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Recensione

Batman: The Telltale Series - Ep. 1

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Avatar di Stefania Sperandio

a cura di Stefania Sperandio

Ex Editor-In-Chief

Pubblicato il 04/08/2016 alle 00:00
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Il Verdetto di SpazioGames

7.5

Riconoscibile. È questo, probabilmente, l’aggettivo che meglio si lega allo stile di Telltale Games, la software house che, con il trascorrere del tempo, sta applicando il suo modello di avventure grafiche a proprietà intellettuali sempre più importanti. Così, da Ritorno al Futuro fino a The Walking Dead, passando per Borderlands e Game of Thrones, si arriva fino a quella che è una vera e propria icona di tante generazioni: Batman. Ma cosa succede quando il Cavaliere Oscuro diventa protagonista di un’avventura grafica? Ce lo racconta Realm of Shadows, primo episodio di quello che potremmo definire Batman secondo Telltale.

Sono solo un uomo, ma sono un supereroe
Come aveva promesso in sede d’annuncio, per la sua serie dedicata a Batman, Telltale ha voluto porre l’accento sul binomio rappresentato dal supereroe e da Bruce Wayne. Non solo il possente giustiziere, quindi, ma anche l’uomo, in tutte le sue debolezze ed esitazioni. Siamo presenti quando Bruce indossa la maschera—in tutti i sensi—e siamo con lui quando deve tornare ad essere il rampollo (infelice) della sua facoltosa dinastia. Facendo da prologo alle vicende, Realm of Shadows si destreggia tra questo dualismo, lasciando a noi, mediante le opzioni di dialogo immancabili nei titoli Telltale, una difficile decisione: quanto di Batman vive effettivamente in Bruce? E quanto di Bruce è in Batman? Azione dopo azione, occasione mondana dopo occasione mondana, ci troviamo quindi coinvolti in un intreccio in cui Bruce deve convivere con la sua doppia identità e con il suo bisogno di giustizia. La scrittura risulta fortemente psicologica, la caratterizzazione del protagonista nelle sue identità è curata e credibile, anche se la parte iniziale e quella finale dell’episodio risultano nettamente superiori, nel ritmo e nell’intreccio, al blocco centrale, più lento e, almeno per il momento, quasi riempitivo—almeno fino a quando gli eventi in esso vissuti e i personaggi lì incontrati non avranno effettive ripercussioni nei capitoli successivi.
Ad una scrittura capace di coinvolgere, che fa da fiore all’occhiello a questo primo episodio (e che non ha paura di osare anche quando deve presentare personaggi già noti ai fan di Wayne), si affianca una regia ricercata e gradevole che, con un uso sapiente di scavalcamenti di campo, stacchi in asse e montaggio alternato, riesce a servirsi delle immagini per valorizzare la scrittura degli sceneggiatori di Telltale. Si può dire lo stesso del gameplay? Per ora, solo in parte.
Un supereroe ha i suoi mezzi
Saprete sicuramente, ormai, qual è la struttura delle avventure Telltale: generalmente, infatti, i giochi della compagnia si dividono tra fasi di dialogo—nelle quali è possibile scegliere tra più opzioni per interagire con l’interlocutore—fasi d’azione con abbondanti QTE e scelte vere e proprie, nelle quali dovete prendere decisioni vincolanti per il prosieguo della storia. Anche Batman non fa eccezione, anche se—in virtù dell’importante e anche ingombrante protagonista—i game designer hanno deciso di aggiungere un po’ di pepe alla formula. Da buon supereroe, infatti, il nostro Wayne mascherato dispone di tutta una serie di irrinunciabili gadget, che gli sviluppatori hanno implementato nelle nostre scorribande. Scordatevi, ovviamente, di pensare di sfoderarli a vostro piacimento: per fare un esempio, potete utilizzare il rampino solo quando il QTE lo indica, in fasi predefinite. Ci sono però gadget che consentono una maggior libertà, come ad esempio il drone-pipistrello: grazie a quest’ultimo (che si utilizza sempre in fasi specifiche e non a vostra discrezione, però), potrete vagare attorno ad un’area in cui si stanno svolgendo gli eventi, esaminandone i dettagli e le misure di sicurezza. La meccanica ci è sembrata interessante e speriamo quindi che venga riproposta e magari ulteriormente valorizzata nei prossimi episodi.
Si può dire essenzialmente lo stesso anche per un’altra meccanica, dedicata però alle indagini: Batman, infatti, può analizzare i luoghi in cui è stato commesso un crimine, facendo dei collegamenti tra i vari indizi per riuscire a risalire a quanto accaduto. Analizzando il foro di un proiettile, ad esempio, dovremo ricollegare da dove o da chi è partito il colpo, consci che potremmo anche sbagliare. La medesima meccanica viene utilizzata anche in casi in cui il nostro Uomo Pipistrello debba pianificare un assalto, facendo irruzione in un’area sorvegliata. Anche in questo caso, vi ritroverete quindi a collegare il nemico al luogo in cui volete mandarlo ad impattare, stendendo passo dopo passo la dinamica dei vostri attacchi. Ad onor del vero, vogliamo dire che siamo riusciti in un piano perfetto e impeccabile nel primo tentativo, anche in virtù del fatto che—in diversi casi—fosse possibile un solo collegamento per nemico, il che rendeva impossibile sbagliare. Scontato dire che, di conseguenza, la meccanica risulti interessante ma acerba, e che speriamo di vederla imporsi con più varietà nei futuri episodi.
