Da diverso tempo, Microsoft ha già dimostrato grande attenzione e impegno sul tema dell’accessibilità, ricordando a tutti che i videogiochi non sono un ambiente esclusivo, ma un medium inclusivo. Il fatto che un gigante come quello di Redmond investa in tal senso non può che aprire delle porte.
Sull’argomento è tornato Phil Spencer, a capo della divisione Xbox di Microsoft, che ha spiegato il punto di vista della compagnia, molto chiaro:
La prima cosa dire, è che i videogiochi sono per tutti. Nessun gruppo è ‘proprietario’ dei videogiochi. Invece, che tu sia un neofita dei videogiochi o un fan di lunga data degli esport, sei il benvenuto per giocare, devi divertirti e costruire le tue abilità come si fa nei videogiochi. Quando tutti possono giocare, è tutto il mondo che vince.
Il discorso di Spencer fa riferimento anche alla tossicità della community dei videogiochi, che a volte cerca di tagliare fuori alcuni elementi con atteggiamenti sbagliati e ampiamente condannabili.
Il dirigente ha spiegato:
I videogiochi devono essere un ambiente sicuro. Creare delle community è un lavoro condiviso, proteggerle è essenziale, quindi tutti noi abbiamo un ruolo nella sicurezza di queste comunità di gioco: sia noi dell’industria, che i giocatori stessi.Il gaming è la porta per le abilità del Ventunesimo Secolo, oltre che per gli STEM (gli studi Science, Technology, Engineering and Mathematics, ndr). Pensate, ad esempio: le adolescenti che giocano ai videogiochi hanno tre volte più possibilità di interessarsi agli studi STEM. Tra i teenager che videogiocano con altri online tutti i giorni, il 74% hanno creato delle amicizie online e il 37% hanno sviluppato più di cinque amicizie online.
L’obiettivo di Microsoft, per Spencer, è chiarissimo: fare in modo che tutti possano divertirsi, con i mezzi umani e tecnologici possibili per renderlo realtà. Per riuscirci, non solo continuerà a lavorare all’accessibilità, ma fornirà anche ai suoi moderatori ulteriori tool atti a isolare chi avrà comportamenti scorretti e tossici nei confronti di altri membri della comunità.
Fonte: Polygon