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Recensione

Medal of Honor: Rising Sun

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Avatar di Fabfab

a cura di Fabfab

Pubblicato il 23/12/2003 alle 00:00
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Il Verdetto di SpazioGames

6.8

Avete mai pensato a come sarebbe finita la Seconda Guerra Mondiale se gli Usa non fossero entrati in guerra? La maggioranza dell’opinione pubblica americana era contraria all’entrata in guerra ed è probabile che senza Pearl Harbour la storia sarebbe andata molto diversamente…Anche se nell’immaginario collettivo quello che accadde cinquant’anni fa nel Pacifico è ormai noto come un attacco vigliacco ed inaspettato da parte dei cattivoni giapponesi contro gli inermi ed ignari statunitensi, in realtà ben più di uno storico ha sollevato dubbi sul come sia stato possibile che le manovre della flotta nipponica siano passate del tutto inosservate e che le navi americane si siano fatte cogliere così impreparate: in effetti fu proprio grazie allo sdegno sollevato da questa proditoria aggressione a permettere ai politici di entrare finalmente in guerra a fianco degli Alleati. Fu davvero un caso?

Navi ed aereiSia come sia, l’attacco di Pearl Harbour è ormai entrato nella mitologia americana e la EA ha pensato bene di sfruttarne l’appeal (se mi concedete il termine) per il suo nuovo titolo di guerra, questo Medal of Honor Rising Sun.Curiosamente mentre l’ottimo predecessore poteva in qualche modo dirsi ispirato alla bella pellicola di Spielberg “Salvate il soldato Ryan”, questo nuovo capitolo esce poco dopo quel polpettone sentimental-bellico di “Pearl Harbour” e, come il film in questione, appare assai poco ispirato…Come al solito la partenza è spettacolare: nei panni del caporale Joseph Griffin vi sveglierete a bordo di una nave proprio al momento dell’attacco giapponese e verrete catapultati subito al centro dell’azione. Nella vostra fuga verso il ponte della nave che affonda dovrete trovare la strada giusta, aiutare i vostri commilitoni e spegnere incendi, quindi verrete chiamati direttamente all’azione mitragliando aerei a destra e a manca: come da tradizione, comunque, solo la prima è una missione “alternativa” ed a partire dalla seconda le cose torneranno a farsi parecchio classiche. Qualcuno di voi potrebbe obiettare che, in fondo, la stessa cosa avveniva anche in “Medal of Honor Frontline”, ma qui vi assicuro che il passaggio dalla spettacolarità e dal coinvolgimento dei primissimi minuti di gioco alla piattezza e mediocrità dei livelli successivi è fin troppo evidente.

Caricare, puntare, fuoco!La serie dei “Medal of Honor” è da sempre caratterizzata dal fatto di presentarsi come sparatutto abbastanza realistico in tema di ambientazione ed equipaggiamento, ma assolutamente arcade in quanto a giocabilità: anche in questo caso non vi verranno richiesti particolari tatticismi ed il succo del gioco si riduce a far fuori il nemico prima che questi faccia lo stesso con voi.L’impresa è resa abbastanza irritante da un sistema di controllo che definire lento ed impreciso è poco: il vostro alter-ego virtuale è lento a spostarsi, a girarsi, a ricaricare o a cambiare arma, il sistema di puntamento non appare del tutto convincente, prendere la mira può risultare piuttosto macchinoso così come colpire i nemici. Tra l’altro un non perfetto sistema di rilevamento delle collisioni fa sì che talvolta nemici perfettamente inquadrati nel mirino non vengano colpiti dalle nostre pallottole…Se temete che quanto detto comporti un aumento del livello di difficoltà con conseguente frustrazione, non preoccupatevi: al mediocre sistema di controllo fa da contraltare una pessima intelligenza artificiale che rende tutti gli avversari dei veri e propri kamikaze! I soldati giapponesi, infatti, risultano fin da subito incredibilmente stupidi, al punto da sparare da fermi e restando allo scoperto, facili vittime dei vostri colpi e di quelli dei vostri alleati: emblematica in tal senso è la seconda missione in cui voi ed i vostri compagni, comodamente riparati dietro muretti e sacchi di sabbia, assisterete sgomenti all’attacco di sparuti gruppi di soldati nipponici che corrono allo scoperto fino a pochi metri dai vostri rifugi, si inginocchiano, prendono la mira e poi finalmente sparerebbero, se non fosse che sono già stati tranquillamente falcidiati! Per non parlare, poi, del fatto che spesso l’abbattere una sentinella non determinerà alcun tipo di reazione da parte dei suoi compagni appostati nelle vicinante: insomma, un’IA così deficitaria non ce la saremmo mai aspettata dai programmatori della EA!Le missioni sono abbastanza varie – si passa dal recupero di determinati oggetti all’infiltrazione e sabotaggio – e gli scenari da visitare appaiono piuttosto vasti e realistici anche se lineari e con qualche scorcio “turistico”, ma quello che vi viene richiesto è semplicemente sparare e uccidere, con un minimo di tattica ma nulla di particolarmente approfondito: una giocabilità puramente arcade, dunque, non particolarmente approfondita ma nemmeno frenetica come sarebbe stato lecito attendersi visto che le locazioni sono in proporzione presidiate da fin troppo pochi nemici.

