Immagine di Greak Memories of Azur | Recensione - Il nuovo metroidvania per chi ama Hollow Knight
Recensione

Greak Memories of Azur | Recensione - Il nuovo metroidvania per chi ama Hollow Knight

Greak Memories of Azur prova a dire la sua nell'affollato mondo dei metroidvania

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a cura di Nicolò Bicego

Redattore

Informazioni sul prodotto

Immagine di Greak Memories of Azur
Greak Memories of Azur
  • Sviluppatore: Navegante Entertainment
  • Produttore: Team17
  • Distributore: Koch Media
  • Piattaforme: PC , XSX , SWITCH , PS5
  • Generi: Azione , Metroidvania
  • Data di uscita: 17 agosto 2021

I titoli platform-action in stile metroidvania hanno vissuto una vera e propria seconda giovinezza a cavallo tra la settima e l’ottava generazione di console. Un’infinita sequela di titoli a basso e medio budget ha rivilatizzato questo approccio ai platform-action, sperimentando ibridazioni con generi differenti ed ottenendo gradi differenti di successo. Per citare giusto qualche nome tra i più famosi, possiamo pensare a Child of Light, Hollow Knight, Ori and the Blind Forest ed il suo sequel, Ori and the Will of the Wisps; o ancora Salt and Sanctuary e Carrion, per aggiungere un titolo di uscita piuttosto recente.

L’elenco, ovviamente, potrebbe andare avanti a lungo; è chiaro, però, che in questo contesto sempre più sviluppatori vogliano tentare di dire la loro, proponendo la loro visione di questo peculiare sotto-genere videoludico. Tra questi, troviamo i ragazzi di Navegante Entertainment, autori di Greak: Memories of Azur.

Il loro titolo ha attirato alla nostra attenzione grazie alla sua direzione artistica, che può vantare deliziose animazioni disegnate a mano, oltre ad un’atmosfera spiccatamente fiabesca che ci ha ricordato, entro una certa misura, l’ottimo e mai dimenticato Child of Light, nonché la serie di Trine, citata dagli sviluppatori come fonte di ispirazione.

Il gioco è in uscita il 17 agosto su PlayStation 5, Xbox Series X|S, Nintendo Switch e PC. Abbiamo avuto la possibilità di testare in anteprima la versione PlayStation 5, e siamo qui per darvi il nostro parere sulle avventure di Greak e dei suoi fratelli.

Una fiaba da giocare

La storia di Greak Memories of Azur (solamente Greak d’ora in avanti) riprende alcuni topos letterari tipici della narrativa fiabesca; abbiamo infatti un continente florido e pacifico, di cui fanno parte le terre di Azur, abitate dagli altrettanto pacifici e cordiali Courine. Tutto sembra andare bene, fino a quando una misteriosa piaga colpisce il continente: la malattia comincia a corrompere tutto ciò che trova sul suo cammino, ed insieme ad essa arriva una specie in grado di mettere a rischio l’esistenza stessa dei Courine, ovvero gli Urlag.

Mentre gli Urlag avanzano su Azur, conquistando fette sempre maggiori di territorio, i Courine non possono che battere in ritirata, cercando di sopravvivere come meglio possono all’inesorabile avanzata dei loro nemici. È in questo contesto che entrano in gioco i nostri tre protagonisti, i fratelli Greak, Adara e Raydel. Proprio con Greak, che dà il nome al gioco, prendono inizio le nostre avventure: il nostro primo compito sarà infatti quello di riunirlo al fratello e alla sorella, da cui i venti di guerra lo hanno separato.

Come potrete intuire, certamente la storia di Greak non brilla per originalità; tuttavia, gli sviluppatori di Navegante Entertainment hanno messo un’estrema cura nella realizzazione del loro mondo di gioco, plasmando con attenzione il background narrativo di Azur e dei suoi numerosi abitanti. Questo amore per la propria creatura, unita alle atmosfere fiabesche che permeano le vicende narrate, ci ha fatto apprezzare la storia di Azur nonostante la sua evidente natura derivativa, che deve molto all’immaginario classico della letteratura fiabesca.

