Recensione

Hunting Simulator

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a cura di Valentino Cinefra

Staff Writer

Nei giorni scorsi, impegnato a giocare ad Hunting Simulator, mi sono ritrovato in una discussione interessante riguardo le “simulazioni”, o in generale le esperienze videoludiche un po’ diverse dalla norma. L’idea è che un appassionato di caccia, come nel nostro caso, difficilmente possa giocare ad Hunting Simulator perché la caccia, quella vera, è fatta di scarpinate, del sentire l’odore del bosco, appostamenti e l’adrenalina data dall’uccidere la selvaggina.Il discorso può avere senso, in certe sfumature, ma significherebbe anche che i calciatori non vogliano giocare a FIFA, ad esempio, cosa che come sappiamo succede eccome. Infatti sono proprio coloro che conoscono e apprezzano la controparte reale, che vogliono rivivere gran parte di quelle esperienze anche nel mondo di videoludico. Ecco, Hunting Simulator è il perfetto esempio di questa situazione: una produzione peculiare adatta principalmente agli appassionati di questo hobby che, passando sopra ai difetti del gioco, riescono a carpirne ogni singola finezza.

Con il controller sottoventoCome il nome forse potrebbe suggerire, Hunting Simulator pubblicato da Bigben Interactive ci mette nei panni di un cacciatore (o una cacciatrice), intento a collezionare prede più o meno pregiate armato di fucile, pazienza, e un po’ di sangue freddo. In termini più pratici, Hunting Simulator offre una lunghissima campagna, con tanto di selezione del personaggio, in cui compiere delle missioni all’interno di aree molto ampie, seppur chiuse. Ci verrà assegnata una missione principale e una o più secondarie, che consistono ovviamente nell’abbattimento di animali, le quali contribuiranno tutte a creare un punteggio finale, con il quali cimentarsi nella inevitabile scalata delle leaderboard mondiali.L’esperienza è ovviamente monotona e poco eccitante per sua natura. Non vi aspettate quindi “emozionanti” sessioni di inseguimento, ma una simulazione molto meticolosa della caccia alla selvaggina. La campagna è divisa in aree ed ecosistemi vari, i quali offrono diversi tipi di animali ovviamente, ed ognuno di questi ecosistemi ha decine di missioni al suo interno. Si possono equipaggiare un paio di calibri (che premiano o penalizzano il punteggio a seconda della preda uccisa), di solito uno a lunga e uno a media-corta distanza, e altri gadget che agevolano l’esperienza. Riguardo la meticolosità, Hunting Simulator offre tutti gli strumenti utilizzati dai cacciatori nella vita reale, con tanto di urine di ogni animale da spruzzare per attirare le ignare bestie dentro il nostro mirino. Le prime sessioni di gioco, complice il non aver sbloccato ancora nulla di tutto ciò, sono quelle più difficili da digerire. Le meccaniche di base, in ogni caso, fanno il loro dovere. Per cacciare un animale bisogna seguirne le tracce, le quali daranno un’intuizione sull’area di presenza dell’animale sulla mappa, che diventerà sempre più precisa con l’aumentare delle tracce scoperte. Durante la ricerca dell’animale bisognerà fare attenzione a non essere visti ovviamente, ma anche a non produrre rumori eccessivi e non essere fiutati. Una volta che l’animale è in linea di vista, sullo schermo apparirà un indicatore che mostra i sensi della preda, divisi in olfatto, udito e vista, con un’apposita barra per ognuno di essi che indica quanto il giocatore è esposto. Una volta trovata una buona linea di tiro, colpire l’animale in punti diversi genera un punteggio altrettanto diverso, dove il cuore è il bersaglio migliore, nonché quello che farà sì che ogni animale, anche il più coriaceo, muoia sul colpo. In questo senso le missioni possono comprendere non solo l’abbattimento di un essere, ma anche un colpo preciso in una parte del corpo. L’animale va anche rivendicato dopo l’uccisione, avvicinandosi al cadavere per esaminarlo. In questo senso ho trovato fastidiosa l’assenza di qualsivoglia indicatore per la carcassa (dove il gioco non lesina negli elementi del HUD pur essendo una simulazione), e in un paio di occasioni mi è capitato di perdermi il cadavere nell’erba dopo aver sparato da molto lontano.

