Immagine di Disco Elysium The Final Cut: il gioco più premiato del 2019 ora su console | Recensione
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Disco Elysium The Final Cut: il gioco più premiato del 2019 ora su console | Recensione

Strambo, coraggioso, verboso. Ma Disco Elysium ha anche dei difetti.

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a cura di Gianluca Arena

Senior Editor

Informazioni sul prodotto

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Disco Elysium
  • Sviluppatore: ZA/UM
  • Produttore: ZA/UM
  • Piattaforme: PC , PS4 , XONE , SWITCH
  • Generi: Gioco di Ruolo
  • Data di uscita: 15 ottobre 2019 (PC), TBA 2020 (PS4, Xbox One, Switch)

Si è fatto attendere forse troppo ma, una volta arrivato, ovvero qualche giorno fa, Disco Elysium The Final Cut si è subito mostrato come un insospettabile pretendente per il GOTY di un 2021 che forse, tra rinvii ed incertezze, non sarà ricordato come l'anno migliore per l'industria videoludica. Al netto di una build iniziale piuttosto sporca, subito rettificata da un paio di patch mirate, la creature di ZA/UM è finalmente pronta a stupire tanto l'utenza PS5 quanto quella PS4 (versione da noi provata).

Se nutrite anche solo un vago interesse per i CRPG e per le storie scritte bene e raccontate meglio, allora dovreste continuare a leggere.

Manifesto futurista

Inizialmente pubblicato per la sola piattaforma PC nell'ottobre del 2019, Disco Elysium è figlio dell'amore smisurato di un piccolo team di sviluppo estone (formato da artisti, scrittori ed attivisti più che da programmatori puri) per i giochi di ruolo vecchia scuola e per le storie investigative, capace di guadagnarsi la ribalta grazie ad una scrittura tagliente ed efficace, a personaggi incredibilmente ben narrati e a tematiche mai banali.

Come attestato dalla nostra recensione dell'epoca, firmata dal nostro Daniele Spelta, la creatura di ZA/UM seppe stupire ed appassionare, far riflettere e divertire in egual misura, riscuotendo un successo tanto di critica quanto di pubblico francamente inaspettato, seppur meritatissimo.

Difficile descrivere in maniera precisa Disco Elysium a chi non ha avuto la fortuna di provarlo in prima persona: il paragone più consono, quantomeno concettualmente, è quello con Planescape Torment, a detta di molti uno dei migliori giochi di ruolo occidentali della storia del videoludo, ma l'ambientazione, le implicazioni socio-politiche e la modernità dei temi trattati lo elevano ulteriormente, rendendo necessaria la definizione di un nuovo sotto-genere all'interno della macro-categoria dei CRPG.

Il prodotto ZA/UM è, allo stesso tempo, un thriller investigativo, un gioco di ruolo ispirato a quelli da tavolo, una visual novel ed un piccolo open world in nuce, e riesce ad amalgamare gli ingredienti fondanti di ognuno di questi generi in uno zibaldone tanto coeso quanto godibile, che lascia ampia libertà di approccio al giocatore e ne solletica il gusto per la scoperta e per la conversazione (virtuale, ma non troppo).

Rimandarvi alla lettura della nostra recensione originaria rappresenta il modo più semplice per aiutarvi a comprendere l'unicità e la peculiarità del prodotto, ma anche alla fine della nostra seconda run peccheremmo di presunzione se dicessimo di aver compreso fino in fondo la vera natura del progetto e degli intenti di chi lo ha programmato nella loro interezza.

E va benissimo così.

Nessun bisogno di modifiche

L'amnesia del protagonista, abusato stratagemma narrativo di cui Disco Elysium si serve, seppure in maniera assai meno prevedibile di tanti altri congeneri, rimane l'unica concessione ai topoi classici del genere da parte di un prodotto altrimenti pieno di idee innovative, che non ha paura di far ascoltare e leggere una generazione di giocatori che fatica a concepire il videogioco come medium capace anche di altro oltre che sparare o picchiare.