È stato proprio il tipo di atmosfera che ci ha riportato alla mente titoli come Child of Light o Trine, o anche l'ottimo Hollow Knight, sebbene ci sia molto a differenziare Azur da tutti i predecessori.

Con Child of Light, in particolare, Greak condivide anche la scelta di una direzione artistica particolare. In questo caso, infatti, gli sviluppatori hanno deciso di puntare su fondali disegnati a mano per la loro avventura, che ci accompagneranno lungo il corso della storia mostrandoci ambientazioni sempre diverse.

È stata proprio la direzione artistica di Greak a catturare la nostra attenzione in prima battuta, come dicevamo, e dopo averci giocato non possiamo che confermare le ottime prime impressioni: Greak ha stile da vendere, e rimarrete spesso a bocca aperta di fronte alla bellezza delle ambientazioni, sempre realizzate con una cura maniacale per i dettagli.

Il gioco, inoltre, non presenta alcun tipo di problema tecnico: l’azione scorre fluida e senza intoppi, e non abbiamo particolari note dolenti da segnalare per quanto riguarda la versione PlayStation 5 da noi testata. Come spesso accade, la direzione artistica ispirata va a braccetto con una colonna sonora sopraffina, in grado di fare eco alle atmosfere trasmesse visivamente.

Mancano delle tracce veramente memorabili, questo è vero: difficilmente vi ritroverete ad ascoltare la colonna sonora di Azur fuori dai momenti di gioco. Le tracce presenti, però, funzionano ottimamente come accompagnamento all’azione e alla storia narrata, dunque ci sentiamo di promuovere anche il comparto sonoro a pieni voti.

Un’avventura per tre

Sotto il profilo del gameplay, Greak ripropone le meccaniche classiche dei platform-action in stile metroidvania: nei panni dei tre fratelli, dovremo attraversare le numerose location di gioco, completando quest principali e secondarie, affrontando nemici a colpi di spada (o magia), affrontando sezioni platform ed anche sporadici puzzle ambientali.

Insomma, la struttura di gioco è piuttosto canonica, e gli sviluppatori non hanno apportato rivoluzioni di sorta. A differenziare Greak da altri titoli, però, ci sono proprio i suoi protagonisti e le meccaniche che ruotano intorno ad essi. Inizialmente potremo controllare soltanto Greak (e sarà così anche in alcuni livelli successivi), ma procedendo nella storia potremo sbloccare anche la sorella Adara ed il fratello Raydel.

Ciascuno dei tre fratelli è dotato di caratteristiche uniche. Greak è in grado di attaccare con la spada, può utilizzare un arco (dotato di un numero di frecce limitato). Soprattutto, però, è in grado di eseguire un doppio salto che lo rende in grado di raggiungere posti alti, ed è inoltre in grado di nuotare per un breve tempo.

Adara, invece, non ha a disposizione armi, ma può attaccare a distanza (limitata) con la sua magia. È in grado, inoltre, di fluttuare in aria per un breve periodo di tempo, ed è capace di trattenere il respiro più a lungo di Greak.

Raydel, infine, punta tutto sulla sua forza bruta: è il più potente dei tre fratelli ed è l’unico in grado di difendersi da diverse tipologie di attacco grazie allo scudo; in compenso, però, non è in grado di nuotare. Quando abbiamo disponibili due o tre fratelli possiamo passare dall’uno all’altro con la semplice pressione di un tasto. Gli altri fratelli non scompariranno semplicemente, ma rimarranno sullo schermo. Non ci seguiranno in automatico come succede in altri titoli: per farci seguire, dovremo mantenere premuto il tasto L2 quando siamo vicini a loro. Solo in questo modo seguiranno ogni nostra mossa. In alternativa, una volta lontani è possibile premere R2 per richiamare a sé gli altri fratelli non controllati.

