I nuovi giochi di calcio UFL e GOALS ce l'hanno a morte con FIFA e FUT, ma sono figli loro

Alla Gamescom abbiamo assistito alla presentazione di due nuovi giochi di calcio che sfoggiano l'accesso free-to-play e puntano il dito contro FIFA per dire, ancora prima di cosa saranno, che cosa non saranno

Immagine di I nuovi giochi di calcio UFL e GOALS ce l'hanno a morte con FIFA e FUT, ma sono figli loro
Avatar

a cura di Stefania Sperandio

Editor-in-chief

Non facciamo i finti tonti: a volte lo spauracchio del gioco di calcio viene esibito dai palati più fini del videogioco, quando vogliono in qualche modo invalidare i gusti di qualcun altro – ed ecco che spuntano i «torna a giocare a FIFA» e simili. Ma, lo ribadiamo, non facciamo i finti tonti: è dall’alba dei videogiochi che noi appassionati di controller, mouse e tastiere ci divertiamo con i giochi di calcio.

Se, un tempo, lo facevamo quando il senso di meraviglia arrivata dal futuro veniva dato semplicemente dal fatto che si potessero riconoscere i colori della propria squadra preferita, con il tempo abbiamo iniziato a vedere re e contro-re sorpassarsi e migliorarsi, farsi la guerra delle licenze, del fotorealismo, dell’adrenalina contro il gioco ragionato, dei FUT contro i MyClub.

In sintesi, insomma, con il passare degli anni si è creato un dualismo relativo ai giochi di calcio, che ha salutato i Sensible Soccer, i Libero Grande e i loro fratelli, mettendo di fronte ISS Pro, poi PES e oggi eFootball, e la serie FIFA. Tra i due, come piccolo e meraviglioso outsider, Football Manager, che però è un mondo a sé e che punta tutto sull’aspetto strategico del calcio.

È stato sorprendente notare come, alla Gamescom, questo dualismo sia andato incontro all’annuncio di non uno, ma ben due nuovi concorrenti: stiamo parlando di Goals, che con una discreta fiducia in se stesso ha intenzione di essere «il miglior gioco di calcio di sempre», e stiamo parlando di UFL, che mira a un’esperienza simulativa.

Il filo conduttore più evidente di questi titoli, compreso eFootball, è il fatto che osservando modelli come quello di Fortnite o quello di Genshin Impact, si sia deciso che per riuscire a tenere in piedi nel modo migliore un’esperienza persistente si debba guardare al free-to-play. Una scelta in disaccordo con FIFA e con il suo successo, con il titano di EA Sports che si ripropone ogni autunno a prezzo pieno.

L'altro filo conduttore, è che sia UFL che GOALS si sono presentati dicendo quello che non sono e che non vogliono diventare, ammettendo senza giri di parole di essere figli di FIFA, e rimarcando di essere nati nel grembo delle insoddisfazioni della community davanti a FUT. È il modo migliorare per costruire una nuova esperienza calcistica o, ancora una volta, scopriremo che i proclama e le intenzioni hanno vita breve nel mondo reale?

Cosa vuole fare eFootball

L’idea di Konami è abbastanza chiara: la compagnia giapponese con il gameplay del suo eFootball ha rimarcato nuovamente che l’intento è quello di avere un’esperienza calcistica che non sia pirotecnica, che non sia fatta di ribaltamenti di fronte costanti e legni di cui si perda il conto.

Come quando si chiamava PES, eFootball vuole piuttosto cercare di virtualizzare nel modo più realistico possibile il mondo del calcio – e per farlo vuole aggiungere più profondità al tocco di palla, vuole far ragionare meglio le squadre nei loro movimenti coesi, vuole aggiungere anche fisicità ai contrasti.

Insomma, nonostante un modello di commercializzazione del tutto diverso dal passato, l’idea che emerge è quella di un eFootball che vuole continuare a fare il PES, ma che non vuole più trincerarsi dietro il muro del costo di listino a prezzo pieno.

Ecco che così i giocatori potranno accedere ai suoi contenuti base senza pagare, e rimane ancora da vedere a quanti e a quali, per poi decidere di forgiare la loro esperienza a piacimento, comprando solo gli extra di loro interesse.

