La serie Metal Gear ha sempre avuto un tema ricorrente, dal 1987 a The Phantom Pain: la deterrenza nucleare. Hideo Kojima ha condannato a più riprese l’armamento atomico, memore di quanto accaduto durante la Seconda Guerra Mondiale e nel corso della Guerra Fredda, anche se questo ha reso la serie di Solid Snake e compagni divisa tra “buoni” e “cattivi”.Il celebre game designer, che oggi compie 54 anni, ha parlato lungamente con Glixel delle tematiche dei suoi videogiochi, sbilanciandosi anche su ciò che potremo vedere all’interno del futuro Death Stranding.Attenzione: questo paragrafo contiene spoiler dalla serie Metal Gear
Il videogioco come insegnamento
«Nel corso delle mie interazioni con gli utenti che hanno fatto seguito alle uscite di Metal Gear, Metal Gear 2, Metal Gear Solid e Metal Gear Solid 2, ho imparato una cosa interessante» ha ricordato Kojima. «Perché il nostro mondo è come è? Se le armi nucleari e la guerra sono delle atrocità, perché continuano ad esistere? Le generazioni più giovani non sapevano rispondere a questi quesiti.» «Ho deciso di dare spazio all’era che è stata causa di questo dilemma in Metal Gear Solid 3, nel 2004. Il gioco è ambientato nel 1964, nel pieno della Guerra Fredda tra Stati Uniti e Unione Sovietica. Alcuni giovani non sanno neanche che un tempo esisteva uno Stato politico che si chiamava Unione Sovietica. Ho sentito che era il mio dovere fare in modo che scoprissero queste cose sul passato. Cosa è stato a portare gli USA e l’URSS, che furono alleate nella Seconda Guerra Mondiale, ad essere nemiche e a costruire degli arsenali nucleari da sbattere in faccia all’altra? Sono stati nemici creati dalle ideologie nate dall’uomo. Il bene e il male. Non esistono cose come la giustizia assoluta, o la corruzione (in senso morale, ndr). Volevo mostrare queste cose e fare in modo che i giocatori potessero scoprire il destino e i pensieri dei personaggi che si trovano controllati dal cambiamento costante di ciò che è bene e ciò che è male, in base alle epoche. Ecco perché ho reso Big Boss, il nemico “cattivo” del “buono” Solid Snake in Metal Gear e Metal Gear 2, l’eroe della storia. Volevo fare in modo che i giocatori potessero rendersi conto com’è essere definiti “cattivi”, un po’ come fece Christopher Nolan dopo “Dark Knight”, nel 2008, in cui Batman, simbolo della giustizia, dovette prendere su di sé il fardello del cattivo, per il bene di Gotham City.»«Metal Gear Solid: Peace Walker, uscito nel 2010, è ambientato in Costa Rica nel 1974. In questo caso, la mia intenzione era quella di far riflettere i giocatori su cosa possano significare le forze armate e gli armamenti nucleari per un Paese privo di un suo esercito. Se le armi nucleari hanno il potere di distruggere il mondo, perché tenersele come deterrente? Alla fine della storia, l’eroe, Snake, decide di tenersi le armi atomiche nella sua Mother Base per questo motivo.»«Nel corso di Metal Gear Solid V: Ground Zeroes, uscito nel 2014, la Mother Base costruita in Peace Walker viene distrutta dei nemici, il che lascia il giocatore con un senso di enorme perdita ed un desiderio di vendetta. Un nemico inarrestabile lascia il giocatore privo di vie di fuga e lo coinvolge in un conflitto da cui è possibile sottrarsi. Il proseguimento, Metal Gear Solid V: The Phantom Pain, è il modo in cui viene messa in atto questa vendetta. I giocatori mettono insieme un esercito e le risorse ad esso necessarie, oltre alle armi nucleari che servono come protezione. Via via che il giocatore procede nel corso del gioco, sente il desidero di vendicarsi, si erge quel senso di “giustizia” che è stato un tema comune lungo tutta la serie.»
«In aggiunta, la modalità di gioco online (le FOB, ndr) offre al giocatore la possibilità di scegliere di disarmare il suo arsenale atomico, con l’obiettivo di liberare completamente il mondo di gioco dalle armi atomiche. Ma, per quanto ne so io, non è un obiettivo che sia stato ancora raggiunto. Se non possiamo riuscirci nel mondo reale, almeno nel mondo della finzione l’umanità, la specie che ha creato le armi nucleari, si trova di fronte alla possibilità di prendere una scelta consapevole e di liberare il mondo dalle armi atomiche. Grazie a questa esperienza, i giocatori potranno capire cosa significa davvero prendere posizione contro la guerra e gli armamenti nucleari. I giocatori hanno sentito il bisogno di assicurarsi delle armi atomiche, mentre altri hanno deciso di disarmarsi. Credo che questa esperienza e il suo processo siano lo scopo principale della serie Metal Gear.»
In Death Stranding, non ci saranno buoni e cattivi
Dopo le interessanti riflessioni relative alle tematiche della serie Metal Gear, Kojima è tornato sul suo attuale progetto, Death Stranding, che vuole segnare un nuovo corso narrativo per i videogiochi.Il game designer ha sempre dichiarato di aver tratto ispirazione dall’idea di Kobo Abe, che parla dell’umanità che si serve di “bastoni” per allontanare ciò che è pericoloso ed ostile, e di “corde” per legarsi alle cose positive e proteggerle. «Sono passati cinquantacinque anni da quando nacque il videogioco Spacewar!, eppure i videogiochi ancora oggi vedono principalmente il giocatore armarsi di bastoni per combattere contro qualcun altro. Praticamente non si riesce ad interrompere questa maledizione, in cui si deve usare il bastone per tenere lontano chi è malvagio, o per sconfiggere i nemici. Io voglio cambiare questa cosa, penso sia il momento che l’umanità prenda in mano la corda. Siamo pronti per un gioco che non si basi sulla competizione, ma sulla corda che porterà al giocatore le cose positive e creerà dei legami. Non abbiamo nessun bisogno di un videogioco dedicato a dividere i giocatori tra vincitori e perdenti, ma ne vogliamo uno che parli dei legami su un livello differente. Il mio attuale progetto, Death Stranding, vuole raggiungere quest’obiettivo.» «Sono passati più o meno centoventi anni dall’avvento del cinema, ne sono passati cinquantanove da quello dei videogiochi. Siamo ancora immersi in un flusso di giochi dove ci si concentra sullo sconfiggere i nemici. È venuto il momento che i videogame abbiano il loro “Dunkirk”, il loro “La Grande Fuga”. Abbiamo bisogno di un gioco che mantenga l’essenza del divertimento che è unica di questo medium, ma che offra anche un’esperienza nuova, di un tipo completamente diverso. In aggiunta, la natura interattiva dei videogiochi significa che questa nuova esperienza potrà essere più profonda di quanto i film o gli altri media possano sperare di offrire. Questo è ciò che credo e non mi sottrarrò a questa sfida.»Vi ricordiamo che Death Stranding è atteso su PlayStation 4 e sarà il primo videogioco di Hideo Kojima dopo il divorzio da Konami.Come sempre, non perdete le pagine di SpazioGames per tutte le novità che saranno diramate sul nuovo titolo di Kojima Productions.Fonte: Metal Gear Informer