Recensione

F.3.A.R.

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a cura di andymonza

I ragazzi di Day1 Studios hanno già avuto a che fare con il brand F.E.A.R.: tra la fine del 2006 e l’anno successivo si sono infatti occupati di trasporre per console HD il primo capitolo firmato Monolith, conseguendo buoni risultati. Nel corso dei cinque anni che ci separano dal titolo originale la serie è riuscita a ritagliarsi una buona nicchia di fan, affezionatisi al discreto mix tra sparatutto in prima persona ed atmosfere horror, e dunque carichi di aspettative per questo terzo capitolo. Lo sviluppo da parte di Day1 ha tuttavia trasformato F.3.A.R. in un prodotto sostanzialmente differente dalle precedenti uscite: per quanto ad uno sguardo superficiale le premesse possano sembrare le medesime, il gameplay prende una strada in parte diversa, abbandonando l’elemento orrorifico e concentrandosi quasi esclusivamente sullo shooting lineare e sulla cooperativa.

Meno P.A.U.R.A. più azioneDal punto di vista narrativo, F.3.A.R. riprende le fila della trama a poca distanza dalla conclusione del secondo capitolo, proponendo questa volta ben due protagonisti, entrambi figli della spaventosa Alma. Oltre al ben noto Point Man, i giocatori avranno occasione di scendere in campo nei panni di Paxton Fettel, suo fratello di sangue tornato dalla morte in una forma ibrida, una sorta di spettro dotato di massa corporea e di eccezionali poteri psichici.Se giocate nei panni di Point Man, il taciturno ed innominato protagonista del primo episodio, le circa sei ore di gameplay offerte dalla modalità storia di F.3.A.R. non riservano grosse sorprese: torna naturalmente la possibilità di rallentare il tempo, attivando a piacere una sorta di bullet time in grado di fornire un immediato vantaggio tattico sui nemici e di alzare la spettacolarità delle fasi action. Questo è sostanzialmente l’unico dettaglio a differenziare l’offerta ludica del prodotto rispetto alla media degli shooter, naturalmente senza dimenticarsi dell’ottima intelligenza artificiale nemica – anche se va ammesso come le buone routine di accerchiamento e copertura appaiano oggi molto meno sorprendenti che in passato. Rispetto ai precedenti episodi, si fa notare come novità l’introduzione di un sistema di coperture attivo molto efficace, che permette di ripararsi dietro qualsiasi superficie disponibile e fare fuoco sporgendo la testa; nonostante la prima persona non sempre vada d’accordo con questa soluzione, il lavoro di Day1 sui controlli si rivela in questo senso molto buono, offrendo un’assoluta naturalezza nel padroneggiare la meccanica. Interessante inoltre come molte delle coperture offerte si rivelino distruttibili dal fuoco nemico, costringendo il giocatore a mantenersi sempre in movimento sul campo di battaglia.Il focus del gameplay si rivela concentrato quasi esclusivamente sui combattimenti contro i militari dell’Armacham, i quali affolleranno lo schermo dotati di armamenti differenti, offrendo sempre una sfida consona. In questo senso, F.3.A.R. abbandona volutamente lo spirito più cinematografico dei due predecessori, proponendo una campagna lineare, costellata di combattimenti frenetici e fortemente scriptata; qualche rallentamento dell’azione e momento di tensione si trova ancora, ma in dosi molto ridotte. Anche il design dei livelli non aiuta ad elevare i valori produttivi: una banale struttura a corridoi (evidenti sia che si trovi all’aperto sia indoor), ambientazioni poco originali e boss fight di rado impegnative non lasciano spazio a molte soddisfazioni qualora si giochi in solitaria, se non quelle ricavate da certe prolungate sparatorie a base di bullet time, favorite dalla buona varietà dell’arsenale. Tornano naturalmente anche le sporadiche fasi a bordo dei mech caratteristiche della serie, brevi, ma intense e divertenti.

We were brothersUna volta completato uno degli otto capitoli della trama con Point Man, sarà possibile ricominciarlo nei panni di Paxton Fettel. Per quanto la linearità potrebbe scoraggiare i giocatori a sfruttare questa possibilità, le particolari doti del tormentato fratello tornato dal mondo dei morti ne fanno un vero game changer: del tutto sprovvisto di armi, Fettel potrà afferrare i nemici ed immobilizzarli a mezz’aria tramite un legame psichico, attaccarli con raffiche d’energia nociva con la mano destra e, soprattutto, prendere possesso del corpo di qualunque nemico in un istante, anche da grande distanza. In particolare quest’ultima meccanica permette di rivoluzionare l’approccio alle molte sparatorie, passando velocemente da un corpo all’altro e sfruttando tutti gli armamenti dei militari dell’Armacham. La permanenza all’interno di un corpo è naturalmente possibile solo per un breve tempo (ed i boss ne sono immuni), che può tuttavia essere aumentato uccidendo ulteriori nemici.Nel complesso, giocare nei panni di Fettel semplifica da una parte il compito del giocatore, mettendogli a disposizione una forza d’attacco nettamente superiore ed una possibilità di spaziare senza confini sul campo di battaglia, offrendo peraltro un’esperienza inedita e divertente. In ogni caso, dove davvero i poteri del fratello riescono a brillare è durante le sessioni in cooperativa.