Imparare a gestire queste meccaniche è fondamentale: innanzitutto, il gioco ci proporrà di tanto in tanto degli enigmi ambientali che ruoteranno intorno proprio all’utilizzo dei diversi fratelli: dovremo dunque ingegnarci per capire dove posizionare ciascun personaggio per poter proseguire. Anche durante il resto dell’avventura, però, dovremo sempre tenere bene in vista i personaggi che non stiamo utilizzando, perché essi possono essere attaccati, e se soltanto un fratello cade in battaglia la partita finisce.

Questa meccanica ci ha convinti soltanto a metà: se da una parte abbiamo apprezzato il suo utilizzo nel contesto dei puzzle, nel resto del gioco risulta più fastidiosa che divertente.

Altre due note dolenti che vogliamo segnalare riguardano l’inventario ed il sistema di salvataggio. L’inventario conta inizialmente soltanto tre slot per personaggio; davvero poco se consideriamo che anche gli oggetti chiave per le quest occupano uno slot.

Questo si traduce talvolta in viaggi ripetuti soltanto perché non si aveva spazio a disposizione per un particolare oggetto, necessario per proseguire. Si potrebbe sempre rinunciare ad altri oggetti, come le cure; questo però non è particolarmente raccomandabile, visto che il gioco utilizza un sistema di salvataggio a punti fissi: venire sconfitti durante l’avventura, dunque, può tradursi in una perdita di diverse decine di minuti di gioco, in alcuni frangenti.  Sia chiaro, il gioco non è particolarmente difficile, ma avremmo ben gradito la possibilità di salvare più di frequente.

Per il resto, Greak svolge in modo più che adeguato il “compito” di un metroidvania: ci sono molte location da esplorare, tutte diverse da loro; i combattimenti, nella loro semplicità, risultano divertenti, così come le fasi platform e puzzle. Insomma, non fatevi ingannare dai difetti che abbiamo elencato: nonostante la loro presenza, Greak rimane decisamente un buon gioco, raccomandabile sicuramente agli appassionati del genere.

Ci sono però due rammarichi che vogliamo esprimere. Innanzitutto, il gioco sarebbe potuto tranquillamente durare di più: nonostante una durata discreta, si ha l’impressione che l’avventura finisca comunque troppo presto. Inoltre, abbiamo avuto l’impressione che fosse nato per essere giocato in co-op: il fatto di avere quasi sempre due o tre personaggi da controllare lo avrebbe reso un candidato ideale per una modalità multiplayer locale, che avrebbe sicuramente contribuito anche ad alleggerire il difetto legato al sistema dei personaggi di cui abbiamo parlato sopra, oltre a rendere l’avventura sicuramente più divertente.

È un vero peccato che gli sviluppatori non abbiano deciso di implementare questa possibilità, perché già essa da sola avrebbe garantito al titolo una valutazione maggiormente positiva nelle nostre considerazioni finali. Purtroppo, però, così non è stato.

Versione recensita: PS5

Se volete fare subito vostro Greak Memories of Azur, vi consigliamo di approfittare dell'acquisto al prezzo minimo per l'edizione fisica del gioco.

Voto Recensione di Greak Memories of Azur - Recensione


7.3

Voto Finale

Il Verdetto di SpazioGames

Pro

  • Direzione artistica ispirata

  • Un metroidvania costruito con competenza

  • La gestione dei personaggi ci ha convinti...

Contro

  • ... ma solo a metà

  • Inventario poco spazioso e punti di salvataggio non sempre disponibili

Commento

Greak Memories of Azur è un metroidvania discreto, graziato da una direzione artistica ispirata che vi farà rimanere più volte a bocca aperta. Sul fronte del gameplay si differenzia da altri titoli del genere grazie alla peculiare gestione dei personaggi, che però ci ha convinti soltanto a metà. Un peccato anche l'assenza di una modalità co-op, per cui il gioco si sarebbe decisamente prestato. Al netto di queste mancanze, però, ci sentiamo di consigliare Greak Memories of Azur a tutti gli appassionati di platform-action in cerca di una nuova avventura che gli tenga compagnia in questa afosa estate.
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