Fuoco e fiammeAl di là del primo, spettacolare livello, pieno di fumo nero, navi che affondano e stormi di aerei che oscurano il cielo, il comparto grafico finisce col rivelarsi piuttosto deludente con textures poco definite, un framerate soggetto a cali nelle situazioni più complesse e un’interattività con gli sfondi praticamente inesistente. I livelli sono ampi e relativamente complessi, ben caratterizzati ma comunque piuttosto lineari da percorrere; buona la resa dei vari militi giapponesi e dei nostri compagni, così come appare apprezzabile la varietà grafica dei vari modelli di armi a disposizione. Ottimo il comparto sonoro che può fregiarsi della certificazione THX e di una codifica in Dolby Surround Pro Logic II sia per la colonna sonora che per i suoni d’ambiente: peccato solo che il titolo non sia stato doppiato, obbligando così il giocatore a prestare attenzione ai sottotitoli per comprendere gli ordini che gli vengono impartiti, cosa non proprio comoda durante una furiosa sparatoria!Nonostante la scarsa IA dei nemici ed i soli 9 livelli a disposizione la longevità del titolo è allungata sia dal particolare piazzamento dei punti salvataggio lungo i livelli, sovente nascosti e difficili da rintracciare, sia spesso dal posizionamento dei nemici che impallinano l’incolpevole giocatore, sbucando dai posti più impensati e, talvolta, illogici, obbligandolo a ricominciare daccapo.Innumerevoli le modalità multiplayer a disposizione: nella Campagna a 2 giocatori potremo affrontare il gioco assieme ad un compagno tramite il classico split-screen, nel Multigiocatore fino a quattro persone potranno affrontarsi in sfide tutti contro tutti, da soli o a squadre, sempre con schermo condiviso.Come tutti i titoli EA dell’ultima generazione, anche Medal of Honor Rising Sun include, in esclusiva per PS2, la possibilità di giocare on-line contro partecipanti da tutto il mondo: le modalità disponibili rimangono comunque i soli Deathmatches, in singolo o a squadre, frenetici ma poco indicati per l’azione ragionata e quindi, alla lunga, un po’ monotoni.

– Buona atmosfera

– Inclusione del multiplayer on-line e off-line

– Sonoro immersivo

– Grafica anonima

– IA demenziale

– Nessuna novità

6.8

La EA sfrutta senza molta fantasia uno dei suoi franchise di maggior successo, ma questa volta il gioco comincia a mostrare la corda: se la prima volta l’idea dell’ambientazione anni ’40 rappresentava senz’altro una certa novità, oggi ritrovare lo stesso titolo semplicemente spostato dall’Europa al Pacifico, con tutti i difetti del predecessore ed addirittura peggiorato in alcuni aspetti non può che far storcere il naso. Medal of Honor Rising Sun non è altro che uno sparatutto tremendamente arcade con un sistema di controllo non buono, un’IA degli avversari sconfortante, un’ambientazione affascinante ma poco varia e alla lunga ripetitiva (a parte il primo, spettacolare livello, classico specchietto per le allodole): l’unico punto di forza del titolo è rappresentato dalla possibilità di giocarlo in multiplayer sia on-line che off-line. Peccato solo che la scarsa profondità del gameplay non renda l’esperienza longeva come ci si aspetterebbe…gli utenti PS2 dovranno ancora aspettare per lo sparatutto definitivo, o anche solo per un prodotto all’altezza di un Halo!

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