In un’epoca in cui il retrogaming e le rivisitazioni di classici PS1 vanno a braccetto con le tecnologie più moderne, Sony sembra aver rinunciato a un’occasione a dir poco storica: riportare Jumping Flash in vita attraverso la realtà virtuale.
Secondo quanto rivelato da Shuhei Yoshida, ex presidente di Sony Interactive Entertainment e ora figura di riferimento per la scena indie legata a PlayStation, Sony aveva effettivamente preso in considerazione l’idea di resuscitare il folle platform tridimensionale, pubblicato per la prima volta nel 1995 su PS1 (trovate la console in versione mini su Amazon).
Il progetto, pensato per PlayStation VR, avrebbe avuto l’obiettivo di catapultare nuovamente i giocatori nei panni del coniglio robotico Robbit, sfruttando le potenzialità dell’ambiente immersivo della realtà virtuale.
La rivelazione è arrivata durante un’intervista a Video Games Chronicle, in cui Yoshida ha spiegato che il concept era stato esplorato e il titolo aveva persino raggiunto le primissime fasi di sviluppo, prima che venisse cancellato internamente per motivi non chiariti.
Nessun dettaglio su cosa abbia spinto Sony a bloccare il progetto, ma resta il fatto che, ancora una volta, un pezzo fondamentale della storia PlayStation rimane chiuso nei cassetti della memoria.
Jumping Flash è stato uno dei primi veri platform in 3D, uscito addirittura prima di Super Mario 64, e resta un titolo pionieristico capace di offrire piena libertà di movimento e visuale in un’epoca in cui il 3D nei videogiochi era ancora agli albori.
Il mix tra platforming verticale, visuale in prima persona e shooting, unito a un’estetica stravagante e colorata, lo rendeva unico allora – e probabilmente anche oggi.
Per ora, il coniglio robotico resta quindi solo un ricordo per nostalgici. Ma in tempi in cui tutto può tornare, mai dire mai. Ad ogni modo, i classici PS1 a luglio non mancano: avete letto la nostra notizia?