La flessibilità del sistema ruolistico è incredibile, e favorisce non solo la creatività dei giocatori meno convenzionali, ma anche la rigiocabilità, garantendo build assai differenti tra loro con effetti radicalmente opposti sulle dinamiche di gioco e sulle interazioni con le decine di personaggi non giocanti che incontreremo lungo la via.

Peraltro, a rafforzare l'idea che questo prodotto vada fruito più volte, le quattro nuove questline politiche introdotte in questa Final Cut non possono essere godute tutte nella medesima run: l'accesso ad una di esse impedisce di godere delle altre, e se normalmente questa scelta potrebbe far storcere il naso a qualcuno, da parte nostra siamo felici di avere una scusa per tornare a Revachol una terza volta nel prossimo futuro.

Dal punto di vista del gameplay, comunque, non c'era assolutamente nulla che non andasse nella versione originaria, e quindi, seguendo il motto che recita "squadra che vince non si cambia", ZA/UM non ha messo mano alle principali meccaniche di gioco, riproponendo il riuscitissimo miscuglio di fasi esplorative, dialogiche e sporadici combattimenti, se proprio così li vogliamo chiamare.

La creazione del personaggio e l'enfasi sulla capacità di leggere tra le righe delle migliaia di dialoghi risultano ancora due degli elementi fondanti della produzione, che vincola il giocatore solamente al frequente lancio di dadi, lasciandolo per il resto totalmente libero tanto sulle scelte pertinenti la build del suo personaggio quanto sull'ordine in cui interrogare i sospetti e l'atteggiamento da tenere nei loro confronti.

Leggere, ascoltare, esplorare ed interagire con gli oggetti dello scenario, in quest'ordine, sono le azioni più frequenti in Disco Elysium: The Final Cut, ma ridurre il capolavoro ZA/UM alla mera somma delle sue parti non renderebbe affatto giustizia al gargantuesco lavoro di ricerca, scrittura e world building che si cela sotto la sua superficie.

Distante dai canoni codificati, coraggioso ed incosciente, apparentemente inadatto ad un pubblico votato a prodotti più immediati e di facile fruizione, Disco Elysium The Final Cut è senza dubbio uno dei prodotti più interessanti e meritevoli di questo fin qui avaro 2021 videoludico.

Vediamo adesso come se la cava dal punto di vista tecnico il port per console.

Buon port, eccellente gioco

Poco meno di un milione di parole, il novantanove per cento delle quali doppiate egregiamente da un cast all'altezza dell'eccellente livello di scrittura, composto da circa sessanta diversi attori: questa è una delle novità più interessanti portate in dote da questa Final Cut, che, sull'onda del successo e degli incassi della prima versione del gioco, ha permesso al team di sviluppo di ingaggiare un gran numero di nuove voci per personaggi precedentemente silenti o doppiati solo in parte.

Inutile sottolineare quanto l'accresciuta mole di doppiaggio aiuti l'immedesimazione del giocatore e impreziosisca le fasi migliori di una storia che già aveva saputo guadagnarsi lodi sperticate un anno e mezzo or sono: siamo rimasti sinceramente colpiti dalla scelta delle voci, dalle prove recitative, dall'accento particolare donato a certi personaggi, spesso incredibilmente vicino a quello che, nella nostra testa, avevamo assegnato loro giocando alla prima versione del gioco su PC.

Ci sono anche tanti altri piccoli dettagli che vanno ad arricchire il quadro completo: detto delle questline inedite, vogliamo sottolineare, tra le altre, un gran numero di nuove animazioni, che rendono più fluida e naturale l'esplorazione del magnetico mondo di gioco, nuove soluzioni a puzzle e passaggi piuttosto controversi del titolo originale, background meno statici e una pulizia generale del codice decisamente superiore a quella del lancio originario, visto che questa versione include tutte le patch pubblicate fin qui per essa.

Non guasta nemmeno il fatto che acquistando il gioco si sblocchino tanto la versione PS4 quanto quella PS5 (mentre i possessori della versione PC riceveranno tutte le migliorie della Final Cut gratuitamente via upgrade): la versione per la console next-gen di Sony può vantare il supporto al 4K e ai 60 fps, sebbene, nella nostra esperienza su PS4 Pro, il livello di fedeltà visiva raggiunta fosse solo di poco inferiore.