Rimane da verificare, certo, in che modo evolverà MyClub, che diventerà con ogni probabilità la maggior fonte di monetizzazione persistente, ma la via tracciata con PES Lite rimane: venite a giocare al nostro gioco di calcio, è gratis. Almeno all’inizio, certo, ma ci sono poche parole che risuonano forti nel cuoricino dei videogiocatori quanto «è gratis».

Cosa vuole fare GOALS

È invece una dichiarazione di guerra, letteralmente, quella operata da GOALS, videogioco di calcio firmato dall’ex campione del mondo di Counter-Strike Andreas Thorstensson, che senza troppi giri di parole ha fondato una sua compagnia e ha iniziato a lavorare a un nuovo gioco di calcio perché non ne poteva più di FUT, la modalità online di FIFA, che accusa di essere non trasparente e non in grado di premiare i giocatori migliori.

Sappiamo che da ormai tempo immemore ci sono fantasmi chiamati “momentum” che aleggiano sull’online di FIFA, sempre negati da Electronic Arts, che come visto nelle cause legali rispedisce al mittente le accuse di partite in qualche modo scriptate, di tanto in tanto, per sfavorire il giocatore e, per alcuni, magari spingerlo a comprare nuovi pacchetti per migliorare il suo team.

«Dopo aver giocato oltre cinquemila partite a FUT e aver osservato per lungo tempo la scena degli eSport, è diventato dolorosamente chiaro quanto tutto questo fosse rotto, senza peraltro che desse segnali di voler migliorare, quindi abbiamo deciso di riparare le cose da soli» ha dichiarato Thorstensson presentando il suo progetto.

Così, ecco che nasce l’idea di un gioco di calcio «di nuova generazione» che possa essere immaginato proprio per la scena degli eSport, che saranno il focus principale della produzione.

«Goals sarà un gioco di calcio AAA. Sarà free-to-play, sarà cross-play, sarà incentrato sul multiplayer e pensato per gli eSport» ha proseguito l’autore. «Il free-to-play ci consente di avere un maggior numero di giocatori e il cross-play permette agli amici di giocare a prescindere dalla loro piattaforma preferita. Visto che parliamo dello sport più grande del mondo, non vedo perché non debba avere il videogioco più grande del mondo».

Per riuscire nell’intento di creare un videogioco che sia focalizzato sulla competizione e sul multiplayer, GOALS guarderà all’infrastruttura solida e senza latenza di Valorant, è stato già anticipato.

«Nel nostro gioco i giocatori migliori vinceranno per le loro abilità, e per nessun altro motivo» ha continuato Thorstensson. «Creeremo il più grande gioco di calcio di sempre», aggiunge, preannunciando l'uscita su Xbox Series X e PS5.

Se le ambizioni sono chiare, insomma, rimane una costante già vista in eFootball: trovare un’alternativa al modello di FIFA, identificata proprio nell’accesso gratuito ai contenuti. È chiaro che, in questo caso, GOALS intenda imporsi soprattutto nel mondo degli eSport, diventando quindi il cuore pulsante di tornei dedicati e un punto di riferimento per lo scenario competitivo, motivo per cui è tutto nel suo interesse dare l’accesso al più vasto pubblico possibile.

Cosa vuole fare UFL

Arriviamo infine a UFL, visto durante la Opening Night Live e che a sua volta senza troppi giri di parole ha affermato di volersi imporre come gioco di calcio AAA per tutti gli amanti di questo sport, perché eFootballFIFA non sarebbero in qualche modo più all'altezza di rispondere alle esigenze del mercato.

Il gioco è già in sviluppo da ormai cinque anni, hanno assicurato i ragazzi di Strikerz Inc. ai colleghi di IGN USA, perché il team ha voluto prendersi il tempo di studiare il mercato, prima di lanciarcisi. Una scelta saggia, considerando quanto cementate siano, da qualche tempo, le posizioni dei due concorrenti principali.

«I giochi di calcio sono sul mercato da più di venticinque anni» ha spiegato Eugene Nashilov a IGN USA, «ma, oggi, i giochi che sono presenti hanno fallito nel tentativo di innovare. Nel corso degli anni, questi simulatori di calcio si sono a malapena rinnovati per cercare di seguire i trend dei videogiochi odierni, le loro meccaniche, i nuovi modelli di business. La community se ne lamenta già da diversi anni».

