Hideo Kojima parla delle difficoltà e le ispirazioni dei videogiochi

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a cura di Stefania Sperandio

Editor-in-chief

Hideo Kojima ha partecipato ad un evento a Tokyo, nel corso del quale ha parlato a ruota libera della creazione di videogiochi, delle fonti d’ispirazione che possono aiutare un autore a portare avanti il suo lavoro. Secondo Kojima, viste le difficoltà nelle quali si va incontro, è importante amare ciò che si fa, per riuscire a respingere le avversità. Quando uno dei presenti gli ha chiesto in che modo sia riuscito a portare avanti i progetti contro tutti gli imprevisti e i contrasti con Konami
ormai ben noti, Kojima ha spiegato che “è perché amo quello che faccio. A volte può essere difficile. Quando mi sento abbattuto, mi siedo e guardo il making of del film di James Cameron “The Abyss”, che è stato parecchio tosto. Oppure il documentario di Nicolas Winding Refn sulle disavventure nella realizzazione dei suoi film. Sono cose che mi danno coraggio., Mando giù qualche antidolorifico e vado avanti.”
“Penso che devo amare [questo lavoro], altrimenti non sarei mai in grado di andare avanti. Se fossi uno che molla, non raggiungerei mai niente, quindi devo semplicemente avere fiducia in me stesso” ha aggiunto l’autore di Metal Gear e ZOE.Per quanto riguarda le fonti d’ispirazione, invece, Kojima ha dichiarato che “l’ispirazione arriva per 24 ore al giorno. Reagisci semplicemente agli stimoli intorno a te. Ascoltare la musica, parlare con le persone, viaggiare, guardare un film, leggere un libro, fare una passeggiata nel quartiere, guardare gli uccelli o il cielo. Input da tutte queste cose influenzano il mio pensiero. La parte complicata è convertire questa ispirazione in qualcosa di concreto.” All’evento era effettivamente presente anche Refn e Kojima ha scherzato su una cosa che ci fa pensare a Death Stranding: con una battuta, ha dichiarato di aver contattato Refn perché “volevo conoscere Mad Mikkelsen, la star di Valhalla Rising.” Rumor che sicuramente ricorderete avevano suggerito che Mikkelsen farebbe parte del cast degli interpreti di Death Stranding, insieme al già confermato Norman Reedus.“Nei giochi, così come nei film, la musica è tutto” ha aggiunto Kojima, riflettendo insieme al regista. “Il 50 o 60% dipende dalla musica. Credo che l’uso della musica di Refn sia fantastico. Alcuni registi prima girano le scene e poi aggiungono la musica alla fine, ma Refn secondo me ha già la musica in mente quanto scrive lo script. Il risultato è che immagini e audio diventano un corpo unico.”Voi cosa pensare del sonoro nei videogiochi? Pensate sia effettivamente importante come ritenuto da Kojima?