Kojima: siamo in crunch per rispettare l'uscita di Death Stranding

Sui social, Hideo Kojima riferisce che la software house sta vivendo un periodo di crunch per la consegna di Death Stranding

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a cura di Stefania Sperandio

Editor-in-chief

Sentiamo sempre più parlare apertamente, per fortuna, dei problemi di crunch che colpiscono le software house autrici di videogiochi: si tratta della pratica, a ridosso dell’uscita, di spingere ai massimi limiti i membri del team per cercare di rispettare le consegne del proprio progetto. Sviluppatori hanno riferito, ad esempio, di non essere riusciti a tornare a casa per giorni e aver dormito in ufficio – nell’area grigia in cui la compagnia non pretenderebbe questi turni, ma in cui il dipendente si sente comunque forzato a rispettarli.

Il risultato è la compromissione della salute delle persone che realizzano i videogiochi che amiamo, se queste pratiche dovessero prolungarsi nel tempo.

Al lavoro su Death Stranding, anche Hideo Kojima con la sua nuova Kojima Productions ha riferito apertamente che, in vista dell’uscita a novembre del gioco, la software house sta affrontando un periodo di crunch.

«Death Stranding avrà l’elemento di qualcosa che non è mai esistito prima, il gameplay, l’atmosfera del suo mondo, il comparto grafico che volevamo creare. Lo studio che ho realizzato era un piccolo studio indipendente, ma stiamo facendo del nostro meglio per consegnare il prodotto per il lancio dell’8 novembre. Siamo ancora nella fase di crunch dello sviluppo» sono state le parole di Kojima, affidate a un tweet.

Numerosi i messaggi dei fan che, sotto il cinguettio, invitavano il game designer a procrastinare l’uscita del gioco di qualche mese, se questo dovesse aiutare a salvaguardare la salute di chi lo sta realizzando.

La candida dichiarazione di Kojima è solo l’ultima di un tema divenuto sempre più caldo nell’ultimo anno: dalla questione legata a Rockstar – con le dichiarazioni iniziali dei tre sceneggiatori che fecero da apripista per altre testimonianze, dallo sviluppo al QA – a quella di BioWare, passando per l’autodenuncia di CD Projekt RED e per le recenti testimonianze su Naughty Dog, che si associano a quelle passate fatte da Amy Hennig. Per il momento, sembra che il crunch sia ancora una pratica molto diffusa, nel tentativo di rispettare le scadenze, ma si è cominciato almeno a parlarne più apertamente per cercare di affrontare il problema.