In quello che sembra ormai essere il preludio di una caccia alle streghe (dove le megere sono sostituite dai “videogiochi violenti”), anche il presidente del Consiglio di Amministrazione e CEO di Disney, Robert “Bob” Iger ha cominciato a preoccuparsi dei possibili contenuti violenti presenti nei videogiochi prodotti dalla divisione videoludica della sua compagnia, Disney Interactive.In una sessione di Q&A (domande e risposte rapide) con l’amico Brian Grazer, riportata da Deadline, Iger ha affermato di aver informato i dirigenti della Disney della sua volontà di “interessarsi in qualsiasi cosa prodotta dalla divisione videoludica che possa essere considerata vicino o oltre la linea [da intendersi, l’ipotetica linea che separa i contenuti violenti da quelli non violenti, non dissimile da una membrana osmotica, nda].”A parte il titolo cancellato Pirates of the Caribbean: Armada of the Damned, comunque, non ci sembra che il parco titoli Disney Interactive sia pregno di videogiochi “ultraviolenti”, a meno che non si consideri violenza anche i pestaggi fra mattoncini antropomorfi delle avventure in salsa LEGO del capitano Jack Sparrow.Difatti lo stesso Iger ne ammette la mancanza, affermando “Fortunatamente alla Disney abbiamo veramente pochi contenuti violenti, ma in ogni caso voglio essere sicuro del fatto che ci stiamo facendo le domande giuste per quanto riguarda questo standard, e anche assicurarci di far parte di un dialogo, nel mondo d’oggi, che penso sia necessario nel senso di quale sia il nostro ruolo e quale dovrebbe essere il nostro ruolo”.Insomma, dal tipo e dall’uso di parole sembra che Bob Iger sia pronto a scendere nel campo politico americano.Ripensandoci, anche le altre proposte di legge spuntate come funghi nelle ultime settimane suonano tanto come “promesse da campagna elettorale”, ma non vogliamo indagare oltre.E non ci teniamo.