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Pro
- Finiture e verniciatura eccellenti
- Corpo EX Metal aggiornato, con snodi in metallo
- Packaging nostalgico e curato, con blister ben organizzati
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Contro
- Bilanciamento problematico in modalità Cavaliere
- Nessun supporto incluso per la posa
- Difetto sul diadema del totem riscontrato nella copia analizzata
Il Verdetto di Cultura POP
C’è una nuova costellazione pronta a brillare nelle vetrine dei collezionisti: Bandai e Tamashii Nations riportano sotto i riflettori Pegasus Seiya (God Cloth) Myth Cloth EX, protagonista assoluto della saga Saint Seiya, nella sua forma più potente e iconica.
Chi segue la linea Myth Cloth fin dagli inizi ricorderà che la prima versione di Seiya in God Cloth risale al 2008: un’uscita storica che segnò l’immaginario dei fan, ma che oggi mostra inevitabilmente il peso del tempo. A distanza di ben sedici anni, questa nuova incarnazione in versione EX Metal raccoglie quell’eredità per rilanciarla con standard tecnici e stilistici completamente rinnovati.
Articolazioni rinforzate, parti in metallo, proporzioni riviste e dettagli di alto livello: tutto contribuisce a ricreare l’aura divina che accompagna Seiya nello scontro finale contro Hades. Non serve essere collezionisti esperti per lasciarsi affascinare da questa figure, ma chi conosce la linea Myth Cloth EX sa bene che ogni nuova uscita è anche una sfida alla versione precedente.
Siamo davvero di fronte alla rappresentazione definitiva di Seiya? In questa recensione proveremo a rispondere, mettendo da parte la nostalgia per analizzare scultura, accessori e mobilità. Perché quando si parla di Pegasus Seiya (God Cloth) Myth Cloth EX, non si parla solo di plastica e metallo... ma di mito.
Le God Cloth: l’apice del Cosmo nei Cavalieri dello Zodiaco
Per comprendere appieno il fascino di Pegasus Seiya (God Cloth) Myth Cloth EX, bisogna fare un passo indietro, fino alle origini cartacee del mito. Saint Seiya, il celebre manga di Masami Kurumada pubblicato per la prima volta nel 1986 su Weekly Shōnen Jump, racconta le imprese di cinque giovani guerrieri sacri, i Cavalieri di Atena, chiamati a proteggere la Terra dalle forze del male.
Nel corso della saga di Hades — l’ultimo grande arco narrativo del manga — i protagonisti raggiungono il massimo livello del loro potere: le loro armature, ormai distrutte dai nemici, si rigenerano in una forma superiore grazie al sangue della dea Atena e al risveglio del Settimo Senso. È così che fanno la loro comparsa le leggendarie God Cloth, armature divine forgiate dalla volontà degli dèi e alimentate dal Cosmo più puro.
Nell’anime, queste trasformazioni epiche vengono mostrate per la prima volta nella serie Saint Seiya: The Hades Chapter - Elysion, trasmessa tra il 2008 e il 2009, segnando uno dei momenti più alti e drammatici dell’intera opera. È proprio in quella fase finale che vediamo Pegasus Seiya assumere un aspetto nuovo, regale, luminoso: non più solo un Cavaliere di Bronzo, ma il simbolo della speranza dell’umanità contro l’oscurità eterna.
Ed è questa iconica rappresentazione — al tempo stesso familiare e trascendente — che Bandai ha voluto catturare nella nuova Pegasus Seiya (God Cloth) Myth Cloth EX.
Packaging e blister
A colpo d’occhio, la confezione della nuova Pegasus Seiya (God Cloth) Myth Cloth EX comunica una sensazione precisa: si torna alle origini. Dopo anni di box rettangolari sempre più imponenti — spesso accompagnati da cartoncini rigidi e inserti voluminosi — Bandai sceglie qui una forma più compatta e cubica, che richiama direttamente i primi Myth Cloth classici. Una scelta che sa di nostalgia e che strizza l’occhio ai collezionisti della prima ora.
Sul fronte domina la figura di Seiya in armatura completa, in una posa solenne, con alcune scritte — come il logo Myth Cloth EX — caratterizzate da una finitura lucida a contrasto sul fondo opaco: un dettaglio elegante che valorizza l’intero layout grafico. I lati della scatola sono funzionali e iconici: da una parte troviamo la spettacolare composizione del totem a forma di Pegaso, dall’altra una posa d’azione che anticipa la dinamicità della figure. Il retro, come da tradizione, raccoglie le foto ufficiali, le configurazioni accessorie e le espressioni alternative.