Selezione naturaleOvviamente sparare fa sì che non solo la nostra preda fugga, ma anche gli animali nel circondario. Hunting Simulator è, per la sua ricerca della simulazione, un titolo a fortissimo rischio frustrazione. All’esperienza punitiva (ma galvanizzante per alcuni, lo ammetto) ci si aggiunge una realizzazione tecnica che non potremmo certo definire ottimale. L’esplorazione delle zone è legnosa e poco accattivante, per via di animazioni poco curate e dei problemi evidenti di collisione e gestione delle zone impervie. Capita spesso di non poter percorrere una semplice e leggera salita per via di inspiegabili muri invisibili, con conseguente perdita di tempo nel cercare di trovare una strada alternativa, ad esempio. La mira inoltre è troppo basilare, e camminare guardando dentro l’ottica provoca una oscillazione irreale e molto fastidiosa, pure difficile da evitare considerando che, in fondo, Hunting Simulator è un gioco sulla caccia e l’occhio sul mirino ci dovrebbe stare parecchio. Gli ambienti sono ampi e non ci sono popup di vario tipo, ma il frame rate non è affatto costante (seppure non ci siano chissà quali effetti) e di tanto in tanto capita di assistere a freeze della schermata anche di un paio di secondi.Possiamo dire con tutta tranquillità che il pregio maggiore di Hunting Simulator è la mole di contenuti, con una campagna che, come accennavamo, vi porterà a intraprendere decine e decine di missioni a caccia della fauna più disparata. L’altro pregio è il realismo e la cura per la restituzione dell’esperienza più vicina possibile alla realtà. In particolare mi ha stupito molto la cura nella riproposizione dei comportamenti degli animali, con il risultato che si ha davvero l’impressione di cacciare una bestia diversa dall’altra, per via dei movimenti intrapresi, di come si nasconde nella mappa o reagisce a stimoli visivi, olfattivi e sonori.Infine, oltre alla Caccia Libera che propone l’esperienza della campagna senza limiti di tempo e obiettivi, Hunting Simulator offre una modalità multigiocatore online. Ci si può unire alla stanza di un giocatore o crearne una propria, in una modalità che è sia competitiva che cooperativa. L’obiettivo finale è comune per tutti i cacciatori e prevede l’abbattimento di un tale animale in tale quantità, ma alla fine viene proposta una classifica finale con un vincitore all’interno della squadra. Viene da sé che si tratta poco più che di un breve passatempo, perché tutti i giocatori possono rivendicare una preda uccisa da un altro, e se avete visto la memorabile scena di caccia di Il Secondo Tragico Fantozzi potrete farvi un’idea dell’euforia che ne può venire fuori, ben lontana dalla silenziosa esperienza per singolo giocatore.

– La migliore simulazione di caccia sul mercato

– Campagna lunghissima

– Cura nella riproduzione dei comportamenti degli animali

– Inevitabilmente ripetitivo

– Tecnicamente discutibile

– Per veri appassionati di caccia, e pochi altri

7.0

Hunting Simulator è una produzione modesta per un tipo di giocatore ben preciso: quello che ama la caccia. Una ripetitività di fondo e il poco mordente del gameplay, unito a problemi tecnici evidenti, rendono questo simulatore fin troppo indigesto a chiunque non abbia una sana passione per questo hobby. Se non siete il tipo di giocatore di cui sopra ci sono pochi motivi per approcciarvi a questo prodotto, ma se la caccia è la vostra passione, allora Hunting Simulator è di gran lunga la miglior simulazione del genere sulla piazza.

Voto Recensione di Hunting Simulator - Recensione


7