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Recensione

Nostalgia

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Avatar di Gianluca Arena

a cura di Gianluca Arena

Senior Editor

Pubblicato il 24/01/2010 alle 00:00
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Il Verdetto di SpazioGames

7.2

Nomen Omen. Un gioco che si chiama Nostalgia, che in inglese ha grossomodo lo stesso significato che gli diamo noi figli di Dante Alighieri, può mai essere un connubio di innovazioni e meccaniche di gioco mai viste?Questa domanda ci ronzava per la testa da quando, qualche mese fa, Ignition Entertainment annunciò la collaborazione con gli sviluppatori di Matrix Software (quelli dietro ai due ottimi remake di Final Fantasy su Nintendo DS) per lo sviluppo di questo ennesimo JRPG per la piccola di casa Nintendo.Scopriamo insieme la risposta a questo quesito, facendo un salto nel XIX secolo con Eddie e la sua male assortita gang di avventurieri.

Avventurieri si nasceSe prendiamo un qualsiasi episodio (soprattutto il primo) della saga cinematografica dedicata a Indiana Jones, lo mescoliamo alle atmosfere e alla navigazione a bordo di un’aeronave dell’indimenticato Skies of Arcadia per Dreamcast, avremo un quadro abbastanza preciso degli eventi che ci aspettano in Nostalgia: dopo un prologo in cui un simil-Indy salva una donzella dalle grinfie di una setta di loschi individui incappucciati, dandosi alla fuga sulla sua nave, prenderemo il controllo del tipico eroe da gioco di ruolo, biondo e belloccio, che altri non è che Edward Brown, figlio del baffuto Gilbert che, dopo la missione di salvataggio cui abbiamo assistito, è misteriosamente sparito, lasciando dietro di sé solo la sua nave e una ragazza dagli strani poteri. Abbandoneremo, così, la magione di famiglia a Londra per imbarcarci in un’avventura in giro per il mondo alla ricerca di nostro padre, e, strada facendo, si uniranno a noi soggetti diversi che avranno i loro personali motivi per seguirci, a cominciare dall’irritante pistolero Pad.Ecco, adesso ci siamo tolti un dente, quello più marcio, perché il filo narrativo è decisamente il punto debole della produzione Ignition, un pout-pourri di richiami, citazioni esplicite, cliché tipici dei giochi di ruolo da almeno vent’anni a questa parte, senza un barlume di originalità e senza colpi di scena all’altezza.Di questo non poteva non soffrire la caratterizzazione dei personaggi, che infatti risultano piatti e stereotipati e danno vita a dialoghi dimenticabili, che fortunatamente non si protraggono mai troppo a lungo: da giocatori navigati (e non più giovanissimi) non potevamo che apprezzare un RPG sviluppato con un occhio di riguardo al passato e all’epoca d’oro del genere, ma questo non significa necessariamente evitare di dotare il titolo di un comparto narrativo che si possa definire tale, sballottando il giocatore qua e là per il globo terracqueo con un party di personaggi anonimi.