Legati nel sangueAmpiamente pubblicizzata sin dall’annuncio, la cooperazione a due giocatori (possibile sia online sia in locale tramite split screen) offre un’esperienza molto divertente, in grado addirittura di far dimenticare i difetti del level design e la linearità di cui sopra, al prezzo però dell’atmosfera dei due precedenti titoli, del tutto sacrificata in nome di un gameplay nettamente più arcade: se già da soli F.3.A.R. non fa affatto paura, in due si finirà per concentrarsi esclusivamente sull’intrattenimento offerto dal massacro delle truppe Armacham, ignorando del tutto il debole plot e le pochissime parentesi horror. Ciononostante, i poteri dei due fratelli si rivelano molto divertenti da sfruttare in tandem, con il giocatore ai controlli di Fettel in grado di “alzare” i nemici, offrendo al compagno Point Man un’ottima visuale per far cantare le armi da fuoco. Giocato in due, il lavoro di Day1 Studios si rivela dunque nettamente più divertente, grazie all’ottima idea di offrire due protagonisti caratterizzati da abilità profondamente differenti. Anche la schermata di fine livello, completa di punteggio attribuito in base a diversi parametri di efficienza, assume in compagnia una nuova valenza, permettendo ai due partecipanti di competere alla totalizzazione dello score migliore. Non farà la gioia dei fan dei predecessori, in quanto riveste il gameplay di una patina arcade senza dubbio in controtendenza con le atmosfere del brand, eppure divertirà coloro che sapranno approcciarla senza troppe remore. Va altresì detto che la competizione è purtroppo abbondantemente sbilanciata, con i poteri di Fettel in grado di garantirgli molte più possibilità di fare punti.

Incubi di gruppoProprio come i predecessori, F.3.A.R. porta l’azione anche online, saltando a piè pari i tradizionali deathmatch e proponendo quattro modalità ideate ad hoc, nel complesso divertenti per passare un po’ più di tempo in compagnia del titolo Day1 Studios. F**uta Corsa vede una squadra F.E.A.R. di quattro giocatori contrapporsi alle forze dell’Armacham, guidate dall’intelligenza artificiale, nel tentativo di superare un certo numero di checkpoint prima che una nebbia nociva – nota come il Muro della Morte – li inghiotta. Poche partite sono state sufficienti a configurare questa modalità come la più interessante del pacchetto, grazie alla sua capacità di rendere necessaria la cooperazione tra i giocatori per resistere agli attacchi nemici ed al contempo proseguire compatti.Ben più tradizionale invece Contrazioni, che vedrà il consueto team di quattro giocatori gettati nella mischia insieme alle mostruosità dell’Armacham in una modalità che ricorda la classica stipulazione in stile Orda o Sparatoria, con un pizzico di Nazi Zombies a condire il tutto (concretizzata dalla possibilità di riparare barricate ed acquistare armi con i punti accumulati ad ogni round). Le ambientazioni, di dimensioni limitate, si riempiono di ondate di nemici ad ogni nuova contrazione di Alma, costringendo i giocatori a cooperare attivamente per eliminarli in fretta.Re delle Anime mette i quattro giocatori in netta competizione: inizialmente nei panni di uno spirito, i contendenti hanno la possibilità di prendere il controllo di diversi personaggi controllati dall’intelligenza artificiale e massacrarsi a vicenda, raccogliendo le anime lasciate dagli altri utenti alla loro dipartita. Venire uccisi mentre si controlla un corpo significa tuttavia perdere metà della anime accumulate fino a quel momento, rendendo necessario un rapido e continuo spostamento da un corpo all’altro, peraltro incoraggiato dai diversi armamenti di cui dispongono gli NPC.Anima Sopravvissuta è simile alla precedente, ma solo un giocatore di troverà nei panni di uno spettro e dovrà tentare uccidere i restanti tre prendendo possesso dei personaggi controllati dall’intelligenza artificiale.

Comparto TecnicoConfrontato con altre produzioni recenti, F.3.A.R. non si può purtroppo definire un prodotto tecnicamente al passo con i tempi: nonostante gli aggiornamenti, il motore non riesce a garantire una mole poligonale sufficiente né per le ambientazioni né per i singoli personaggi, peraltro animati in maniera molto approssimativa. Anche la simulazione della fisica, buona nei predecessori, si rivela qui piuttosto antiquata ed attiva solo su certi elementi degli scenari. Lo stesso dicasi per l’effettistica, con un’illuminazione solo di rado utilizzata con cura ed ombre precalcolate o addirittura inesistenti. Un po’ meglio gli effetti particellari, evidenti soprattutto durante le sequenze al rallentatore. Meglio il comparto sonoro, anche se non sempre gli effetti si rivelano all’altezza. Il doppiaggio in italiano alterna buone riuscite a scambi poco convincenti, e va segnalato che alcuni flashback sono stati inspiegabilmente “dimenticati”, presentando la lingua inglese ed i sottotitoli.

– Buon comparto multigiocatore

– Cooperativa divertente

– Rigiocabilità nei panni di Fettel

– Atmosfera dei predecessori compromessa

– Eccessivamente lineare e prevedibile

– Tecnicamente sottotono

7.5

Per quanto rischi di scontentare i suoi fan più affezionati a causa dell’abbandono di alcuni capisaldi del gameplay, F.3.A.R. riesce comunque a distinguersi grazie alla bontà della cooperativa a due giocatori ed all’ulteriore divertimento offerto dalle divertenti modalità multigiocatore. Non si tratta comunque di un titolo all’avanguardia, nè in grado di offrire caratteristiche molto al di sopra della media: consideratelo se avete molto amato i predecessori – tenendo presente il parziale abbandono delle atmosfere horror – e se desiderate godervelo in compagnia di un amico, sfruttando tutte le potenzialità del duo di protagonisti. In caso contrario, potreste rimanere delusi dal plot scarno e dalla linearità e prevedibilità dell’incedere.

Voto Recensione di F.3.A.R. - Recensione


7.5