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Recensione

Armello

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Avatar di Pregianza

a cura di Pregianza

Pubblicato il 24/09/2015 alle 00:00
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Il Verdetto di SpazioGames

7.5

Con l’evoluzione della tecnologia cambiano anche i nostri passatempi. Tutto ormai si sta digitalizzando, e l’essere umano medio è sempre più attratto da strumenti portatili capaci di offrire servizi innumerevoli come i tablet e gli smartphone. Così sta sparendo la carta, sostituita dagli schermi touch e dalle memorie interne, e non molto dietro si preparano al salto nel buio anche altri passatempi e oggetti, come ad esempio i classici giochi da tavolo. Nulla tuttavia impedisce a uno studio di sviluppo di basarsi proprio su questi bei gioconi inscatolati pieni di cartone e pedine per creare un videogioco, meglio ancora se facilmente adattabile ai tablet o alle sconfinate lande internettiane. Armello è nato proprio da questa scintilla, dalla volontà dei League of Geeks di creare un gioco da tavolo digitale di alta qualità. Con una campagna Kickstarter andata benone alle spalle e un immaginario fiabesco da far invidia ai disegnatori Disney, questi ragazzi hanno finalmente completato il loro progetto. Sarà un degno sostituto dei partitoni a Risiko e compagnia bella?
L’animale dentro. L’animale fuori
La base su cui poggia Armello è piuttosto semplice. Siamo in un mondo fantasy popolato da animali antropomorfi e un’energia malefica ha improvvisamente iniziato a corrompere tutto ciò che le capita a tiro. Tra le vittime persino il re, un possente leone, che ormai condannato dalla corruzione in crescita terrorizza i villaggi con le sue guardie e proclama leggi insensate. Voi, membro di uno dei principali clan di Armello, dovrete trovare il modo di sostituirvi al re, eliminare la corruzione, o abbracciarla per diventare il nuovo tiranno. Pare un’ottima premessa per un gdr, nevvero? Eppure Armello è, come detto, un gioco da tavolo virtuale, pensato principalmente per il multiplayer online. Per certi versi è un peccato, poiché il background aveva del potenziale, eppure questo non significa che il titolo sia da buttare, anzi.
Le regole create dagli australiani di League of Geeks infatti non sfigurano davanti a giochi ben più blasonati e fanno quasi desiderare una versione concreta di Armello da giocare con un gruppo di amici, davanti a un’allegra tavolata e a qualche birra di buona qualità. Si parte da un tutorial ben strutturato, capace di insegnare rapidamente le regole mettendo il giocatore nei panni dei vari personaggi disponibili in più capitoli. Una volta completato, e svelato di conseguenza il background del gioco, la selezione del proprio alter ego diventa libera ed è accompagnata dalla scelta di oggetti bonus. Ogni personaggio ha statistiche specifiche peraltro, che lo rendono più adatto a certe strategie di gioco, e le strategie sono parecchie, perché Armello offre numerose possibilità per chiudere una partita.
Ogni giocatore inizia da un quartier generale inserito in una mappa randomizzata composta da esagoni. Tali esagoni possono contenere vari tipi di terreni: alcuni dannosi, come le paludi, altri in grado di curare i personaggi, e altri contenenti villaggi che offrono guadagni ad ogni turno o misteriose rovine. Questi guadagni in particolare risultano molto importanti, poiché sono il modo con cui è possibile sfruttare il potere di alcune delle carte di Armello, pescate di turno in turno. In parole più semplici: ad ogni turno si pescano carte da tre diversi mazzi, ci si muove di tre caselle (o più se si utilizzano abilità di movimento), e si decide se completare una missione precedentemente selezionata, o vagare liberamente con altri scopi. Il denaro non è nemmeno l’unica valuta, poiché tra i mazzi disponibili ci sono sì pericoli ed equipaggiamenti, che ne hanno bisogno, ma anche magie che utilizzano il mana e possono dare grandi vantaggi in combattimento. Tutto il resto è governato dalla casualità dei dadi, che decidono chi vive e chi muore in battaglia e permettono di superare le varie prove che il gioco pone di fronte al giocatore quando si raggiunge la giusta casella o si affronta uno dei pericoli posizionati dagli avversari.
Kill the king, or not
L’obiettivo finale, comunque, rimane il re e come precisato all’inizio sono molti i modi per porre fine alla sua corruzione. 
