Diablo Immortal sotto indagine per truffa per un oggetto ingannevole

Diablo Immortal non sembra trovare pagine, perché a quanto pare ora sta vendendo un oggetto in-game con una descrizione fallace.

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a cura di Valentino Cinefra

Staff Writer

Diablo Immortal non può avere un momento tranquillo a quanto pare, soprattutto se inizia a vendere oggetti con descrizioni ingannevoli.

La saga fantasy di Blizzard, di cui trovate un grande artbook su Amazon, è tornata con un episodio che non è certamente ciò che i fan si aspettavano e speravano. Anche per motivi come questo.

Sul tema delle microtransazioni, per altro, Diablo Immortal aveva già creato problemi con una situazione per cui i giocatori si stavano indebitando.

E non è bastato neanche l'aiuto che Blizzard ha dato ai giocatori per le microtransazioni, perché di fronte a questo c'è poco da fare.

Perché, stando a quanto riporta Polygon, Blizzard è sotto indagine per aver messo in vendita un oggetto in Diablo Immortal con una descrizione non veritiera.

L'oggetto in questione è la Benedizione dell'Intrepido, una gemma disponibile per l'acquisto anche in pacchetti che possono arrivare fino a €100. Alcuni giocatori hanno scoperto che la descrizione degli effetti della gemma è differente dalla sua messa in pratica in gioco.

La gemma avrebbe dovuto garantire una probabilità del 20% di infliggere danni ai nemici pari al 12% della vita massima del giocatore. Tuttavia l'effetto reale infligge vita pari al 12% della vita attuale del giocatore.

Dopo le segnalazioni Blizzard ha provveduto a cambiare la descrizione della gemma, ma non l'effetto. In questo modo i giocatori hanno acquistato quel prodotto perché ingannati da un effetto che, ancora oggi, non corrisponde alla realtà.

Per quanto possa sembrarci strano perché stiamo parlando di oggetti digitali, si tratta comunque di una truffa in piena regola.

Di questo caso si stanno occupando gli avvocati della Migliaccio & Rathod, società specializzata in class action, che stanno supportando i giocatori truffati dalla gemma della discordia.

«Questa pratica equivale essenzialmente a un'esca, dal momento che un oggetto acquistabile è stato pubblicizzato con un effetto che i giocatori volevano e si è concluso con qualcosa di completamente diverso», dichiarano gli avvocati.

Al momento Blizzard non ha commentato la vicenda, mentre si prepara a punire invece i giocatori che rimangono immobili.

L'atteso Diablo 4 sta vivendo allo stesso modo un periodo turbolento, perché gli sviluppatori hanno denunciato condizioni di lavoro difficili.