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Recensione

Teslapunk

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Avatar di Domenico Musicò

a cura di Domenico Musicò

Deputy Editor

Pubblicato il 18/10/2015 alle 00:00
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Il Verdetto di SpazioGames

6.5

Tra la fine degli anni ’80 e l’inizio dei ’90, difficilmente si rimaneva per più di un paio di mesi senza un nuovo sparatutto a scorrimento verticale. In quel periodo la sovrabbondanza era stata tale da aver trasformato il genere in un aggregatore di cloni che col passare del tempo ha raffreddato e infine disinnescato tutta la sua carica innovativa. Una seconda giovinezza arrivò con la novità dei cosiddetti bullet hell, che rappresentavano una variante della formula dove i movimenti millimetrici al centro di una costante cascata di proiettili erano azioni sistematiche che permettevano di rimanere in vita in situazioni apparentemente impossibili da gestire. Teslapunk è una gradevole via di mezzo, un titolo che mantiene un solido punto di contatto con le basi del genere senza mai proporre scenari simili ai più folli dei danmaku.
Mars Attacks!
La storia è un modesto contorno ai sei livelli che dovrete affrontare per arrivare alla fine: Nikola Tesla è colui che può salvare l’umanità dall’attacco dell’imperatore marziano Zangòrax, popolare dj di notte e spietato invasore di giorno. A bordo dell’astronave dovrete dunque annientare orde di nemici capaci di sviluppare un volume di fuoco davvero elevato, che soprattutto nelle fasi finali rende più complesse le manovre evasive. Considerando però che l’unico punto in cui si subiscono danni è il nucleo del velivolo, si può tranquillamente passare attraverso laser e proiettili in tutta tranquillità. È interessante a questo punto constatare come diventi ben presto fondamentale dosare e padroneggiare al meglio le due modalità di attacco, legate a doppio filo alla sensibilità di movimento. Esiste un attacco a ventaglio più debole ma adatto a far fuori rapidamente grandi quantità di piccoli avversari, e ne esiste un secondo più concentrato e potente: un devastante raggio laser unidirezionale da usare contro i boss e le navi spaziali più voluminose. Con l’attacco di base, la vostra astronave sarà agile e si sposterà in lungo e largo con buona rapidità, mentre l’uso del flusso energetico diretto vi costringerà a una lentezza di movimenti inadeguata per evadere ma perfetta per i piccoli spostamenti. Sta dunque al giocatore capire quando bisogna passare da una modalità all’altra, e va ammesso inoltre che si tratta di un’intuizione di gameplay che funziona sempre molto bene, non diventando mai complessa da gestire. Lo scopo principale, oltre a sopravvivere, è quello di ottenere il punteggio più alto usando i moltiplicatori. Vengono attivati tutte le volte che si usa l’attacco speciale esplosivo, capace di disintegrare tutti i proiettili presenti su schermo. Se ne possono usare fino a un massimo di tre, riempiendo l’apposita barra dopo aver recuperato i blocchi blu che appaiono al posto dei nemici sconfitti. L’indicatore in questione ha anche la funzione di scudo, poiché quando si viene colpiti una sola volta si rimane in vita nonostante l’energia si esaurisca quasi del tutto: è per questo che bisogna sempre trovare un equilibrio tra la foga di far punti e la necessità di avere un “salvavita” d’emergenza. 
Ziltoid the Omniscient
Per creare il mondo di Teslapunk e i nemici, gli sviluppatori hanno operato facendo un collage di foto e illustrazioni presenti in vecchi libri che parlavano dei ritrovati tecnologici appartenenti agli inizi del ventesimo secolo. Si tratta di foto raffiguranti turbine, trasformatori e mostruosi macchinari dell’epoca, che hanno trovato la loro collocazione soprattutto negli sfondi. Peccato che lo sforzo sia davvero minimo, perché sei livelli terminano davvero molto in fretta, giusto quando si comincia a prendere gusto e confidenza. Il tentativo di prolungare la durata di gioco con trentatré obiettivi da soddisfare non è oltretutto dei migliori, soprattutto perché si capisce come sia dedicato in particolar modo solo a una ristretta cerchia di giocatori. Oltre alla modalità arcade esiste la cosiddetta sopravvivenza, che ha il pregio di sbloccare gradualmente alcuni potenziamenti in grado di far migliorare i propri progressi partita dopo partita. È tuttavia davvero troppo poco per giustificare il prezzo di un titolo che era stato pensato per piattaforme mobile e che arriva solo adesso su Xbox One (e più in là su Wii U). Se avesse avuto uno sviluppo più lungimirante, capace di aprirsi con maggiore intelligenza e su più livelli, Teslapunk avrebbe avuto una valutazione diversa. Così com’è, è certamente un gioco divertente che sa come intrattenere e stimolare il giocatore fino alla fine, ma è anche un prodotto dalla vita molto breve. A dispetto di un’ottima colonna sonora, che alterna brani industrial house e altri più affini all’elettronica acida dai ritmi convulsi, va segnalata l’assenza pressoché totale di effetti sonori, che causa una sgradevole sensazione di distacco tra azione e immagini. Ciò è veramente un gran peccato, perché il modo in cui le musiche crescono d’intensità mentre accompagnano l’avanzamento, mescolandosi ai colori pulsanti ed esplosivi degli scenari, è un chiaro esempio di quanta cura sia stata riposta in quest’aspetto. Manca però l’altra metà della luna, come se ai giocatori bastasse in fondo farsi stordire dal rave fuori controllo che è lo splendido tappeto sonoro di Teslapunk.

– Divertente

– Difficoltà ben calibrata

– Ottima colonna sonora

– Eccessivamente breve

– Pochi contenuti

– Mancanza di effetti sonori

6.5

Teslapunk ha tutto sommato il merito di offrire una formula di gioco in grado di dare dipendenza, ma la durata sin troppo esigua non dà nemmeno il tempo di appassionarsi fino in fondo all’opera. I titoli di coda arrivano in poco più di un’ora e la modalità sopravvivenza, assieme agli obiettivi da soddisfare, sembrano solo un contentino per chi avrebbe voluto molti più livelli da superare e non riesce ancora a mettere da parte il gioco. Teslapunk vi sedurrà e vi abbandonerà subito, lasciandovi proprio sul più bello.

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