E anche qui, allora, troviamo un punto di contatto palese con GOALS: fare leva sulla frustrazione dei giocatori nei confronti delle produzioni già esistenti. Creare un progetto che parta da questo – che non dica o mostri cosa facciamo noi nello specifico, ma cosa fanno di sbagliato gli altri – per avere le attenzioni dei giocatori facendo anche sapere loro che da queste parti si gioca gratis.

«Il successo che avranno i nostri giocatori non deve dipendere da quanti acquisti in-game fanno, ma dalle loro abilità» ha rincarato la dose Nashilov, con un riferimento nemmeno troppo velato agli oramai famosi spacchettamenti del mondo FIFA.

Sfidali quanto ti pare, ma le licenze?

Sicuramente c’è un aspetto in cui queste nuove produzioni non possono competere, e sono le licenze. Se già da qualche tempo, infatti, eFootball e FIFA si sono scatenate in una guerra di esclusive per cui la Juventus se ne va in giro facendosi chiamare Piemonte Calcio, come fa una nuova produzione a riuscire a strappare degli accordi, considerando le esclusività dei concorrenti?

UFL a tal proposito ha trovato una soluzione acquisendo le licenze degli atleti, anziché dei club o delle leghe (anche se nelle immagini vediamo lo stadio del West Ham). Questo significa che, ad esempio, il gioco in questione si focalizzerà sul farvi creare la vostra squadra mettendo insieme i giocatori reali con licenza (saranno oltre 5mila), senza che però abbiate addosso la maglia del Milan, dell’Inter o di chi per loro.

Sappiamo che le licenze sono sicuramente un problema caro ai videogiocatori e rimane da capire quanto questo potrebbe o non potrebbe influenzare il loro amore nei confronti di UFL nel lungo corso, ma è anche vero che parliamo di un altro caso in cui l’accesso gratuito e la promessa di equilibrio possono costituire un plus: provare come vi trovate a giocare tra Ibrahimovic e Dzeko, non importa quale sia la maglia che indossano, dopotutto non vi costa nulla.

Alla fine è una guerra a FIFA

La sensazione che ne emerge, guardandosi attorno mentre il mercato moltiplica come pani e pesci i giochi di calcio, è che sia un tutti contro FIFA.

eFootball è il rivale storico del calcio di EA e, come scriveva Paolo qualche giorno fa, ha deciso di cambiare per non sparire, non potendo far fronte allo stesso modello proposto da Electronic Arts. Quindi basta appuntamenti annuali, ecco un modello di accesso gratuito, e vediamo come coinvolgere i giocatori nel lungo corso, rendendoli consapevoli che il gioco non sarà vecchio tra undici mesi, con il termine della stagione.

Parlano da sé, invece, sia GOALS che UFL, che hanno specificamente dichiarato di voler in qualche modo “ripulire” i giochi di calcio dai peccati originali di FUT. Così, in un mercato che si aspettava prima o poi il debutto di 2K (anche lei però ben nota per gli acquisti in-game in NBA) nel mondo del calcio, ecco che nuovi player dell’industria provano a dire la loro, chi strizzando l’occhio agli eSport e chi affermando di voler mettere la trasparenza nei confronti del giocatore davanti a tutto.

È evidente che in entrambi i casi i nuovi prodotti siano a tutti gli effetti figli di FIFA, al quale guardano per capire da cosa allontanarsi, in cosa differenziarsi, perché per quanti mal di pancia possano venire segnalati è dallo sterminato bacino di utenza del gioco di EA Sports che devono attingere il loro pubblico.

Come si difenderà allora FIFA da questi modelli differenti dal suo, ammesso che possa mai avere bisogno di difendersi? Rimane da vedere, ma non ci sono dubbi che un futuro in cui – come fatto da Call of Duty con Warzone – FUT possa anche diventare un qualcosa a sé, rispetto all’uscita annuale di FIFA a prezzo pieno, potrebbe non essere più così peregrino.

Se volete supportare il lavoro di SpazioGames potete acquistare i videogiochi su Amazon attraverso questo link, senza nessun costo aggiuntivo.