che anime come voi, custodi dei giardini di coltivazione di colori.Il colore è la fonte principale di vita nel vuoto ed è necessario per compiere tutte le azioni, oltre che essere la vostra unica fonte di energia. Raro e prezioso è diviso in sette diverse tonalità, ognuna con una funzione precisa, che possono andare dallo scudo per proteggervi, al movimento. E’ necessario comunque adoperarli con attenzione però perché l’abuso dei vostri poteri vi porterà ad una fine precoce. Per raccogliere i vari tipi di colore sarete costretti a esplorare nuove zone muovendovi su di una mappa impostata come se fosse una cellula e trovare delle piantine luminose che, se raccolte, andranno ad aumentare le vostre riserve situate nel cuore dell’anima. Una volta immagazzinata la quantità necessaria per gli spostamenti potrete tornare ad uno dei giardini e rinvigorire le vostre piante in modo da prepararle per il ciclo successivo di raccolta. A questo punto però insorge il problema più grosso di The Void. Il gioco incentiva la calma e l’esplorazione accurata di tutte le zone per raccogliere tutte le risorse disponibili ma dall’altra parte vi costringe a fare tutto di fretta perché il colore accumulato con il passare del tempo svanisce ed una volta terminato, con esso finirà anche la vostra avventura. Essendo una risorsa di così alto valore, verrete cacciati da altre anime, mosse dal desiderio di procurarsi il colore che avete immagazzinato, chiamate Brothers. Esseri dalle fattezze umanoidi non si faranno nessuno scrupolo per ottenerlo e a loro si aggiungeranno anche altri predatori, quali bestie soprannaturali che vivono nel vuoto e si cibano di colore. Per difendervi dagli assalti dovrete ancora una volta attingere alle vostre riserve e trasformarle in energia per sopravvivere, lasciando all’utente la scelta, ma ricordate che le risorse non sono infinite e starà a voi riuscire a gestire quindi al meglio la coltivazione per l’accumulo di colore, le abilità offensive e quelle difensive tenendo conto che contro di voi ci sarà anche il tempo. Vi capiterà infatti a volte di morire prima di poter tornare nei giardini per raccogliere il necessario sostentamento e sentirvi alquanto frustrati per non essere arrivati in tempo.

Nel nero dipinto di neroLa grafica di The Void è completamente surrealista con tinte volutamente dark spezzate solo da qualche fievole luce che giunge dalle piante. Vi troverete quindi a vagare per luoghi che sembrano usciti da un quadro di Magritte con tronchi che nascono dal nulla e torri senza fondo ne cima. I modelli poligonali dei Brothers e delle Sisters sono benfatti così come gli alberi e le varie strutture ma lasciano a desiderare un po’ il numero di poligoni e la qualità delle texture utilizzati per gli ambienti. Le piantine per la raccolta del colore, punto cardine del gioco, soffrono soprattutto di un design poco ispirato e non all’altezza del loro ruolo. Per spostarsi nel mondo sarà necessario usare la combinazione mouse e tastiera esattamente come se foste in un FPS, mentre per l’interazione con gli oggetti e l’uso delle varie abilità dovrete premere il tasto Ctrl che vi permetterà di disegnare con il mouse dei glifi particolari; sarà assolutamente necessario stare attenti a farli con cura o parte del colore usato per crearli andrà sprecato. Esistono ventuno simboli differenti ed ognuno ha un potere specifico: si va dal glifo per farvi correre più in fretta a quelli per creare golem di pietra che vi serviranno in battaglia.L’atmosfera e la costante sensazione di non avere il controllo della situazione rendono bene l’idea del perché il gioco in lingua originale portasse il titolo di Tension. La possibilità di morire è in agguato ogni minuto che passa e lo sviluppo della trama non aiuta di certo il giocatore, tant’è che dopo diverse ore ancora tutto resta avvolto dal mistero.Il sonoro, composto da effetti blandi e pacati, contribuisce a rendere unica l’esperienza di gioco. Se da una parte gli effetti non sono niente di particolare, le musiche, che li sovrastano, sono ben riuscite e ispirate.Una nota di demerito va alle voci delle Sisters che vi guidano; benché affascinanti i primi minuti questi toni spettrali dopo qualche ora finiranno col risultare piuttosto fastidiosi, nonostante siano la vostra unica fonte di informazioni.

Non per tuttiIl fatto di essere un gioco fuori dagli schemi rende The Void un prodotto che si ama o si odia: la struttura non lineare e la curva di apprendimento lenta lo rendono adatto a chi ha la passione di lasciarsi coinvolgere completamente dal mondo virtuale in cui si è calato. Purtroppo però avere del tempo limitato per l’esplorazione e soprattutto per portarlo a termine può non piacere a chi cerca solo questo. Per i fan degli FPS i combattimenti sono radi e la gestione oculata delle risorse potrebbe spiazzare la maggior parte degli sparatori incalliti.Un pout pourrì di emozioni e generi videoludici differenti uniti sotto un solo titolo creano un’esperienza di gioco unica da assaporare con calma e da provare almeno una volta prima di poter essere giudicata.

HARDWARE

Sistema Operativo: Microsoft Windows © XPProcessore: Intel Pentium © 4 2GHz/AMD Athlon 2000+ (Dual Core raccomandato)RAM: 512 MB (1GB Raccomandato)Scheda Grafica: GeForce FX 5600 128Mb/ATI Radeon 9600 128MB (raccomandata: nVidia GeForce 7600 /ATI Radeon X800256 MB)Spazio su disco disponibile: 6GBScheda audio compatibile con DirectX 9.0c

– Atmosfera avvolgente

– Idea innovativa

– Musiche eccellenti

– Modelli poligonali dei personaggi ben fatti

– A volte frustrante

– Trama lenta

– Spiegazioni dei meccanismi di gioco sommarie

6.5

Alle strette: questa è la sensazione principale che si prova giocando a The Void, tutto va calcolato nei minimi dettagli. Abbiamo contro il tempo, il luogo in cui ci troviamo, anime malvagie e persino l’atmosfera non ci sarà di alcun aiuto. Per riuscire ad imparare tutti i meccanismi di gioco sono necessarie diverse ore e purtroppo il titolo latita di una spiegazione dettagliata su cosa fare esattamente, visto che anche i tutorial delle Sisters restano sempre sul vago. Peccato perché con un indirizzamento del giocatore più lineare e immediato il titolo sarebbe diventato fruibile da un maggior numero di persone. Così invece risulta spesso fastidioso e frustrante per la maggior parte del tempo, facendovi perdere nel cercare di capire i vari meccanismi con intanto la vostra riserva di energia che scenderà mettendovi fretta. Non un gioco per tutti insomma, dedicato a chi cerca un livello di sfida molto alto o a chi vuole sperimentare un genere del tutto nuovo.

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