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Recensione

Pokémon Picross

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Avatar di LoreSka

a cura di LoreSka

Pubblicato il 05/01/2016 alle 00:00
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Il Verdetto di SpazioGames

7

Il sodalizio tra Nintendo e il gioco del Picross – o Nonogram, se preferite – risale ai tempi dell’era 8 bit. Sebbene questo gioco in occidente non abbia mai ottenuto il successo del Sudoku, l’avvento del celebre rompicapo giapponese sulle riviste di enigmistica di mezzo mondo portò al tentativo di rilancio del Picross da parte dell’azienda di Kyoto. Così, nella seconda metà dello scorso decennio e complici le console portatili con schermo touch, vari titoli Picross si sono alternati sulle console portatili senza mai offrire nulla di realmente innovativo.
Il Picross, d’altro canto, è un gioco di logica con regole molto chiare, che difficilmente si adatta a modifiche sostanziali. Per chi non conoscesse la formula, questo è un gioco in cui, seguendo una serie di numeri indicati a margine di un tabellone, dobbiamo riempire delle caselle e lasciarne vuote delle altre. Il gioco, come il Sudoku, non richiede di fare alcun calcolo ma ci obbliga a ragionare spesso per esclusione; a differenza del rompicapo con i numeri nelle caselle, però, il Picross si conclude con la creazione di un disegno: le caselle colorate formano un’immagine – realizzata con uno stile molto vicino alla pixel art – e il giocatore completa un disegno stilizzato in bianco e nero.
Disegni pixellosi e videogiochi sembrano andare a braccetto, e non ci sorprende dunque la proliferazione di titoli dedicati al Picross. Siamo invece decisamente più sorpresi dalla formula scelta da Nintendo per il più recente gioco di questa serie, Pokemon Picross, un titolo che mescola il mondo delle creature di Game Freak con il suddetto gioco di logica, il tutto in un contesto free-to-play. Lo abbiamo provato.
Davvero free?
Non perderemo tempo a spiegarvi le regole del Picross: il gioco, attraverso un breve tutorial, vi spiega tutte le basi in maniera chiara e coincisa, e difficilmente vi troverete in difficoltà di fronte ad un gioco con regole così chiare. Semmai, la bontà di un Picross si riscontra nella sua capacità di essere risolto solo attraverso il ragionamento logico, senza bisogno di aiuti. Vi sono infatti Picross “impossibili”, in cui il giocatore deve andare a caso per riuscire ad incastrare tutte le caselle. Ecco, questi sono i puzzle che fanno arrabbiare i giocatori, e Nintendo è sempre stata molto abile nell’evitare questo genere di rompicapi che snaturano l’idea stessa di questo gioco. La formula free-to-play ci aveva fatto presagire la presenza di puzzle che necessitavano di un aiuto, magari disponibile in cambio di qualche credito acquistabile con soldi veri. Nulla di tutto questo: i puzzle di Pokemon Picross sono tutti risolvibili con il solo uso del proprio cervello, e la formula free-to-play munge il portafoglio del giocatore su aspetti contenutistici, in maniera neanche troppo invasiva.
Ad ogni puzzle viene infatti assegnato un obiettivo – ad esempio un tempo limite – che, se completato, fornisce al giocatore una gemma. Le gemme possono essere spese per sbloccare nuovi livelli, o per aumentare il valore massimo di una barra dell’energia che indica il massimo numero di caselle riempibili da un giocatore. Tale barra si ricarica con il tempo, ed obbliga il giocatore ad effettuare solo una manciata di partite al giorno al fine di non trovarsi di fronte a puzzle impossibili da completare. Già al secondo livello di energia, in ogni caso, il gioco consente di giocare tre o quattro puzzle piccoli o un paio di puzzle di medie dimensioni, garantendo almeno 30-40 minuti consecutivi di gioco. Se le vostre partite durano il tempo di un viaggio, la cosa non sarà un problema. Ai livelli più avanzati, tuttavia, la vostra energia non potrebbe bastare per completare un puzzle di dimensioni significative, obbligandovi di fatto a spendere gemme per prolungare la vostra esperienza di gioco. Fortunatamente, la barra energetica raggiunge il suo massimo nel giro di pochi upgrade, e una volta portata al livello più alto il limite di tempo scompare per sempre.