Quando la dipendenza non è un maleFortunatamente, però, questo dente marcio non ha pregiudicato la salute di tutta la bocca (passateci la metafora dentistica), e, se si sorvola sulle magagne già descritte, si potranno apprezzare altri aspetti del gioco, realizzati con dovizia e con l’evidente intento di rendere omaggio ad uno dei titoli migliori dell’ultimo decennio, il già menzionato Skies of Arcadia, che ha avuto la sola sfortuna di uscire originariamente su una console che, pur eccezionale sotto molti punti di vista, si rivelò un enorme fallimento commerciale, quale il Dreamcast.Qui, come lì, visiteremo un mondo sfaccettato e ampio, nel quale avremo piena libertà di movimento quasi da subito, anche se ad altitudini diverse (alle quali corrisponderà un livello di nemici gradualmente più alto) grazie alla nostra nave, qui, come lì, i combattimenti aerei ben realizzati ci costringeranno ad upgradare il nostro mezzo di trasporto con equipaggiamenti sempre migliori e a stare all’erta anche durante gli spostamenti. Sarà necessario anche usare una buona dose di strategia perché non tutte le armi di cui la nave è dotata potranno colpire, di volta in volta, tutti i nostri nemici, a seconda della loro posizione relativa rispetto al nostro mezzo.I controlli e le meccaniche di gioco a terra sono quanto di più classico visto ultimamente sulla console portatile Nintendo, con tutti i pregi e i difetti del caso: se è vero, infatti, che il genere ha fatto passi da gigante nell’ultimo lustro, va anche detto che non c’è niente che non vada in un sistema di controllo del party semplice e intuitivo, accoppiato a menù altrettanto chiari e ad un sistema di progressione delle abilità dei personaggi che strizza l’occhio a quello visto in Final Fantasy X e che lascia grande libertà di personalizzazione al giocatore.Decisamente più criticabile, invece, la scelta di mantenere i vetusti combattimenti casuali che, seppure non eccessivamente invasivi, spezzano comunque l’azione di gioco, rivelandosi più una scelta anacronistica che retrò.Il battle system non offre nulla di particolare, e, non osando, non sbaglia, rimanendo ancorato ad una turnazione pura e non in tempo reale, con un ordine di azione sempre ben visibile, che aggiunge un minimo di strategia alle battaglie random, durante le quali la scelta sarà tra l’attacco, l’abilità speciale, la difesa, l’uso di un oggetto o una poco onorevole fuga a gambe levate.In altre parole, il grado di innovazione è pari a zero, sebbene su Nintendo DS nessun gioco (a memoria) avesse offerto battaglie aeree e una rivisitazione “alternativa” di città realmente esistenti: da Londra a Città del Capo, passando dal Cairo, ovviamente stilizzate e rimpicciolite per stare senza difficoltà nella piccola cartuccia.Dove si è scelto di essere meno intransigenti, e meno fedeli al passato, è sul livello di difficoltà, mai proibitivo e che offre una curva di apprendimento sufficientemente morbida, a patto di non avventurarsi in zone inesplorate della mappa: anche le missioni secondarie, presenti in gran numero, non vi porteranno mai su sentieri nuovi, e, facendovi ripercorrere dungeon già visitati, difficilmente vi manderanno incontro alla morte.

Final Fantasy con un vestito diversoDopo Final Fantasy III e Final Fantasy IV, eccoci ad applaudire un’altra performance del motore grafico sviluppato dai ragazzi di Matrix Software e che ci auguriamo di rivedere in un futuro prossimo: il mondo poligonale di Nostalgia è colorato, particolareggiato, le textures non presentano spigolosità o imperfezioni e il frame rate non esita in nessuna situazione. Insomma, lo spettacolo per gli occhi è notevole.Paradossalmente, il monster design è migliore di quello dei personaggi principali, sfoggiando un bestiario colorato, vario e fantasioso, che renderà meno noiosi i combattimenti casuali.Poco da eccepire anche sulla colonna sonora, che pesca a piene mani dal repertorio classico dei JRPG anni ’90 e questo, nostalgie a parte, non è mai stato un male. Peccato non ci sia doppiaggio, ma d’altronde il supporto scelto da Nintendo (l’amata cartuccia) ha dei limiti di memoria che non si possono imputare agli sviluppatori.Difficile dare un voto alla longevità offerta dal titolo: l’avventura principale ha una durata standard per il genere di riferimento, ma la gilda degli Avventurieri all’interno del gioco provvederà a fornire decine di missioni, che aggiungerebbero ore di gioco, se non fossero estremamente monotone negli obiettivi e nei luoghi che vi porteranno a visitare. Sta quindi al singolo decidere quante ore investire in Nostalgia.Il nostro consiglio è di provarlo, soprattutto se siete videogiocatori non di primo pelo: per le nuove leve l’acquisto non è sconsigliato ma nemmeno indispensabile.

– Solido, chiaro, senza fronzoli

– Battaglie aeree divertenti

– Spettacolare engine grafico

– Character design anonimo

– Abuso di clichè narrativi

– Zero innovazioni

7.2

A noi Nostalgia è piaciuto, ma chi vi scrive mangia pane e giochi di ruolo da vent’anni. Facendo un passo indietro, e valutando il lavoro di Ignition con la consueta obiettività, non si possono negare delle falle, dalla trama assolutamente inconsistente al riciclo di situazioni e meccaniche di gioco che iniziano ad accusare il peso degli anni.

Se possedete un Nintendo DS, c’è una libreria di titoli che tende all’infinito soprattutto in ambito ruolistico, e ci vengono in mente almeno una decina di titoli migliori di questo. Tuttavia, a fronte di un motore grafico di ottima fattura, di combattimenti aerei ben realizzati, di un monster design che non ha nulla da invidiare ai titoli tripla A e, in generale, ad una gradevole atmosfera retro, non possiamo che consigliare Nostalgia ai nostalgici, appunto, o alle nuove generazioni che vogliano farsi un’idea di come un gioco di ruolo fosse quindici anni fa.

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