Su cosa si basa il matchmaking di Call of Duty? Finalmente Activision lo spiega

Una comunicazione condivisa con il sito specializzato CharlieIntel spiega quali siano le logiche dietro il matchmaking della saga Call of Duty.

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a cura di Stefania Sperandio

Editor-in-chief

Il matchmaking è da sempre un tema caldo relativo ai videogiochi online: si tratta del procedimento per cui un giocatore viene o non viene assegnato a una partita e di solito può essere influenzato da diversi fattori, come il suo livello in-game, la qualità della sua connessione. Ma quali sono invece le logiche dietro al matchmaking di Call of Duty?

La domanda è tornata più un auge che mai dopo il lancio di Call of Duty: Modern Warfare III, il recente nuovo episodio della longeva saga di sparatutto. E stavolta, finalmente, c'è una dichiarazione comunicata al sito specializzato CharlieIntel che ci permette di farci un'idea più precisa di quali siano i parametri che sanciscono il matchmaking all'interno della saga di shooter più popolare.

Il team di sviluppo ha spiegato che l'odierno matchmaking è frutto di oltre dieci anni di lavoro e che continua a studiare come migliorarlo su base costante. Per il momento, la soluzione ideata mette insieme latenza, tempo di ricerca e abilità del giocatore, insieme a «svariati altri fattori» che però non vengono specificati, con lo scopo di offrire agli utenti la miglior esperienza possibile.

Cercando di tenere i tempi di ricerca ragionevoli, quindi, si cerca di combinare giocatori con abilità simili (per evitare partite sbilanciate) e con tempo di latenza simile (per evitare gli odiosi momenti in cui qualcuno inizia ad avere fenomeni di lag, dove le azioni arrivano in ritardo e possono danneggiare l'equilibrio della partita e delle squadre).

Nelle parole della nota ufficiale:

«[Il matchmaking] è qualcosa su cui abbiamo concentrato gli sforzi di molti anni: il nostro approccio combina la latenza, il tempo di ricerca e l'abilità, insieme ad alcuni altri fattori, per cercare di offrire la miglior esperienza.

Parlare nel dettaglio di questo argomento può essere complicato e non abbiamo passato del tempo a mettere insieme tutto il nostro lavoro per riuscire a condividere quello che abbiamo rilevato e i progressi fatti nel corso dei molti anno.

Siamo però impazienti di farlo nelle settimane che seguiranno il lancio della Stagione 1, e vogliamo che diventi una parte della nostra continuativa conversazione con i giocatori».

Per il futuro, insomma, Activision e i suoi team promettono di essere meno "abbottonati" sulle logiche dietro al matchmaking dei loro giochi, così da consentire ai giocatori di farsi un'idea di cambiamenti e migliorie via via che questi avvengono.

Call of Duty: Modern Warfare III è disponibile su PC, PlayStation e Xbox. Sempre fedele al suo multiplayer online, il gioco ci è apparso però molto stanco per l'assenza di innovazioni di ogni sorta nel suo gameplay e per la terribile modalità campagna, come vi abbiamo raccontato nella video recensione, sembrando davvero un'espansione venduta a prezzo pieno agli appassionati – spinti a passare all'ultimo episodio per rimanere al passo, ma di fatto con davanti praticamente Call of Duty: Modern Warfare II con solo qualche mappa diversa.

Se siete interessati e volete buttarvi nella mischia, ora che sappiamo anche cosa ci sia dietro al suo matchmaking, trovate il gioco su Amazon.