Nel complesso, quindi, il gameplay offre esattamente ciò che ci si aspettava da un gioco Telltale, con qualche interessante aggiunta che deve però ancora esprimere appieno il suo potenziale. Interessante notare anche che, rispetto ad esempio a quelli di Game of Thrones (dove sono riuscita a combinare qualche disastro, ndr), i QTE risultino molto più permissivi, ed anche mancarne diversi in successione non causerà una rovinosa sconfitta. Rimangono invece completamente invariati i dialoghi, con una risposta assegnata ad ogni tasto e un limite di tempo per prendere la propria decisione, consci che chi abbiamo di fronte si ricorderà tanto di una gentilezza quanto di un affronto, in futuro.
Le decisioni importanti vanno condivise
Come vi abbiamo raccontato nei giorni scorsi, Batman: The Telltale Series si porta sulle spalle anche il debutto della modalità “Crowd Play”, annunciata con grande entusiasmo da Telltale. Se, in precedenza, eravate soliti vivere l’esperienza delle avventure grafiche della software house in silenziosa solitudine, la nuova modalità—attivabile all’inizio dell’avventura—cerca di coinvolgere anche le altre persone presenti nella stanza, chiedendo loro di interagire con noi mediante smartphone.
In caso vogliate vivere le vicende in Crowd Play, il gioco fornirà prima dell’inizio un link al quale collegarsi e un codice unico per la partita. Accedendovi mediante il vostro smartphone, vi viene chiesto di specificare un nome utente e un colore identificativo, prima che veniate mostrati tra i partecipanti all’interno della “stanza virtuale”. Rimanendo collegati, avrete quindi la possibilità, mediante una torta che mostra le quattro scelte possibili per ogni dialogo, di dire la vostra su ciò che Bruce dovrebbe dire o fare. A questo punto, è il giocatore a decidere: andando nelle opzioni, infatti, potete scegliere se lasciare l’ultima parola al pubblico, o se relegare il loro voto sullo smartphone a semplice opinione. Nel primo caso, ovviamente, l’opzione che riceverà il maggior numero di preferenze sarà quella scelta da Bruce.
Per invogliare ulteriormente all’interazione, il Crowd Play consente anche di lasciare in qualsiasi momento un like o un dislike—un po’ sulla scia delle recenti dirette su Facebook o del già invecchiato Periscope, per capirci—che sarà mostrato, con accanto il nostro nickname, sullo schermo. 
Nel corso della nostra prova, ci siamo effettivamente resi conto che condividere le decisioni può essere divertente, ma c’è bisogno ancora di qualche aggiustamento: in caso di scelte lontane tra loro, ad esempio, il vostro smartphone potrebbe avere il tempo di andare in stand-by e, in caso lo riattivaste in tutta fretta solo dopo che la scelta è già presente sulla TV, sarebbe troppo tardi per vedere comparire le opzioni sul vostro display. In aggiunta, cosa più preoccupante, abbiamo notato che con tre utenti nella stanza, il gioco soffre di saltuari rallentamenti, che invece non abbiamo riscontrato nella nostra prima run—quella con la modalità Crowd Play disattivata. Anche in questo caso, insomma, un approccio più social ma incentrato sul gioco in praesentia potrebbe effettivamente spingere gli utenti a discutere delle scelte fatte e a dibattere sul gioco, ma rimangono degli aggiustamenti da fare.
A proposito di scelte, sottolineiamo che torna anche l’apprezzata feature vista nelle altre avventure grafiche Telltale, grazie alla quale, al termine di ogni episodio, potete sapere mediante percentuali quanto le vostre scelte—a prescindere dal Crowd Play—siano condivise dagli altri giocatori.

– Scrittura avvincente, sopratutto nel rapporto tra Batman e Bruce

– Colonna sonora di grande impatto

– Alcune novità interessanti per la formula Telltale

– QTE molto permissivi

– Alcune meccaniche sono ancora acerbe

– Solo in inglese

7.5

In definitiva, Batman: The Telltale Series ci ha colpito per la sua scrittura ambiziosa e coinvolgente (ma solo in inglese), alla quale si affianca la voglia di Telltale di sperimentare con nuove meccaniche gradite e dal potenziale notevole, sopratutto nel caso delle indagini e dei collegamenti logici per ricostruire gli eventi. Ci aspettiamo che queste vengano proposte in modo più brillante negli episodi successivi che, dopo questo incipit ben fatto, dovranno continuare a raccontarci le vicende di una famiglia Wayne come non l’avevamo mai vista prima e di una Gotham che, in tutta la sua decadenza, ha sicuramente bisogno della rettitudine di Bruce, ma anche e sopratutto della risolutezza di Batman.

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