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Chrono Cross: The Radical Dreamers Edition | Recensione

Un altro ritorno eccellente in casa Square

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a cura di Gianluca Arena

Senior Editor

Informazioni sul prodotto

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Chrono Cross: The Radical Dreamers Edition
  • Sviluppatore: Square Enix, D4 Enterprise
  • Produttore: Square Enix
  • Distributore: Koch Media
  • Piattaforme: PC , PS4 , XONE , SWITCH
  • Generi: Gioco di Ruolo
  • Data di uscita: 7 aprile 2022

L'ondata di rimasterizzazioni e riproposizioni che ha visto protagonista Square Enix nell'ultimo triennio non accenna a placarsi: oggi è la volta di uno dei giochi di ruolo più amati sulla prima PlayStation, mai giunto ufficialmente sul suolo europeo, che meritava di essere giocato anche dalle nuove generazioni, ovvero Chrono Cross, che per l'occasione guadagna il suffisso The Radical Dreamers Edition per via di un contenuto aggiuntivo fin qui inedito.

C'è chi storce il naso per queste operazioni, e c'è chi invece gioisce, perché ha avuto modo di rigiocare titoli altrimenti dimenticati, come i due Romancing Saga e SaGa Frontier: andiamo a scoprire se il publisher giapponese ha trattato il gioco con i guanti oppure no.

Chi ha tempo non aspetti tempo

La scrittura, l'intreccio, lo charme dei numerosi personaggi che vanno a comporre il cast principale rimangono tra i principali punti di forza di Chrono Cross (lo trovate anche su Amazon in digital delivery) anche ad oltre due decadi dal debutto sul mercato: siccome in tanti tra i nostri lettori potrebbero non aver giocato il titolo all'epoca, non diremo nulla sulla trama, se non che il lungo viaggio di Serge e dei suoi amici può essere goduto anche da coloro che non avessero mai giocato Chrono Trigger, al prezzo di perdere riferimenti continui a quella produzione, di cui questa rappresenta un sequel... indiretto, per così dire.

Il filo rosso che collega i due titoli è rappresentato dai viaggi nel tempo, eppure, nonostante le basi di partenza si somiglino, il viaggio e la caratterizzazione dei personaggi non potevano essere più differenti tra i due titoli.

I toni sono più maturi, la colonna sonora meno entusiasta, e l'atmosfera che si respira è differente da quella del succitato capolavoro pubblicato per Super Nintendo, ma anche nella discontinuità, un po' come per i vari episodi della serie Final Fantasy, appaiono evidenti marchi distintivi e tratti tipici.

Se c'è un difetto, è rappresentato proprio dall'ambizione della narrativa, che coinvolge un gran numero di personaggi e diverse timeline, mettendo tantissima carne al fuoco al punto da creare un po' di confusione nei giocatori meno esperti, o magari solo più smemorati. Ma stiamo cercando davvero il proverbiale pelo nell'uovo: tutti gli appassionati di JRPG dovrebbero giocare Chrono Cross almeno una volta nella vita, e lo mettiamo subito in chiaro a scanso di equivoci.

The Radical Dreamers – le tresor interdit rappresenta un'aggiunta poco rilevante dal punto di vista del gameplay, limitato alla lettura si schermate statiche e ad una serie di decisioni che possono condurre a finali differenti (e anche al game over, occhio!), ma decisamente importante per tutti quello che hanno amato Chrono Cross e volevano esplorare più a fondo il suo mondo e la sua lore.

Come più volte evidenziato dagli stessi sviluppatori, il consiglio è di giocare quest'appendice, che collega in qualche modo il prequel a Chrono Cross e fu pubblicata nel 1996 esclusivamente in Giappone, solo dopo aver terminato la campagna principale del gioco base, per non incappare in pericolosi spoiler e per comprendere meglio dinamiche, dialoghi e motivazioni dei personaggi coinvolti, che non riveleremo assolutamente in questa sede.

