Il Verdetto di SpazioGames
La vicenda di Richard “Dick” Marcinko è sospesa a metà tra la leggenda urbana e la storia contemporanea. Dopo i successi in Vietnam e l’integrazione nei corpi speciali Red Cell il pluridecorato comandante dell’esercito statunitense è diventato autore di diversi libri, alcuni autobiografici ed altri di pura fiction, in cui ha narrato alcune delle sue imprese, suscitando spesso l’imbarazzo di colleghi e superiori per la decadente immagine dell’esercito americano dipinta dalla sua poco delicata penna. Una collaborazione con Bethesda Softworks e gli sviluppatori di Rebellion gli ha recentemente permesso di trasporre le sue imprese in un videogame che mescola prima e terza persona con il fine di proporre molta azione testosteronica ed un pizzico di stealth. Dopo averlo visionato diversi mesi fa presso un evento dedicato, ci siamo finalmente confrontati con la versione definitiva del gioco, che come previsto non ha per nulla convinto.Ma andiamo con ordine.
Bastardi ComunistiNon ce ne vogliano gli attivisti politici: Rogue Warrior è un titolo che non fa mistero della sua conformazione alla destra capitalista statunitense opposta ai comunisti della Corea del Nord, che il buon Dick non perde occasione per insultare coloritamente durante le sequenze di gioco, tramite frasette a denti stretti che fanno capolino in seguito alle uccisioni. Questo delinea per il protagonista una figura da vero dinosauro, che chiama il governo statunitense “i pezzi grossi di Washington” ed i nemici “bastardi comunisti” e l’unica legge che rispetta è naturalmente quella di Murphy. Gli eventi che danno il via alla storia sono tanto banali e telefonati quanto improbabili nello svolgimento e vi vedranno inseguire in solitaria la solita partita di missili nucleari in giro per diverse zone industriali della Corea. Il gameplay è scandito da una totale linearità: un’infinita sequela di corridoi infestati di agguerriti nemici che si riduce costantemente ad andare dal punto A al punto B, facendo a fette e brandelli qualunque ostacolo si pari nel tragitto.L’unica varietà è offerta dalla possibilità di affrontare la maggior parte delle situazioni scegliendo se tenere un profilo alto, ovvero lanciare granate, sparare a più non posso ed inveire abbondantemente contro il nemico, oppure optando per tecniche stealth, ovvero scivolare alle spalle dei malcapitati, eliminarli con la semplice pressione di un tasto e godersi le cruente finishing move con tanto di arguti “bye bye” ai cadaveri dei nemici. Questa formula poggia su un’impostazione mista che propone l’alternanza di prima e terza persona, con quest’ultima attivata nel caso ci si metta in copertura tramite l’apposito tasto. Questa meccanica, già sperimentata in altri titoli come il divertente Quantum of Solace dello scorso anno, restituisce un’esperienza di combattimento tutto sommato fluida. A non convincere è invece la riproduzione delle armi, le quali non riescono a restituire un’idea di giusto peso né tantomeno un rinculo convincente; apprezzabile è invece la varietà con cui esse si presentano al giocatore: una grandissima quantità di fucili d’assalto ed armi corte saranno rintracciabili sia presso gli armadietti sparsi nelle location, sia recuperabili dai corpi dei nemici. Con voi potrete portare solo un’arma lunga, una di supporto e diverse granate, ma le possibilità di cambiarle “in corsa” saranno frequentissime.
