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Recensione

Pro Cycling Manager 2017

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Avatar di Francesco Ursino

a cura di Francesco Ursino

Pubblicato il 11/07/2017 alle 00:00
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Il Verdetto di SpazioGames

6.5

Anno dopo anno lo studio francese Cyanide ha puntato a migliorare l’esperienza del suo progetto sportivo di punta, ovvero Pro Cycling Manager. Il rinnovamento di un prodotto del genere costituisce un processo molto complesso, perché deve bilanciare le risorse spese nella parte tecnica e simulativa, in quella puramente manageriale, nonché nel corretto comportamento della IA. L’edizione 2017 promette un’esperienza di gioco ancora più immersiva e capace di far vivere ai giocatori quello che si prova al timone di una squadra di ciclismo professionistica. Scopriamo allora insieme se il nuovo Pro Cycling Manager 2017 rappresenta uno step evolutivo di peso all’interno della serie.

Un giovane scalatore al servizio della squadraIn Pro Cycling Manager 2017 il giocatore potrà prendere il controllo di una delle numerose squadre presenti e gareggiare in oltre 200 competizioni, distribuite in più di 500 corse. Come di consueto l’offerta single player del titolo spazia tra la possibilità di giocare una tappa o una corsa singola, di lanciarsi nelle competizioni su pista, oppure di iniziare una carriera nei panni di un direttore sportivo così come di un singolo atleta grazie alla modalità Pro Cyclist, introdotta l’anno scorso. Procediamo con ordine, e parliamo proprio di questa ultima possibilità di gioco. Nella modalità Pro Cyclist quest’anno sarà ancora più importante seguire gli ordini dati dal proprio direttore sportivo e relativi al proprio ruolo in squadra. Iniziando come giovani ciclisti che devono farsi le ossa. ad esempio, molte volte ci è stato chiesto di andare in fuga per diversi chilometri, in modo da ottenere visibilità. Comportarsi correttamente durante le corse farà sì che la fiducia dei nostri compagni aumenti, regalandoci l’opportunità di poter contare anche su gregari pronti a sostenerci durante le fasi più complesse delle tappe. Allo stesso modo, eseguire gli ordini del direttore sportivo farà incrementare le nostre potenzialità e i nostri attributi. Dobbiamo dire che, dopo aver analizzato non più di qualche giorno fa Tour de France 2017 su PlayStation 4, è possibile notare come l’esperienza di gioco proposta dalla modalità Pro Cyclist sia ancora abbastanza grezza, almeno dal punto di vista del gameplay. Pilotare e controllare il proprio ciclista all’interno del gruppo è molto semplice, visto che non è necessario frenare o impostare le curve come invece nella controparte per console. Vero è però che questa modalità può regalare delle soddisfazioni, anche se per progredire il giocatore dovrà prendere parte a delle corse che non si addicono sempre alle proprie caratteristiche. Avendo creato un giovane scalatore, ad esempio, siamo stati più volte costretti a prendere parte a tappe in pianura, non sfruttando l’opzione di simulazione rapida, solo per non perdere la possibile esperienza accumulabile. In ogni caso, la modalità sembra procedere nella giusta direzione, configurandosi come una sorta di ibrido tra l’esperienza offerta su console e quella su PC.