Peculiare oggi come vent'anni fa

Non a caso abbiamo richiamato il franchise di Final Fantasy qualche riga più sopra: proprio come nella serie più famosa di Square Enix, Chrono Cross si diverte a prendere le distanze dal suo predecessore anche a livello di meccaniche di gioco, con nemici sempre visibili sulla mappa (e spesso facilmente evitabili ed un sistema di combattimento diverso dal solito, decisamente più semplice da giocare che da spiegare.

In pratica, ad ogni elemento è associato un colore, ed ogni personaggio, sulla falsariga del mai dimenticato Materia System della settima Fantasia Finale, può equipaggiare abilità attive e passive di un dato colore, così da potenziarle e specificarsi, creando una classe personalizzata fatta di arti magiche, mosse di combattimento corpo a corpo o abilità curative.

La posizione stessa occupata da un'abilità negli slot di equipaggiamento può variarne l'intensità, il costo in mana e gli effetti collaterali, a seconda delle altre che la seguono o la precedono, cosicché il giocatore possa sperimentare continuamente una volta entrato in possesso di nuove magie e skill.

Come annunciato poc'anzi, il sistema, che pure è meno intuitivo di altri titoli coetanei, può risultare farraginoso durante le prime ore, ma una volta digerito stupisce per libertà di approccio e per l'agile superamento di un rigido e canonico sistema di classi.

Piace un po' meno il passaggio di livello automatico, che non consente di personalizzare la distribuzione dei punti esperienza ottenuti, ma per essere un titolo con oltre vent'anni sul groppone Chrono Cross non solo si difende benissimo, ma riesce anche a dare la paga a molti congeneri assai più recenti.

La presenza di oltre quaranta personaggi reclutabili (inclusi i due protagonisti) rappresenta, nel contempo, una delle peculiarità dell'opera ed un suo limite: un cast tanto allargato, per forza di cose, non può godere della caratterizzazione e dell'approfondimento psicologico di uno più contenuto.

D'altro canto, il fascino, in stile Suikoden, di poter reclutare così tanto eroi, molti dei quali è facile mancare alla prima run, alla propria causa rende Chrono Cross un titolo dal respiro apparentemente più ampio di quanto non sia in realtà, stante un tempo medio di completamento quantificabile in poco più di quaranta ore.

Considerando però la presenza della modalità New Game Plus, che strizza l'occhio a run multiple per scoprire i finali alternativi e di una sottotitolazione italiana molto ben fatta, la richiesta inferiore ai venti euro per il download risulta commisurata all'offerta ludica, considerando anche che questa è la prima pubblicazione ufficiale tanto del gioco base quanto della sua appendice in territorio europeo.

QoL e rimasterizzazione

Come già avvenuto con altre operazioni simili, Square Enix si è concentrata sul mettere a disposizione del giocatore una serie di strumenti atti a velocizzare e semplificare l'esperienza di gioco in ogni sua forma, dal ritmo dei combattimenti alla loro durata, con il risultato che, pur storpiando un po' la visione originale, che porta d'altronde ventitré anni sulle spalle, la quality of life complessiva risulta migliorata e più vicina agli standard odierni.

Non tutti, i puristi in particolare, apprezzeranno la possibilità di non poter essere colpiti dai nemici o l'invincibilità, che rendono il gioco una passeggiata di salute in cui godersi solo la trama, l'ambientazione ed i personaggi, ma troviamo che queste accortezze potrebbero avvicinare al prodotto anche le nuove generazione, che se ne sarebbero altrimenti tenute alla larga.

I cultori della prima ora, un po' come abbiamo fatto noi durante le nostre ore di test, potranno semplicemente ignorare queste opzioni e godersi l'esperienza classica, sebbene la possibilità di disattivare gli scontri temporaneamente risulti la migliore per esplorare a fondo ogni scenario prima di far cantare le armi.

