Recensione

Stop Stress: A Day of Fury

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a cura di Star Platinum

Il Verdetto di SpazioGames

5

Non è mai facile in ambito videoludico riuscire ad abbinare originalità ed idee sulla carta innovative a meccaniche altrettanto valide o comunque supportate da una struttura ludica appagante e ben riuscita. Il concept da cui sono partiti gli sviluppatori nel realizzare questo Stop Stress: A Day of Fury è tanto semplice quanto accattivante ed è proprio questo il pregio iniziale del gioco ma anche il suo più grande limite, come avremo modo di approfondire a breve. Tutto nasce infatti dalla semplice considerazione dello stress come vero male della società moderna e dalla necessità di eliminarlo o comunque limitarlo il più possibile, prima che i danni vadano ben oltre la normale soglia di sopportazione. Sarete abbastanza preparati ad affrontare i vostri istinti più violenti o vi lascerete travolgere dagli eventi? Scopritelo insieme a noi.

L’ultima gocciaCome descritto in precedenza, il gioco vi metterà di fronte alle insidie che spesso capita d’incontrare nell’arco di una giornata, che spesso non consentono di vivere serenamente ma finiscono con il condizionare tutta una serie di comportamenti e il più delle volte hanno origine in ambito lavorativo. Fatta questa doverosa premessa, Stop Stress: A Day Fury rappresenta idealmente tutto ciò che avreste sempre voluto fare nella realtà ma non avete mai osato realizzare, anche per rispetto degli altri, pur andando ad accumulare stress oltre il dovuto. Il gioco si presenta subito in maniera particolare, proponendo una visuale in prima persona tipica di un fps, dove sarete chiamati ad interagire con l’ambiente circostante in modo tutt’altro che pacifico. Il vostro alter ego virtuale può essere facilmente identificato come il classico impiegato che potrebbe capitarvi d’incontrare tutti i giorni in metropolitana, su un autobus o nell’auto vicino a voi ad un semaforo, tuttavia vi è una particolarità che contraddistingue il soggetto in questione, il fatto che abbia superato abbondantemente il suo limite di stress. Badate bene che ciò non avverrà a causa di chissà quali eventi esagerati, in quanto la classica goccia che fa traboccare il vaso non sarà altro che il semplice suono della sveglia mattutina, da cui scaturiranno tutta una serie di comportamenti e situazioni al limite del delirio più sfrenato. La realtà assumerà infatti ben altri connotati e così oggetti e personaggi assolutamente pacifici e a cui non avreste dato peso in condizioni mentali normali diverranno vostri acerrimi nemici e si tramuteranno in terribili minacce irreali da eliminare per la vostra sopravvivenza, attraverso dinamiche che potrebbero essere tranquillamente collocate a metà tra uno sparatutto in prima persona ed un gioco d’azione. Proprio per questi motivi, qualsiasi oggetto a vostra disposizione rappresenta una potenziale arma e potrà essere usato per compiere le azioni più impensabili. Dalle ciabatte ad oggetti da lancio di ogni tipo, da mazze da baseball a ben più mortali asce, il gioco seguirà un progressivo aumento di azione e violenza videoludica tanto esagerata quanto folle, in cui ogni item ha una funzione ben specifica e dove il livello di stress può comunque variare in qualsiasi istante a fronte di alcuni eventi imprevisti che potrebbero, anziché migliorare la situazione, farla precipitare ulteriormente.

Un finale inaspettatoIn virtù del gameplay descritto, il giocatore dovrà costantemente tener conto di un apposito indicatore che segnalerà la nostra energia vitale sotto forma di livello di stress. Più cose riuscirete a distruggere più questi si stabilizzerà su uno status normale, attraverso un rapporto inversamente proporzionale al ritmo dell’azione. Una volta presa confidenza con le dinamiche ci si accorge subito però che qualcosa non va, in quanto nemmeno il tempo d’iniziare a divertirsi (se di divertimento si può parlare) che il gioco arriva a compimento, a causa dei soli tre livelli presenti, scelta davvero insensata e che porta ad una longevità di circa quindici minuti a stage. Difficile capire i motivi che hanno portato gli sviluppatori a tale decisione, tuttavia di sicuro non si è rivelata un’idea intelligente, a fronte anche di altri problemi presenti. Nonostante non si debba fare altro che distruggere per quasi tutto il tempo, la libertà di movimento del protagonista non è totale ma subordinata alla scelta di alcune aree che di volta in volta si renderanno selezionabili, un po’ come avviene per i bivi dei più recenti rail shooter e solo allora si potrà compiere l’opera di distruzione. Tale scelta penalizza ulteriormente il gameplay ridimensionando notevolmente il divertimento nonostante un sistema di controllo che sfrutta il Wii Remote in maniera semplice ma precisa nella risposta ai comandi impartiti.Dal punto di vista tecnico il lavoro svolto è sufficiente per quanto riguarda le sessioni in game, ma appare complessivamente più che buono se lo si analizza in base allo stile grafico utilizzato, che richiama per certi versi alle tavole di un fumetto. Senza infamia e senza lode il level design così come la rappresentazione dei vari elementi a schermo.Decisamente meglio riuscito il comparto sonoro, con effetti ambientali azzeccati, brani d’accompagnamento piacevoli e un tocco di sana follia per quanto riguarda la delirante risata del personaggio principale, in perfetto stile con il suo status mentale delirante.Purtroppo tirando le somme il gioco non riesce a convincere per via delle lacune sopra citate e considerando che 800 Wii Points non sono certo pochi vi consigliamo d’investire i vostri risparmi in qualcosa di più meritevole e appagante.

– Concept originale

– Inizialmente divertente…

– Struttura poco approfondita

– …ma solo a tratti

– Longevità inconsistente

5.0

Stop Stress: A Day of Fury è un titolo sicuramente originale e che avrebbe meritato miglior sorte. L’idea di consentire al giocatore di sfogarsi virtualmente per le piccole e grandi insidie quotidiane era molto interessante ma non ha trovato il giusto supporto a livello di gameplay sia perché il divertimento si avverte solo occasionalmente, ma soprattutto per via della scarsa longevità del titolo, decisamente una delle peggiori mai riscontrate in un videogame. Se a tutto ciò aggiungete l’impossibilità di poter vivere l’azione insieme ad un secondo giocatore potrete ben capire come gli stimoli vengano presto a mancare lasciando solo la sensazione di trovarsi di fronte all’ennesima occasione sprecata nonostante un potenziale tutto sommato apprezzabile.

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