Il modo all’apparenza più semplice? Uccidere il monarca dopo esser penetrati a palazzo, ma farlo risulta in realtà tutt’altro che una passeggiata, poiché i cortili reali sono ricchi di guardie e pericoli, e per affrontare il leone (già di suo un avversario poderoso) è necessario avere carte da bruciare per facilitare i tiri di dado e abbastanza resistenza o fortuna da non soccombere nell’uno contro uno. Ben più facile una vittoria di prestigio, dove ci si limita ad aspettare che il sovrano muoia consumato dalla corruzione, e si guadagnano punti eliminando abomini spuntati in giro per la mappa, sconfiggendo altri giocatori e sfruttando i vantaggi derivanti dagli editti globali che il re lascia scegliere, appunto, all’animale con il punteggio prestigio più alto all’inizio dei turni.
Non è finita qui ad ogni modo. Seppur molto più legata alla semplice e sfacciata fortuna, una vittoria positiva tramite purificazione dell’energia maligna è possibile, basta trovare 4 pietre sacre sparse per la mappa o ottenibili completando le missioni. Ovviamente è disponibile anche una soluzione contraria, divenendo a nostra volta corrotti e tentando di sfruttare il vantaggio di dadi offerto dal malanno per dominare la mappa. 
È una bella serie di condizioni di vittoria che tiene le partite sulle spine fino all’ultimo istante, ma le debolezze non mancano. Le vittorie legate al prestigio, infatti, sono quasi sempre le preferite, anche perché spesso la partita si riduce ad una corsa a chi ammazza prima il re o lo mantiene al sicuro per reclamarne le spoglie. I vantaggi dati dalla corruzione di rado offrono benefici sufficienti, a causa di una perdita costante di punti vita che costringe a stare in movimento e a curarsi, e sono davvero rade le occasioni in cui tutte le pietre spirituali vengono ottenute prima che ogni cosa si risolva. Gli stessi personaggi sono un tantinello troppo incentrati su alcune strategie, e difficilmente punterete ad una soluzione “non diplomatica” usando il clan dei conigli o alla ricerca delle pietre ai comandi di un grosso orso. Le regole convincono comunque, lo precisiamo, ma certi elementi potevano sicuramente venir calcolati meglio.
Altro problemino è legato alla noia durante i turni avversari. Vero, non sono particolarmente lunghi, ma mentre i nemici giocano ci si riduce ad osservarne i movimenti, una cosa inoltre spesso impossibile a causa dell’invisibilità notturna di alcuni personaggi. Caratteristica comune dei giochi da tavolo, è innegabile, ma forse qualcosina si poteva fare pure qui, trattandosi di una versione digitale. 
Matita e colori
Ben poche lamentele invece sul comparto tecnico, sull’art direction e sulla stabilità dei server. Si trovano avversari con una certa facilità, e in caso di ragequit o disconnessione questi vengono rapidamente sostituiti da un’IA non brillantissima ma comunque in grado di fare il suo sporco lavoro. La grafica di Armello poi è pulitissima e ispirata, sia nella mappa 3D, colorata e molto riuscita, che nella bellezza delle carte e dei disegni stilizzati nei combattimenti. 
Chiaro, da un mondo così riuscito ci aspettavamo forse di più. Uno story mode o qualcosa che potesse distinguere Armello dalla semplice definizione di “gioco da tavolo virtuale”, ma se lo si accetta per quel che è rimane un prodotto in grado di appassionare e stupire. 

– Artisticamente ispirato

– Le regole funzionano e tengono le partite costantemente sulle spine

– Varie condizioni di vittoria e strategie utilizzabili

– Il mondo creato meritava uno story mode

– Alcune condizioni di vittoria sono ben più facili di altre e molto viene lasciato al caso

– Ben poco da fare nei turni avversari

7.5

Armello è un ottimo gioco da tavolo in forma digitale, di quelli che fa venir voglia di essere davvero a una tavolata con amici, birrozze e patatine. I League of Geeks hanno creato un set di regole imperfetto, ma funzionante e spassoso, e l’hanno inserito in un mondo splendido che cattura da subito il giocatore. Certo, si poteva fare molto di più, e non tutti apprezzeranno la natura “multiplayer only” del gioco, specie con un background così ricco di potenzialità. Il lavoro fatto comunque è più che buono e, se l’atipica idea alla base vi stuzzica, non possiamo che consigliarvelo.

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