Per accumulare gemme, come detto, è necessario giocare e sbloccare gli obiettivi. I livelli, però, non forniscono altre gemme oltre a quelle ottenute sbloccando la prima volta gli obiettivi, e di conseguenza ad un certo punto del gioco ci si ritrova con un numero di gemme insufficiente per proseguire. Per questa ragione, il gioco si accompagna con sfide e allenamenti giornalieri che sbloccano altre gemme e che – teoricamente – consentono di sbloccare tutti e 300 i livelli contenuti nel gioco senza mai usare la carta di credito.
Ovviamente tale formula alla lunga diventa tediosa, e potrebbero essere necessari oltre 10 giorni di allenamento per riuscire ad ottenere il numero di gemme necessario per sbloccare una manciata di nuovi schemi. Così, alla lunga, vi troverete di fatto obbligati a tirare fuori qualche soldo. Nintendo, tuttavia, ha posto un limite ai soldi veri spendibili su questo gioco: una volta spesa una cifra paragonabile al costo di un gioco budget per 3DS, le gemme diventano gratuite, e il giocatore si troverà ad avere a che fare con un’esperienza di gioco completa. Vista la presenza di oltre 300 livelli, alcuni livelli segreti, gli allenamenti con puzzle semi-randomici e due macro-Picross da completare, crediamo che il prezzo sia onesto. Se a questo aggiungiamo che le prime 4 ore di gioco sono essenzialmente gratis, non c’è alcuna ragione per non scaricare questo titolo sulla propria console portatile.
Colorali tutti!
Ora vi chiederete: dove sono i Pokemon? Beh, come avrete intuito i disegni che si completano attraverso i puzzle di questo gioco sono tutti a tema Pokemon. Ma non è finita: ogni volta che si completa un livello, si “cattura” un Pokemon che viene aggiunto alla propria squadra. Ogni tipo di Pokemon ha a disposizione un’abilità che può essere utilizzata per agevolare il completamento di un livello (colorando, ad esempio, alcune caselle o correggendo gli errori del giocatore), in modob tale da rendere l’esperienza di gioco più agile anche su puzzle particolarmente complessi. Alcuni obiettivi, inoltre, sono legati alla presenza di un particolare Pokemon in squadra, all’uso (o al non uso) di un’abilità: chi gioca è dunque portato a cambiare costantemente la propria squadra di Pokemon e ad interagire con essa. Vi sono poi Pokemon rari o leggendari che compaiono per un breve periodo di tempo, e che portano il giocatore a sfide più complesse di quelle offerte dai livelli standard.
Non si tratta di una formula particolarmente innovativa o in grado di stravolgere l’esperienza del Picross (abbiamo trovato idee simili anche in insospettabili titoli per iOS, molto più invasivi nel chiedere soldi al giocatore ma con meccaniche del tutto analoghe a quelle di Pokemon Picross), ma la formula funziona molto bene, e ci siamo ritrovati a trascorrere diverse serate durante le vacanze di Natale di fronte a questo gioco. Nonostante le brevi sessioni imposte dalla barra dell’energia, tutto funziona molto bene e il gioco riesce a divertire.

– Buona quantità di contenuti

– Le abilità dei Pokemon aggiungono un po’ di pepe

– Limite (onesto) alle microtransazioni

– Nulla di realmente innovativo

– Qualche modalità in più sarebbe stata gradita

7.0

Sembra che Nintendo stia iniziando a percorrere la strada dei free-to-play. Un’idea che, ai fan cresciuti con le cartucce del NES, potrebbe fare rizzare i capelli. Eppure, Pokemon Picross ci dimostra come sia possibile creare un gioco gratuito di buona qualità, con idee senz’altro non originali ma in grado di svolgere egregiamente il proprio compito. L’idea di dare un limite ai soldi spendibili nel gioco attraverso una formula che consente di sbloccare l’esperienza completa dopo una spesa inferiore a quella necessaria per acquistare un normale titolo 3DS (ricordiamo che Picross DS, gioco con contenuti del tutto simili, veniva venduto a prezzo pieno) è da applaudire, e la quantità di contenuti giocabile senza mai aprire il portafoglio è più che sufficiente. Come detto, non vi è ragione per non scaricare questo gioco sulla propria console: se amate il Picross o volete scoprire questo divertente rompicapo che fa l’occhiolino alla pixel art, non indugiate.

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