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Recensione

The Legend of Zelda: Oracle of Ages

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Avatar di Fatum92

a cura di Fatum92

Pubblicato il 07/09/2013 alle 00:00
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Il Verdetto di SpazioGames

9

Dopo aver recensito The Legend of Zelda: Oracle of Seasons, è arrivato il momento di analizzare il fratello Oracle of Ages. E se i piani iniziali di Nintendo e Capcom fossero andati a buon fine, ci saremmo ritrovati non con due episodi, ma addirittura con tre. Alle origini, infatti, erano previsti tre giochi, ognuno dei quali incentrato su una specifica parte di Triforza (Coraggio, Forza e Saggezza). Esattamente come i due Oracle, i tre titoli avrebbero dovuto mantenere la medesima struttura e impostazione, completandosi a vicenda. Il progetto, però, si dimostrò troppo ambizioso: i collegamenti e i legami da gioco a gioco risultarono troppo complessi da gestire. Per di più, i tempi di sviluppo sarebbero divenuti biblici. Per questi motivi, la software house Falgship, insieme a Capcom e Nintendo, decise saggiamente di limitarsi a “soli” due giochi. E visto il risultato, non possiamo che appurare come tale scelta si sia rivelata assolutamente vincente.

Quando il tempo impazzisceAllo stesso modo di Oracle of Seasons, che vedeva le stagioni impazzire, in Oracle of Ages tale sorte spetta al tempo. Nel magico regno di Labrynna, infatti, la malvagia maga Veran si impossessa dell’oracolo delle ere, Nayru. In un’avventura molto impegnativa, Link dovrà viaggiare attraverso lo spazio temporale per rimediare alle oscure macchinazioni di questo misterioso antagonista.Come avevamo specificato nella recensione di The Legend of Zelda: Oracle of Seasons, solamente completando entrambi i titoli è possibile accedere al reale scontro conclusivo dei due lunghi viaggi, che rivela importanti retroscena sulla storia e unisce in un unico filo narrativo le due opere. Ovviamente, anche in questo caso ci troviamo dinnanzi a una versione assolutamente identica all’originale. Gameplay, grafica e trama rimangono immutati. In fondo, considerando l’alta qualità delle produzioni, particolari cambiamenti non paiono nemmeno necessari. Oggi come allora, la serie di Zelda dimostra anche attraverso riedizioni o semplici riproposizioni di vecchi capitoli, di vantare un gameplay davvero difficile da eguagliare, con un tasso di coinvolgimento, appagamento e divertimento invidiabili. Oracle of Ages è una continua scoperta, un’esperienza che incolla allo schermo di Nintendo 3DS proprio come fece a suo tempo su Game Boy Color (o Game Boy Advance). I puzzle si dimostrano inaspettatamente attuali, forse anche più del fratello Oracle of Seasons, trascinando il giocatore in dungeon eccezionali, indubbiamente tra i migliori mai apparsi in un episodio portatile. L’equilibro tra esplorazione, combattimenti ed enigmi è tuttora ammirabile.Risulta, perciò, estremamente arduo cercare imperfezioni in una struttura ludica che presenta veramente pochissime sbavature di sorta e continua ad appassionare ad alti livelli da decine di anni. A voler essere pignoli si potrebbe imputare all’avventura di essere piuttosto lineare (Oracle of Seasons non fa eccezione) e di sfruttare solo in parte l’ottimo escamotage dei viaggi temporali. Il tutto, insomma, risulta abbastanza guidato dalle “esigenze della storia”, lasciando poco margine al fruitore. Non si tratta di un difetto vero e proprio, sia chiaro, ma un’impostazione meno rigida avrebbe potuto rendere ancora più memorabile questa ennesima peripezia di Link. Ciò detto, le meccaniche legate ai viaggi nel tempo funzionano alla grande già così, apparendo sviluppate a dovere e con alcuni passaggi davvero interessanti e molto stimolanti. Non sentire il peso degli anniPoco altro vi è da dire. The Legend of Zelda: Oracle of Ages è fedele alla serie e soprattutto alla controparte “gemella”. Le somiglianze tra i titoli, infatti, sono moltissime, non solo a livello di trama, ma specialmente a livello di gameplay. Come decidere quale è migliore? Impossibile, perlomeno non da un punto di vista strettamente logico e razionale. I due Oracle sono per molti versi inseparabili e rappresentano un’unica grande avventura. A parere di chi scrive Oracle of Ages ha forse una marcia in più, se non altro perché le tematiche legate al cambiamento di ere esercitano un fascino ipnotico per il sottoscritto, ma anche grazie alla presenza di enigmi ambientali semplicemente geniali.E la durata del viaggio non delude, assestandosi sulla ventina di ore, necessarie per spolpare a dovere il gioco. Un risultato che, sommato all’altrettanto longevo Oracle of Seasons, rivela un rapporto qualità prezzo equilibrato; soprattutto considerando i costi spesso esosi dei videogiochi moderni e dalla loro misera durata. Per di più, si tratta di ore e ore di qualità, con pochissimi momenti di stanca e un ritmo ottimamente scandito e coinvolgente.

L’era del 2D Abituati all’impatto fotorealistico delle più moderne produzioni, The Legend of Zelda: Oracle of Ages, con il suo “timido” 2D appare per forza di cose datato. Il fascino degli sprite, dei pixel, dei colori, di quel sapore quasi “artigianale” tipico di molti titoli a due dimensioni, però, è rimasto ed è percepibile in ogni passo compiuto nel mondo di gioco, in ogni animazione. La cura nella creazione di un universo che appaia vivo e immersivo c’è e si vede. Poco importa che siano passati più di dieci anni dall’uscita.Stesso discorso per quel che riguarda il frangente audio, afflitto soltanto da una certa ripetitività e da un riciclo fin troppo evidente dei brani della serie.Infine, anche Oracle of Ages gode di una buona localizzazione in italiano.

– E’ Zelda

– Divertente e appassionante ancora oggi

– Ottimo level-design

– Longevo

– Abbastanza lineare

9.0

The Legend of Zelda: Oracle of Ages si dimostra un’opera imperdibile per i fan della serie e non solo. Forse ancora più del fratello Oracle of Seasons, questa avventura di Link cattura e coinvolge grazie a un ritmo sopraffino e dungeon eccezionali (forse i migliori per quanto riguarda i capitoli 2D), contornando il tutto con l’affascinante meccanica legata ai viaggi temporali. Un espediente che risulta sempre intrigante. Una certa linearità e un comparto grafico, per ovvi motivi, non al passo coi tempi, non sono elementi sufficienti a intaccare il più che ottimo lavoro svolto dagli sviluppatori. Oracle of Seasons e Oracle of Ages sono due titoli pregevoli, che nulla hanno da invidiare a episodi quali A Link To The Past. Se non gli avete ancora giocati, è arrivato il momento di farlo.

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