Allenamenti sfiancantiPassiamo ora all’analisi della modalità Carriera, che da sempre rappresenta il fulcro dell’esperienza del titolo. Quest’anno l’opera degli sviluppatori sembra si sia concentrata sul rinnovamento di alcune dinamiche relative all’allenamento, alla gestione della forma e alla preparazione delle gare. Si tratta di aspetti che, peraltro, erano stati oggetto di analisi da parte di Cyanide già nella scorsa edizione, e che non sembra abbiano portato ai risultati sperati. I dubbi maggiori riguardano la pianificazione delle gare, la gestione della forma e il rapporto tra gregari, capitani e obiettivi. Per prima cosa, anche quest’anno non sarà possibile scegliere i propri capitani in maniera autonoma, visto che sarà il gioco a proporre automaticamente i ciclisti a cui potranno essere associati i vari gregari durante il corso dell’anno. Tutto ciò fa sì che il programma di allenamento di un gregario segua di norma quello del capitano, a meno di voler assegnare ulteriori obiettivi specifici anche ai comprimari; la novità è che quest’anno, non appena iniziata una carriera, si dovrà immediatamente stabilire l’intensità dell’allenamento e il suo crescendo nel corso dei mesi. Un ciclista che mira a vincere le gare della prima parte di stagione, ad esempio, inizierà i propri allenamenti con un frequenza molto alta. Al contrario, chi punta alle grandi corse a tappe di luglio e settembre si produrrà in sforzi più ragionati. A tutto ciò si unisce l’allenamento individuale, che prevede picchi di forma e di fatica a seconda dell’avvicendarsi delle gare. L’unione dei risultati dati dall’allenamento, dalla partecipazione alle gare e dalla effettuazione di eventuali stage di preparazione restituirà valori prestazionali differenti da gara a gara, per cui non è detto che Martin risulti essere il migliore a cronometro in ogni tappa e via dicendo. È tutto abbastanza complesso, e se possibile gli sviluppatori quest’anno hanno ancora complicato ancora di più la faccenda grazie all’eliminazione dell’utilissimo pianificatore delle gare, che consentiva di decidere con anticipo e in maniera semplice quali ciclisti avrebbero dovuto partecipare alle varie corse. Quest’anno, invece, per fare ciò è necessario navigare tra le schermate personali di ogni corridore, e tutto questo aumenta di molto il tempo necessario all’impresa. Insomma, dobbiamo ammettere che dopo aver provato a far combaciare i programmi dei singoli corridori, gli obiettivi degli sponsor e la necessità di disporre di atleti in forma durante tutto l’anno abbiamo sostanzialmente perso interesse, e lasciato che il gioco decidesse quello che era più giusto fare. Ovviamente non si tratta della maniera giusta di agire, ma tutto ciò è indice della complessità secondo noi esagerata che la parte manageriale del gioco ha assunto quest’anno. Per il resto, non sembra ci siano evidenti cambiamenti nelle fasi del mercato, ancora affetto da malintesi e dinamiche non del tutto realistiche, così come nella selezione degli sponsor, dello scouting dei ciclisti e degli accordi con i fornitori di materiale tecnico.

Tutti in fila ordinatamenteConstatata la ben poco piacevole complessità della parte manageriale di Pro Cycling Manager 2017 è tempo di parlare della simulazione vera e propria delle gare. In questo ambito la novità più grande è rappresentata dalla possibilità di creare treni di ciclisti in ogni momento durante le tappe. In buona sostanza, quello che gli sviluppatori hanno fatto è stato estendere la possibilità di utilizzare il comando “segui”, prima sfruttabile solo in occasione degli sprint finali e intermedi, a tutto il percorso delle gare. In questo modo, creare file ordinate di corridori della propria squadra è semplice, a tutto vantaggio dell’organizzazione e della tattica. Incuriositi, abbiamo subito preso il comando di una squadra dotata di un velocista di spessore come la Lotto Soudal, sebbene sia vero che nel ciclismo moderno non esistono più le squadre organizzate esclusivamente per la vittoria di tappe pianeggianti. In ogni caso, siamo riusciti in maniera abbastanza semplice a mettere in fila cinque, sei corridori per proporre uno sprint risultato poi vittorioso con il “Gorilla” Greipel. L’elemento di maggiore interesse dei treni, però, risulta essere la gestione delle gare in montagna, in cui in effetti si osservano dei fenomeni interessanti. Mettendo in fila i propri corridori è possibile vedere che lo sforzo aumenta in maniera considerevole rispetto alla consueta “tirata”. È pur vero però che così facendo il gruppo è stato allungato in maniera immediata, con molti corridori importanti che hanno perduto i loro gregari, rimanendo difatti soli durante le fasi più importanti delle ascese. In un certo senso è come se l’introduzione di questa dinamica, che di per sé risulta ottima e molto comoda, non sia stata compensata da un comportamento adeguato della IA, che in generale risulta essere anche un po’ troppo rinunciataria e conservativa, specie durante le tappe in altura. Più volte, sia comandando Nibali che Froome, siamo stati in grado di fare enorme selezione senza che le squadre reagissero più di tanto, anche a livelli di difficoltà elevata. È pur vero però che si tratta di una dinamica che spesso si presenta anche nelle gare reali, e in effetti sembrano essere diminuiti gli scatti telecomandati della IA. La sensazione, però, è che in generale l’intelligenza artificiale quest’anno sia tutto sommato più malleabile, forse più ragionata, ma probabilmente non ancora del tutto soddisfacente.

