La recente firma di un contratto collettivo tra Microsoft e i lavoratori del controllo qualità (QA) di ZeniMax potrebbe avere finalmente segnato un nuovo passo positivo per la games industry – che, come sapete, da ormai almeno un paio di anni è bombardata da notizie negative sulle condizioni di lavoro di chi i videogiochi li rende possibili.
Come è stato svelato, dopo quasi due anni di negoziati, i dipendenti QA della società madre di Bethesda hanno raggiunto un accordo provvisorio con il colosso di Redmond, arrivando a stabilire nuovi standard – ancora di più per i team di QA, spesso un po' bistrattati nonostante il loro lavoro di testing sia fondamentale per la qualità finale di un gioco.
L'intesa, ancora in fase di finalizzazione, vuole introdurre aumenti salariali sostanziali e minimi retributivi garantiti per tutti i lavoratori coinvolti.
Come sappiamo, dopotutto, i videogiochi generano ricavi superiori a qualsiasi altro settore dell'intrattenimento, eppure i professionisti che li creano raramente godono di condizioni lavorative all'altezza di tale successo economico.
Il Communication Workers of America (CWA), sindacato che ha supportato la mobilitazione, ha evidenziato come questo accordo possa fungere da modello per una intera industria che si regge su contraddizioni – la cacciata ciclica degli autori che creano i videogiochi e le premialità sempre più grasse per chi siede nella stanza dei bottoni.
«L'industria dei videogiochi domina da anni il settore dell'intrattenimento in termini di fatturato, ma i lavoratori che sviluppano questi giochi vengono troppo spesso sfruttati per la loro passione e creatività» sono state le parole di Jessee Leese, tester QA presso ZeniMax.
«L'organizzazione sindacale, la contrattazione collettiva e la capacità di parlare con una voce comune hanno permesso ai lavoratori di riappropriarsi dell'autonomia che tutti meritiamo».
In effetti, la mobilizzazione ha coinvolto oltre 200 sviluppatori di Bethesda operanti negli studi statunitensi di ZeniMax, che lo scorso anno avevano già formato un'unione sindacale intersettoriale con l'obiettivo dichiarato di «stabilire un nuovo standard per il nostro settore».
Il fatto che un numero così alto di persone si sia mosso nella stessa direzione ha premiato la strategia, considerando che finalmente si è arrivati all'accordo.
Chissà che questo primo passo non possa in effetti rappresentare un precedente importante a cui altri sviluppatori potranno appellarsi – anche perché ZeniMax è sotto il cappello di Microsoft, che ha sotto la sua egida una infinità di studi (ciascuno con il suo settore QA, peraltro).
Vedremo quali saranno le reazioni dell'industria e, perché no, di sviluppatori parte di altri studi. È importante che ci si renda conto che i videogiochi non esistono senza le persone che li creano, e che questo rende quelle persone non sacrificabili – a meno che, con loro, non si voglia sacrificare anche la futuribilità del videogioco stesso.