All’interno, la confezione ospita tre blister separati, disposti in verticale:
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Il primo blister contiene il corpo base del personaggio, l’intera God Cloth (eccetto le ali), già pronta per essere montata con facilità.
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Il secondo blister è dedicato alle parti che compongono lo object stand, oltre a una generosa selezione di mani intercambiabili e volti alternativi, tra cui spiccano espressioni intense e un volto con occhi chiusi, perfetto per le pose più drammatiche.
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Il terzo blister ospita la scenografica basetta da esposizione, imponente ma purtroppo non compatibile con il personaggio in modalità Cavaliere, le ali del God Cloth, e una asta trasparente pensata per sostenere al meglio il totem.
Una presentazione curata, ordinata e pensata per esaltare ogni aspetto della figure, senza eccessi ma con quel tocco di solennità che si addice a un Cavaliere nella sua forma più elevata.
Il montaggio del Totem
Una delle peculiarità più affascinanti della linea Myth Cloth EX è la possibilità di assemblare l’armatura nella sua iconica forma totemica, ispirata al segno zodiacale del Cavaliere. E anche in questo caso, la Pegasus Seiya (God Cloth) Myth Cloth EX non delude.
Il montaggio dell’object stand si è rivelato piuttosto lineare, complice una suddivisione intelligente delle parti e un’ottima leggibilità delle istruzioni (nonostante siano solo in giapponese, le immagini guidano senza troppi dubbi). Alcuni componenti dell’armatura vanno smontati in più sezioni — ad esempio i gambali, divisi in due parti in plastica e una in metallo — ma nulla che metta in difficoltà un collezionista medio.
Il risultato è visivamente spettacolare: l’armatura composta prende vita con un’impostazione armoniosa, e le ali — davvero enormi — aggiungono un senso di maestosità degno della God Cloth. Tuttavia, durante l’assemblaggio è emerso un piccolo problema: il diadema dorato sulla testa del totem tendeva a staccarsi facilmente, a causa di un incastro difettoso nella copia da noi analizzata. Un difetto non gravissimo, ma che dopo anni di esperienza con i Myth può decisamente far storcere il naso.
Per fortuna, la soluzione è stata semplice: una sottile striscia di carta tra le due giunture ha risolto il problema, migliorando la tenuta senza compromettere l’estetica. Un trucco da veterani, utile per evitare cadute improvvise durante l’esposizione. In definitiva, il totem è una gioia per gli occhi, e con un minimo di pazienza diventa uno dei punti forti di questa uscita.
Pegasus Seiya God Cloth Myth Cloth EX
Messo da parte il nervosismo per il diadema ballerino, abbiamo continuato la procedura al contrario, smontando con cura i vari pezzi del totem e recuperando il corpo di Seiya nella sua nuova versione EX Metal, aggiornata con inserti in metallo nei gomiti e nelle ginocchia. Il montaggio della God Cloth è fluido e gratificante, con incastri solidi e proporzioni che rendono giustizia al personaggio.
Le finiture sono di altissimo livello: la pittura è impeccabile, le superfici metalliche sono uniformi, con splendide sfumature che virano all’azzurro sotto la luce diretta. Un dettaglio non banale, che dona alla figure un’aura mistica e raffinata. Il distacco rispetto alla versione 2008 è evidente, e visivamente si percepisce tutta l’evoluzione della linea.
Sul fronte della posabilità, il corpo risponde bene: ampiezza di movimento, snodi rigidi al punto giusto, buona stabilità. Ma, ancora una volta, le ali della God Cloth spostano il baricentro all’indietro e compromettono il bilanciamento complessivo. Nessun supporto incluso, nessuna soluzione “nativa”: Bandai lascia al collezionista il compito di arrangiarsi, e il risultato è che senza una basetta dedicata (meglio ancora se con tappetino vellutato per distribuire il peso) il rischio di ribaltamento è concreto.
Con esperienza si risolve tutto, ma per un neofita il rischio di una posa instabile — o peggio, di una caduta — è dietro l’angolo. E così, di fronte a una figure tecnicamente posabilissima, ci si ritrova a scegliere pose più statiche, per non rischiare. Un “vorrei… ma preferisco non farlo”. Bene, ma non benissimo.