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Recensione

Bleach: The Blade Of Fate

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Avatar di Antonello Buzzi

a cura di Antonello Buzzi

Senior Staff Writer

Pubblicato il 17/03/2008 alle 00:00
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Il Verdetto di SpazioGames

8.5

A più di due anni dalla sua apparizione nella terra del Sol Levante con il nome di Bleach DS: Souten ni Kakeru Unmei ”, Bleach: The Blade of Fate è arrivato finalmente in Europa, in seguito all’acquisizione dei diritti per la trasmissione nel vecchio continente dell’anime (a parte, purtroppo, l’Italia). Della trasposizione videoludica di questo popolare manga, Sega ha affidato il compito a Treasure, software house celebre principalmente per i suoi shoot’em up, tra i quali possiamo annoverare Ikaruga. Il risultato che ci aspettavamo era quindi di un certo livello, data la fama dello sviluppatore. Sarà stato davvero così?

Un po’ di storiaPer coloro che non avessero mai sentito parlare prima d’ora di Bleach, ecco un breve riassunto delle vicende che fanno da sfondo a questo “The Blade Of Fate”. Scaturito dalla mente di Tite Kubo, Bleach racconta le avventure di Ichigo Kurosaki, un ragazzo di 15 anni che possiede una capacità particolare: riesce a vedere gli spiriti dei morti. Un giorno, quasi per caso, incontra una ragazza chiamata Kuchiki Rukia, uno Shinigami (letteralmente Dio della Morte) a caccia di spiriti malvagi conosciuti come Hollow. Attaccata da uno di questi, essa viene ferita gravemente e, per proteggere sé stessa e la famiglia del giovane, finisce per trasferire a Ichigo i suoi poteri, facendolo diventare uno Shinigami a tutti gli effetti. Il tempo passa e tra i due inizia a manifestarsi una certa affinità; un bel giorno tuttavia, degli inviati dalla Soul Society, l’equivalente del nostro paradiso, di cui Rukia fa parte, vengono per riprendersi la ragazza, rimasta troppo sul mondo terreno e accusata di aver passato le proprie capacità ad un umano, reato gravissimo nella realtà ultraterrena. Ichigo, aiutato anche dai suoi compagni di scuola Sado “Chad” Yasutora e Inohue Orihime, ma anche altri strambi personaggi, decide di andare a salvarla. Ad attenderlo, nella Soul Society, si trovano le 13 brigate di protezione, che faranno di tutto per preservare l’ordine e fermarli. Tuttavia, la situazione viene complicata da alcuni fatti che gettano nel caos la regione, opera di qualcuno che agisce nell’ombra. Non svelo altri particolari sulla trama, che vi consiglio di leggere acquistando il manga presso le apposite fumetterie o guardando l’anime sottotitolato in italiano da gruppi di appassionati dediti all’”arte” del fansub.

Un picchiaduro di alto livelloDopo aver assistito alla sigla, che riprende la terza dell’anime (Ichirin no Hama di High & Mighty Color), accediamo al menù.La modalità principale del gioco è ovviamente data dalla Storia che, inizialmente, ci mette solamente nei panni di Ichigo e ci vedrà affrontare una serie di avversari prima di giungere a salvare Rukia. Per raccontare la trama, tra uno scontro e l’altro, saranno presenti delle cutscene realizzate tramite schermate statiche. Successivamente, verranno sbloccati vari sottocapitoli (per un totale di 20) aventi come protagonisti gli altri personaggi presenti, ognuno con una specifica subquest che andrà ad arricchire il racconto complessivo.Il gameplay è abbastanza intuitivo, ma allo stesso tempo profondo. Come di consueto, la croce direzionale servirà per muovere il combattente selezionato, mentre Y, X e A saranno adibiti rispettivamente ad un attacco leggero, medio e potente. B servirà per effettuare un passo lampo, utile per spostarsi istantaneamente in un altro luogo per evitare un colpo nemico (che tuttavia consumerà un’unità del Potere Spirituale) ed infine R per mettersi in posizione di difesa. Gli stage presentano due piani di combattimento, con la possibilità di passare da uno all’altro in qualsiasi momento premendo il dorsale sinistro. Alle normali combo effettuabili concatenando colpi di diversa potenza, si aggiungono gli attacchi speciali e super attacchi, che si attivano tramite la consueta combinazione di tasti che comprende anche movimenti del D-pad, stile quarto di cerchio a cui ci ha ben abituato Street Fighter e i picchiaduro seguenti. Queste ultime consumano unità di Forza Spirituale, indicata da un’apposita barra posta sotto a quell’energia, e sono disponibili anche in modalità RF (non tutti), cioè rinforzati; in questo caso, la loro esecuzione necessiterà di un’intera batta di Forza Spirituale, ma il danno inferto sarà sicuramente maggiore.

