Le IA hanno raggiunto i videogiochi in un titolo Xbox Game Pass, e non è un bene

Il co-creatore di High On Life ha dichiarato che il team ha usato l'IA di Midjourney per aggiungere i ritocchi finali al gioco.

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a cura di Marcello Paolillo

Senior Staff Writer

Alcuni giocatori di High On Life dall'occhio particolarmente lungo hanno indagato sui poster del gioco e hanno scoperto che presentano alcune somiglianze con l'arte delle IA (programmi di intelligenza artificiale che creano immagini da descrizioni testuali), tanto in voga in questi mesi.

Il gioco, disponibile anche sul servizio in abbonamento di casa Microsoft (lo trovate in sconto su Amazon) è piaciuto a critica e pubblico per il suo stile decisamente bizzarro.

Le IA, divenute celebri anche quando si tratta di errori evidenti (come occhi storti, dita in più di piedi e mani, oltre a proporzioni irregolari) sembrano essere state utilizzate anche nel mondo dei videogiochi.

Il co-creatore di High On Life, Justin Roiland, ha dichiarato a Sky News (via The Gamer) che il team ha usato l'IA di Midjourney per aggiungere i ritocchi finali.

«Fa sembrare il mondo uno strano universo alternativo del nostro mondo, e l'abbiamo usato per trovare idee strane e divertenti. Non so cosa ci riservi il futuro, ma l'IA sarà uno strumento che ha il potenziale per rendere la creazione di contenuti incredibilmente accessibile», ha spiegato Roiland.

Si tratta di una scelta preoccupante, poiché ci sono già innumerevoli artisti che faticano a trovare lavoro e che avrebbero potuto essere facilmente assunti per creare questi poster per High On Life, invece di affidarsi a un'intelligenza artificiale che "ruba" l'arte per creare lavori simili.

Per chi non lo sapesse, l'IA viene addestrata sulla base di dati raccolti senza consenso, ricreando interi stili e motivi in modo così palese che molti hanno affiancato le loro opere a quelle dell'IA virale, mostrando quanto siano simili.

Inoltre, come spiega Roiland, tutto ciò implica che l'arte sia un lavoro di fatica, piuttosto che una forma di espressione da celebrare.

Anche a prescindere dalla scarsa etica, l'arte dell'IA è piena di errori che non si verificherebbero se si assumessero artisti veri, come gran parte dell'anatomia umana, dando vita a pasticci orribili che tendono a confondere i tratti o a tralasciare del tutto parti fondamentali.

Insomma, per quanto ci riguarda, fuori le IA dai videogiochi. Restando in tema, i primi videogiochi interamente creati dalle AI stanno facendo la loro comparsa su Steam, e forse potevamo rimanere senza stavolta.

Ma non solo: una IA ha immaginato la trama di The Last of Us Parte 3: ecco com'è andata, nonostante tutto.