Ciclisti alti alti altiDal punto di vista grafico poco è cambiato rispetto alla lezione dell’anno scorso. I menu di gioco sono i medesimi, così come la grafica in-game. Dobbiamo ammettere che abbiamo potuto apprezzare una certa leggerezza del motore di gioco, a dispetto di una interfaccia grafica rinnovata, e forse un po’ troppo ingombrante in alcuni elementi. Il gioco, in ogni caso, soffre dei cronici problemi tecnici comuni anche a molte delle scorse edizioni. È ancora possibile, ad esempio, creare scalatori alti un metro e novanta e che pesano solo 50 kg nella modalità Pro Cyclist, così come sono ancora presenti episodi di blocchi abbastanza opinabili tra i ciclisti durante le gare, segno di un pathfinding non proprio perfetto. Diversi utenti, inoltre, hanno lamentato crash e bug vari, fortunatamente non presenti durante le nostre prove. Il sonoro non brilla per varietà, seppur siano presenti le telecronache in inglese incaricate di presentare i percorsi delle tappe di Giro, Tour, Vuelta e altre competizioni di primo livello. Allo stesso tempo, è anche vero che l’aggiunta di nuove linee audio, anno dopo anno, ha portato a telecronache in cui è possibile ascoltare due, tre voci differenti con con livelli di volume e intonazioni differenti, e perciò poco piacevoli.Per ultimo, qualche nota sul comparto online: l’introduzione maggiore, quest’anno, è quella dei clan, ovvero gruppi di giocatori che, una volta riuniti, potranno giocare, organizzare tornei, chiacchierare e scambiare idee.

Requisiti minimi:Sistema operativo: Windows 7/8/10 (64-bit)Processore: AMD/Intel dual-core 2.7 GHzMemoria: 4 GB di RAMScheda video: 512 MB, ATI Radeon HD 5570/NVIDIA GeForce GT 240/Intel HD 4600Rete: Connessione Internet a banda largaMemoria: 11 GB di spazio disponibile

Requisiti consigliati:Sistema operativo: Windows 7/8/10 (64-bit)Processore: AMD/Intel quad-core 3.5 GHzMemoria: 8 GB di RAMScheda video: 1 GB, AMD Radeon HD 7850/NVIDIA GeForce GTX 560Rete: Connessione Internet a banda largaMemoria: 11 GB di spazio disponibile

– L’introduzione dei treni è ben gradita e dà nuove possibilità

– La modalità Pro Cyclist, pur con limitazioni, continua a evolvere

– Una sorprendente complicazione della pianificazione di allenamenti e gestione dei ciclisti

– IA abbastanza malleabile anche ai livelli di difficoltà più elevati

– Cronici problemi tecnici e di presentazione

6.5

Pro Cycling Manager 2017 si profila come un prodotto con alcuni nuovi pregi, ma anche con difetti recenti e di lunga data. L’introduzione dei treni durante le gare appare decisamente azzeccata, facile da eseguire e interessante dal punto di vista tattico, ma questa novità non sembra essere seguita un adeguamento della IA, che anche ai livelli di difficoltà più elevati è sembrata fin troppo malleabile. Stupisce in negativo, inoltre, l’aumento di complessità della sezione manageriale relativa ai programmi di allenamento dei ciclisti e alla programmazione delle corse. La modalità Pro Cyclist sembra procedere bene nel suo percorso di evoluzione, mentre non si segnalano particolari motivi di interesse nel comparto tecnico, legato spesso a soluzioni non così soddisfacenti e già viste in passato. In conclusione, quindi, il titolo Cyanide si conferma come un prodotto sicuramente non perfetto, adatto in ogni caso agli appassionati del mondo di ciclismo che però dovrebbero avere bene in mente che i cambiamenti rispetto all’edizione passata non sono elevati.

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