Ci sono stati anche dei problemi, beninteso, e sebbene la maggior parte di essi sia stata risolta con le due patch uscite da quando abbiamo ricevuto il codice per questa recensione, alcuni permangono, sebbene nessuno di essi impatti in maniera drastica sulla godibilità del gioco.

Tra le problematiche risolte segnaliamo il frame rate, zoppicante nella prima build e perlopiù fisso a 60 fps allo stato attuale, quantomeno sulla macchina mid-gen di Sony, mentre permangono criticità legate al posizionamento del personaggio rispetto agli oggetti con cui è possibile interagire, invero abbastanza comuni ai port da PC e nel passaggio da mouse a pad.

Non ci hanno poi convinto alcune delle scelte operate in fase di riprogettazione dell'interfaccia utente, come quella di assegnare gli oggetti curativi ai tasti destro e sinistro della croce direzionale, che svolgono anche altre funzioni, con il risultato di generare confusione e sprecare risorse qua e là.

Ma parliamo davvero di piccolezze, perché il grosso del lavoro di porting è stato effettuato con perizia, e siamo sicuri che, esattamente come accaduto per la versione PC nel 2019, il team arrotonderà in breve tempo tutti gli spigoli della build console, come già accaduto con il frame rate a sole quarantott'ore dal lancio.

Chiosa finale per l'assenza (attesa, ma lo riportiamo per dovere di cronaca) della lingua italiana: se, da un lato, essa avrebbe aiutato di molto la comprensione ed allargato a dismisura il possibile bacino d'utenza per il prodotto, dall'altro sarebbe stato impossibile per un team delle dimensioni di quello estone tanto sobbarcarsi la localizzazione in lingue diverse dall'inglese quanto affidarla ad un team esterno, con conseguente esborso.

La speranza è l'ultima a morire, però, e chissà che il futuro non ci riservi quantomeno la sottotitolazione nell'idioma del sommo Dante.

Per giocare Disco Elysium su console vi basta PS4: potete approfittare del prezzo di Amazon per portarla a casa.

Voto Recensione di Disco Elysium - Recensione


9

Voto Finale

Il Verdetto di SpazioGames

Pro

  • Doppiaggio diffuso ed incredibilmente azzeccato

  • Livelli di scrittura altissimi

  • Eccellente caratterizzazione dei personaggi

  • Dialoghi e world building da manuale (di D&D)

  • Su console non c'è niente altro di lontanamente paragonabile

Contro

  • Qualche scelta di design discutibile nei controlli su console

Commento

Disco Elysium The Final Cut è uno splendido errore, un gioco apparentemente non adatto al pubblico console ma che arriva su queste ultime nella sua forma migliore, seppur con qualche piccolo problemino tecnico ancora pendente al momento di redigere questo pezzo. Ma nessuna incertezza del motore e nessuna scelta discutibile nel redesign dell'interfaccia utente potranno mai sminuire l'eccellente lavoro di scrittura, l'arguta caratterizzazione dei personaggi, lo straordinario worldbuilding e l'incredibile densità dei dialoghi che permeano il lavoro di ZA/UM. Titoli come questo rappresentano un piccolo passo per il genere di appartenenza ma uno molto più grande per il nostro amato medium, che si dimostra capace, una volta di più, di trattare temi sociali, politici ed esistenziali di grandissima profondità. Eppure, nonostante la sua fulgida bellezza, ci sono categorie di videogiocatori, soprattutto su console, a cui il gioco di ruolo del collettivo estone potrebbe non piacere: manca quasi del tutto l'azione qui, e c'è tantissimo da leggere, ma credeteci quando vi diciamo che ne varrà davvero la pena. Chi ha qualche anno in più sulle spalle, invece, e magari è cresciuto a pane e CRPG, qui troverà probabilmente il suo GOTY del 2021. Per quanto ci riguarda, adesso mancano all'appello solo la già annunciata versione Switch e, soprattutto, una bella edizione fisica.
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