Dal punto di vista puramente tecnico, invece, le scelte effettuate ci hanno lasciati perplessi: se, da un lato, i modelli in alta definizione e il minore stacco di questi con i fondali rispetto ad altri titoli simili (come il succitato SaGa Frontier, ad esempio) rendono visivamente piacevole la produzione, graziata peraltro da una direzione artistica ottima che non è invecchiata di un giorno, dall'altro gli evidenti (ed inspiegabili) problemi di ottimizzazione fanno pensare ad un lavoro un po' frettoloso.

Giocato su PS5 in retrocompatibilità, Chrono Cross mostra diverse incertezze dal punto di vista del frame rate, che oscilla pericolosamente tra i 60 fps, mantenuti per la maggior parte del tempo, e la trentina scarsa di alcune sequenze di combattimento, con rallentamenti peraltro non sempre legati a situazioni complesse per il motore di gioco, elemento che lascia pensare ad un'ottimizzazione zoppicante.

Queste fluttuazioni nella rapidità e nella costanza di aggiornamento dei frame si riflettono anche in fenomeni di input lag, che, per quanto raramente impattanti in un titolo a turni, basato su un gameplay ragionato, riteniamo comunque opportuno segnalare.

Per entrambe queste problematiche, comunque, un paio di patch mirate potrebbero risolvere la situazione, ma sottolineiamo che, anche nelle condizioni attuali, Chrono Cross rimane giocabile e le problematiche poc'anzi descritte, pur fastidiose, non minano la godibilità della storia e delle meccaniche di gioco.

Siamo rimasti soddisfatti, invece, dal lavoro svolto sui fondali prerenderizzati, croce e delizia delle produzioni dell'era PSOne: i filtri applicati non vanno ad intaccare la visione artistica originale, ma evitano che lo stacco tra i fondali e i modelli dei personaggi risulti anacronisticamente evidente, con un risultato finale migliore di altre produzioni simili, su tutte il già citato SaGa Frontier, giusto per fare un esempio.

Contrariamente a quanto dichiarato inizialmente da Square Enix, l'assenza della colonna sonora originale, una delle più belle tra quelle dei giochi di ruolo usciti sulla prima PlayStation (seppure non al livello di quella, indimenticabile, di Chrono Trigger), rappresenta un punto a sfavore della produzione, sebbene le tracce nella nuova versione svolgano tutto sommato egregiamente il loro dovere; la sua inclusione avrebbe impreziosito questa riproposizione, e probabilmente qualcosa in più poteva essere fatto da questo punto di vista.

Versione recensita: PS4

Voto Recensione di Chrono Cross: The Radical Dreamers Edition - Recensione


7.9

Voto Finale

Il Verdetto di SpazioGames

Pro

  • Chrono Cross per la prima volta in Europa

  • Radical Dreamers è un extra per cui molti appassionati avrebbero ucciso all'epoca

  • Ancora oggi un JRPG di primissimo piano, proposto al giusto prezzo

  • La localizzazione italiana lo rende appetibile ad un pubblico più ampio

Contro

  • Diverse incertezze tecniche

  • Combat system e sistema di crescita non troppo intuitivi

Commento

Solo una serie di inspiegabili(ma risolvibili, speriamo) problematiche tecniche impediscono a Chrono Cross The Radical Dreamers Edition di superare la soglia fisiologica dell'otto in pagella. Il gioco in sé, infatti, grazie anche alle aggiunte ed alle facilitazioni implementate, si difende ancora benissimo, al netto di qualche scelta di game design lontana dagli standard moderni, ed i punti di forza della produzione rimangono intatti nonostante se ne avvicini il venticinquesimo compleanno. Il regalo più grande al pubblico moderno, comunque, Square Enix lo ha fatto localizzando il titolo nella nostro lingua, così da consentire anche alla giovani leve di cimentarsi con un pezzo di storia dei giochi di ruolo giapponesi. Adesso, per quanto ci riguarda, mancano all'appello solo Chrono Trigger e Tactics Ogre: speriamo il colosso giapponese non si faccia pregare troppo.
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