Activision condannata a un risarcimento di $23.4 milioni

Dopo una lunga battaglia legale, Activision è stata condannata a risarcire un'azienda per violazione di alcuni brevetti di copyright.

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a cura di Valentino Cinefra

Staff Writer

Activision è stata spesso al centro delle cronache negli ultimi mesi e oggi lo è ancora, per via di un risarcimento gigantesco che sarà costretta a pagare a favore di Acceleration Bay.

Come riporta Games Industry, infatti, una giuria ha stabilito che Activision Blizzard pagherà all'incubatore tecnologico Acceleration Bay $23.4 milioni per violazione di brevetti.

L'azione legale era stata avviata da Acceleration Bay nel 2015 e, dopo tanti anni, è arrivato un verdetto definitivo a suo favore.

Il caso depositato presso la Corte Distrettuale degli Stati Uniti per il Distretto del Delaware sosteneva che i brevetti per il networking e la trasmissione di dati sono stati utilizzati all'interno di Call of Duty, specificatamente nel comparto multiplayer dello shooter di Activision e anche in altri titoli.

Una cosa che, a quanto pare, è accaduta in altre occasioni ad Acceleration Bay, che negli anni ha intentato altre cause (ancora in corso) per violazione di brevetti contro EA, Take-Two e Amazon Web Services.

L'azienda dovrà così pagare ad Acceleration Bay $18 milioni per violazione del copyright per World of Warcraft e $5.4 milioni per due episodi della saga di Call of Duty (che trovate su Amazon).

Proprio gli stessi Call of Duty che hanno ucciso anche Tony Hawk's Pro Skate 3+4, stando alle ultime informazioni.

L'accusa è riuscita a dimostrare con efficacia che i prodotti di Activision identificati hanno violato una o più rivendicazioni dei brevetti rivendicati, e ora l'azienda dovrà pagare per i suoi errori.

Una cosa simile è accaduta anche a Sony con PlayStation 4, che negli ultimi tempi ha dovuto pagare un risarcimento non indifferente per una vicenda legata ai controller third party.

Rimanendo in casa, invece, Microsoft lo scorso anno si è ritrovata nella grande bagarre contro la FTC anche in un momento in cui è stata costretta a sborsare una grandissima cifra per alcune questioni irrisolte.

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