Quando arriva la recensione di Bleeding Edge, e cosa ne pensiamo finora

L'appuntamento con la nostra recensione arriva presto, ma intanto qualche particolare interessante

Immagine di Quando arriva la recensione di Bleeding Edge, e cosa ne pensiamo finora
Avatar

a cura di Paolo Sirio

Xbox ha consegnato nelle nostre mani un codice di Bleeding Edge nella mattinata di ieri 23 marzo, ma siamo potuti entrare nei server del brawler multiplayer di Ninja Theory soltanto stamattina alle ore 08:00 – esattamente come tutti i possessori di una copia del gioco su PC via Steam, Windows 10 e Xbox One.

Questo spiega, in breve, come mai nella giornata di oggi, o meglio ancora prima nella tradizione di Spaziogames, non sia comparsa una recensione del titolo sulle nostre pagine.

bleeding edge

Ma niente paura: siamo già riusciti a macinare un buon numero di ore e, sulla base di quanto abbiamo vissuto nella beta a due fasi delle scorse settimane, abbiamo un’idea abbastanza chiara di dove stia andando l’esclusiva (ammesso abbia più senso parlare di esclusiva) Microsoft.

L’obiettivo, in virtù di queste considerazioni, è portarvi la recensione di Bleeding Edge tra giovedì e venerdì, in modo tale da assistervi perlomeno nell’avvicinamento a questo fine settimana – che, come tutti gli altri dal lockdown causa coronavirus ad oggi, si presterà particolarmente alla natura spensierata della produzione angloamericana.

Per tutti i gusti

Non possiamo esimerci, comunque, da qualche rapidissima valutazione dopo aver passato le prime ore nella versione completa del titolo su Xbox One X.

Prima di tutto, una considerazione: la nostra main è Buttercup, ovvero il personaggio che vedete in alto, ma il fatto di non averla trovata disponibile in un paio di partite ci ha spinti a provarne anche degli altri (non per la prima volta, beninteso) e fare un’osservazione in particolare.

Ovvero, che una volta usciti dalla propria comfort zone – vuoi perché il pg desiderato non sia disponibile, vuoi per esigenze di compatibilità con il tipo di partita – Bleeding Edge riserva qualcosa per tutti: i nostri eroi (senza la “E” maiuscola, stavolta) sono davvero diversi gli uni dagli altri e si adeguano ad ogni desiderio un utente di videogiochi multiplayer potrebbe covare dentro di sé.

Nel titolo di Ninja Theory è realmente difficile non trovare un personaggio, un’abilità, una classe che non faccia pensare: ok, questo fa davvero per me.

Concatenate!

Il sistema di combattimento è poi il focus del prodotto: non commettete l’errore di pensare, complice il look e l’intenzione simile a quella di un Overwatch, che abbiamo per le mani l’ennesimo shooter competitivo – qui si combatte vis-a-vis; per intenderci, si menano le mani.

Il combat system è di conseguenza estremamente raffinato: provenendo dalla mente di Rahni Tucker, l’ideatrice dei combattimenti di DmC Devil May Cry, non potevamo del resto aspettarci qualcosa di meno.

Ci sono combo classiche (tripla X, ad esempio) ma ciò che è davvero importante è la consequenzialità delle mosse; innescandole nel giusto ordine, ovviamente differente a seconda del personaggio scelto, si ottiene un effetto devastante sul nemico e si può portare a casa uno scontro, altrimenti ci si ritrova spesso a chiedersi come mai a parità di barra della salute e numero di attacchi eseguiti lo si sia perso.

Bleeding Edge Proato

Gioco di squadra (anche da soli)

Infine, lo abbiamo detto nell’analisi della beta e lo ripeteremo fino allo stremo: il gioco di squadra è una componente fondamentale perché Bleeding Edge risulti divertente e, sebbene l’ideale sia (sempre) farlo con chi amiamo, ciò non deve diventare una scusa per saltarlo a piè pari o fare di testa propria, minando il divertimento altrui oltre che le chance di uscirne vincitori.

Perdere non piace a nessuno, ma giocare bene è un concetto che va oltre la sconfitta o la vittoria: anche senza amici in cuffia, è cruciale che seguiate il vostro team e partecipiate alle azioni corali, che sia per la cattura di un obiettivo o la consegna delle celle di energia; partire con questo mindset conferisce un grosso vantaggio sotto tutti i punti di vista.

Si può giocare di squadra anche da soli – come insegna la situazione surreale che stiamo vivendo da qualche settimana – e questo mantra è imprescindibile per godersi appieno il brawler multiplayer dei creatori di Hellblade.