Gli scontri verranno visualizzati sullo schermo superiore, mentre in quello inferiore saranno presenti delle carte che potranno essere attivate con un semplice tocco e influiranno sul combattimento in vari modi. Su ogni carta spirituale sono riportati una breve descrizione del potere in essa contenuto, il bersaglio (sé stesso, il nemico o tutti), il livello di potenza, compreso fra 1 e 4, e l’immagine di un personaggio, che presenta una colorazione differente in base al tipo di potere. Per i principianti, lo schermo inferiore riporterà anche gli attacchi speciali, che potranno essere attivati anche con una semplice pressione, invece della classica combo D-Pad + tasti. Per ciò che concerne il gameplay puro e semplice, i combattimenti avvengono in modo molto frenetico e divertente; le combo possono essere inanellate con semplicità, ricordando da questo punto di visto un altro capolavoro del genere, cioè la serie Guilty Gear.

Oltre alla storia, sono presenti altre svariate modalità, prima di tutto quella classica Arcade, in cui dovremo affrontare una serie di avversari di abilità crescente; Scontro, per partecipare a combattimenti fino a quattro giocatori controllati dalla CPU o da altri giocatori. In questo caso è possibile utilizzare sia una scheda in game sharing oppure più schede. Inoltre è disponibile la modalità Nintendo Wi-Fi Connection per sfidare giocatori di tutto il mondo. Oltre alle partite “amichevoli” in cui potremo definire alcune regole, sono presenti quelle classificate in cui ci verranno proposti avversari dall’abilità simile alla nostra. Davvero un peccato che il numero di giocatori massimo per partita sia stato ridotto a 2 rispetto alle controparti USA e JAP, dove si ha un massimo di 4 giocatori. Probabilmente è stata una scelta per ridurre il fenomeno del lag che affliggeva le partite con un numero elevato di partecipanti. Le nostre prove, infatti, sono risultate decisamente incoraggianti e molto giocabili, regalando match decisamente buoni sotto questo punto di vista.Completano le modalità disponibili l’immancabile “Allenamento” per affinare le nostre capacità combattive; “Sfida”, che propone una serie di prove da superare; “Creazione mazzo”, in cui possiamo personalizzare i nostri mazzi di carte Spirituali; “Emporio Urahara”, dove spendere il denaro ottenuto durante gli scontri per acquistare sfondi, voci dei personaggi, carte e molto altro ancora da visualizzare nell’apposita “Galleria”; infine abbiamo “Sfida a tempo” e “Sopravvivenza”, da sbloccare successivamente in un secondo momento.Come potete vedere, quindi, di carne al fuoco ce n’è parecchia, oltre alla modalità storia che comunque vi durerà tranquillamente sulle sei-otto ore, le altre opzioni di gioco vi terranno attaccati alla console per parecchio tempo.

Aspetto tecnicoGraficamente, Bleach: The Blade Of Fate presenta un’ottima rappresentazione dei vari personaggi dell’anime, condite da animazioni di ottimo livello. Per preservare la velocità degli scontri, si è adottata una grafica bidimensionale molto curata, che mostra il meglio di sé durante l’esecuzione dei colpi speciali per culminare con i Bankai, che per l’occasione sfoggiano delle schermate dettagliate dei personaggi. Lo zoom della visuale viene utilizzato al meglio per visualizzare l’area di gioco e, anche con quattro personaggi su schermo che se la danno di santa ragione, i rallentamenti sono quasi inesistenti, a parte qualche condizione particolare. Gli sfondi, sebbene piuttosto statici, sono in genere ben disegnati e riproducono in modo abbastanza curato gli ambienti visti nel manga/anime.Per ciò che concerne il comparto audio, purtroppo non possiamo che essere delusi dal solo doppiaggio in inglese e dall’assenza delle musiche originali tratte dall’anime (se escludiamo la sigla iniziale). Per i veri appassionati, ascoltare le voci dei propri beniamini in giapponese è tutta un’altra cosa. Tuttavia la qualità dei brani presenti è buona e inoltre le sonorità rock ben si sposano ai combattimenti frenetici di cui il titolo è infarcito.

– Aspetto audiovisivo di ottimo livello

– Ben 28 personaggio selezionabili

– Numerose modalità di gioco

– Veloce e frenetico

– Nella versione europea il massimo numero di partecipanti alle sfide online è stato ridotto a 2

– Qualche rallentamento durante le fasi più concitate dei combattimenti a quattro

– Assenza del doppiaggio originale giapponese

8.5

Tirando le somme, Bleach: The Blade Of Fate non solo si è dimostrato una degna trasposizione videoludica dell’omonimo manga (forse la migliore mai uscita), ma anche un ottimo picchiaduro in generale. Treasure ha decisamente fatto centro, proponendo su Nintendo DS un titolo di indubbio spessore, la cui longevità è assicurata dalla presenza di ben 28 personaggi e numerose modalità di gioco, a cui aggiungiamo il supporto al gioco online tramite Nintendo Wi-Fi Connection. Consigliato non solo agli appassionati del manga/anime omonimo, ma a tutti i possessori della bianca console a due schermi targata Nintendo.

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