La mia KoreaIl design dei livelli proposto da Rogue Warrior offre una buona alternanza tra ambienti aperti e chiusi, unita ad un’apprezzabile varietà che porta il giocatore a visitare installazioni industriali, giardini innevati e persino ville vittoriane. E’ un peccato che le chance esplorative siano sempre e solo a senso unico e non ci sia alcuna possibilità di deviare dal percorso previsto dagli sviluppatori. L’utilizzo degli script è presente, ma non in maniera massiccia e per quanto alcune sequenze dimostrino del potenziale per coinvolgere, il pessimo comparto tecnico tende a rovinare qualsiasi possibilità in tal senso.L’unica idea davvero buona e talvolta ben sfruttata è quella di poter eliminare le fonti d’illuminazione degli ambienti al chiuso tramite la pistola silenziata, indossare il visore notturno sempre a disposizione di Dick, e procedere all’eliminazione stealth dei nemici.L’Intelligenza Artificiale che muove gli avversari presenta alcune routine discrete, donandogli ad esempio la capacità di portarsi fuori dal raggio d’azione delle granate non appena esse vengono lanciate, la quale si alterna a momenti di buio totale, in cui del tutto a corto d’idee i malcapitati corrono incontro al giocatore sparando alla cieca.Nonostante il comportamento scostante, i coreani sono dotati di un’ottima mira ed anche affrontando la campagna al livello intermedio dei tre disponibili occorrerà fare buon uso della copertura; l’energia vitale di Dick è infatti esigua, per quanto si presenti in forma rigenerativa uno o due colpi ben piazzati possono essere sufficienti a portare al caricamento dell’ultimo checkpoint.La campagna singolo giocatore presenta una longevità che si attesta tra le cinque e le sei ore, confermando definitivamente la scarsa attrattiva che l’offerta ludica di questo titolo è in grado di suscitare.
Comparto MultigiocatoreLe uniche due opzioni che accompagnano il multiplayer di Rogue Warrior sono Deathmatch e Team Deathmatch. Il numero di giocatori online è talmente esiguo che solo in un occasione siamo riusciti ad avviare una partita, la quale si è miseramente interrotta per disconnessione dopo qualche minuto di gioco. Inutile dire che durante la breve esperienza non abbiamo notato niente che possa alzare la valutazione del titolo.
Comparto TecnicoIl design che caratterizza le ambientazioni ed i personaggi di Rogue Warrior si basa su un realismo piuttosto scolastico e privo di personalità. Se il comparto artistico non riesce quindi a colpire, dispiace constatare come dal punto di vista tecnico il titolo presenti una collezione di bug ed imprecisioni grafiche impressionante: texture in bassa definizione, eccesso di shader, compenetrazione poligonale, pop up, assenza di vertical sync, e se questo non bastasse una fluidità compromessa da un’inspiegabile mancanza di ottimizzazione del codice, che arranca anche su macchine recenti ed a risoluzioni non esagerate. In questo mare di mediocrità è quasi una sorpresa trovare delle musiche originali di discreta fattura ed un doppiaggio in inglese non male, con Dick efficacemente interpretato da Mickey Rourke; è un peccato in tal senso che la versione italiana del gioco presenti un lavoro di voci di qualità decisamente inferiore.
– Musiche e doppiaggio (in inglese)
– Gameplay inesistente
– Design e comparto tecnico pessimi
– Umorismo di pessimo gusto
3.0
Complice uno sviluppo molto travagliato, Rogue Warrior da interessante sparatutto cooperativo in terza persona si è trasformato nel corso degli anni in un prodotto mediocre sotto ogni punto di vista. L’indubbio carisma del personaggio è del tutto sprecato, l’azione di gioco banale e per nulla appassionante, la tecnica pessima. Con la grandissima quantità di shooter di ben altra qualità oggi presenti sul mercato, non c’è davvero alcun motivo per soffermarsi su questo titolo, a meno che non siate fan sfegatati del protagonista o di “strage di comunisti” su Facebook.
Solo un prezzo budget avrebbe potuto salvare le sorti di questo progetto nato sotto una cattiva stella, ma la macchina del commercio non l’ha purtroppo permesso. Prezzato pienamente e distribuito all’alba del 2010, Rogue Warrior è semplicemente un titolo da evitare a prescindere da gusti ed opinioni personali.