Recensione

Captain Toad: Treasure Tracker, recensione della versione Switch

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a cura di Domenico Musicò

Deputy Editor

Come è ormai consuetudine per tutti i titoli più di rilievo già usciti su Wii U, Anche Captain Toad: Treasure Tracker fa il suo debutto su Switch, portando con sè un paio di novità relative ai nuovi livelli ispirati a Super Mario Odyssey. 
A distanza di tre anni e mezzo dal suo arrivo sulla sfortunata console di Nintendo, Captain Toad ripropone le sue avventure a un pubblico finalmente più ampio, adattando le meccaniche di gioco alla nuova console ibrida.
Save me!
La storia che fa da pretesto al gioco, come ormai si conviene a tutti i giochi del genere ideati da Nintendo, è tanto semplice quanto banale: Captain Toad e Toadette, mentre stanno per sgraffignare una Iper Stella, vengono attaccati da Wingo, un enorme uccello attratto da tutto ciò che luccica. Toadette, rimasta aggrappata alla stella, viene portata via da Wingo, e sarà dunque compito di Captain Toad ritrovarla e salvarla. I destini dei due saranno invece ribaltati all’inizio del secondo capitolo, quando sarà Toadette a dover ricambiare il favore e prepararsi allo scontro finale.
Al di là dell’incipit telefonato, è chiaro che i pregi di Captain Toad: Treasure Tracker risiedono tutti sulla freschezza del sistema del gioco e sulla sua immediatezza. 
I livelli disseminati lungo i capitoli previsti sono molto vari e non seguono uno schema preimpostato dove di solito viene prevista una sequenza ordinata di stage a tema; al contrario, Treasure Tracker mescola le carte in tavola e propone un’efficace alternanza delle tipiche ambientazioni che i fan Nintendo conoscono a menadito. 
Lo scopo principale di Toad e Toadette è quello di raccogliere, in ciascun livello, l’Iper Stella, di per sé non difficile da raggiungere. A questo compito primario ne va poi aggiunto un altro, ossia il recupero di tre diamanti per ogni stage, i quali si rivelano fondamentali per l’avanzamento dell’avventura e, chiaramente, per sbloccare tutto ciò che il gioco ha da offrire. Ogni livello, oltretutto, propone una minisfida quasi sempre diversa, come ad esempio sconfiggere tutti i nemici presenti, raccogliere un certo quantitativo di monete, non subire danni o risolvere i puzzle col minor numero di tocchi possibili. Soddisfacendo tutte queste condizioni, otterrete un timbro che certifica il completamento totale di ogni singolo stage, fermo restando che esiste un’ulteriore mini-sfida che vi invita a trovare un mini toad pixellato ben nascosto tra i meandri asfittici delle complesse strutture.
Proprio a proposito della struttura dei livelli, è impossibile non incensare a più riprese l’ottimo lavoro di design, che prevede piattaforme mobili e ribaltabili, una gran quantità di blocchi a incastro, tubi, passaggi segreti, valvole in grado di mutare in pochi passaggi la morfologia degli ambienti e più in generale una precisione e una cura per i dettagli davvero encomiabile. 
Un mondo da ruotare
Sebbene di primo acchito i livelli possano sembrare davvero piccoli ed esplorabili in pochi attimi, la densità di cunicoli, lo sviluppo in verticalità e la possibilità di ruotare letteralmente i piani dimensionali, cambiano radicalmente la percezione iniziale. Tutti i livelli di Captain Toad: Treasure Tracker sono infatti dei gioiellini di design privi di punti deboli, con una curva della difficoltà ben calcolata e quel sapore distintivo tipico delle produzioni Nintendo. 
Lo abbiamo provato sia in modalità portatile, sia docked, con la prima che sembra cucita appositamente addosso al gioco. Si consideri infatti che spesso c’è la necessità di toccare dei blocchi per farli rientrare o fuoriscire dalla propria sede, farli abbassare o sollevare. Queste operazioni frequenti, in modalità portatile, sono molto comode da attuare e hanno la propria ragion d’essere. In modalità docked invece non si può dire lo stesso, perché in quest’ultimo caso sarà un po’ come ritornare ai tempi della prima Wii, col puntatore mobile costantemente sullo schermo affinché si possa interagire coi blocchi selezionati. La soluzione è piuttosto scomoda e poco immediata, sia perché bisogna sforzarsi a una postura per forza di cose innaturale, sia perché bisogna premere il grilletto di destra mentre si tiene sotto mira la porzione di livello. Non è raro perdere l’abbrivio della corsa e dover indugiare più del dovuto, con un conseguente calo della fluidità dell’azione. 
Sempre parlando della modalità docked, si nota come alcuni livelli diano una sensazione di sgranatura dovuta alla risoluzione, che per ovvie ragioni è meno evidente in modalità portatile.
Al di là di ciò è difficile muovere delle critiche a Captain Toad: Treasure Tracker, che in questa edizione, come già detto, offre dei nuovi livelli ispirati all’ultimo capitolo di Super Mario. Giocarli significa stare dentro a una versione miniaturizzata di alcuni tra i più inconici regni visti nel capolavoro di Nintendo, tra cui New Donk City. I pochi livelli in questione sono convincenti e conservano sia lo spirito di Odyssey, sia la struttura classica apprezzata nelle fasi di gioco di Captain Toad.

– Nuovi livelli ispirati a Super Mario Odyssey

– Struttura di gioco ancora fresca e accattivante

– Level design notevole

– Effetto sgranatura accentuato in alcuni livelli

– In modalità docked, l’interazione con alcuni elementi dello scenario è scomoda

8.0

Se siete tra coloro che hanno saltato a pie’ pari Captain Toad: Treasure Tracker su Wii U, è arrivata l’occasione per recuperare una delle sorprese più gradite della scorsa generazione. Nonostante qualche dubbio emerso giocando in modalità docked, retaggio del concept della precedente console, si tratta di un’opera divertente e stimolante, venduta oltretutto a un prezzo non esorbitante.

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8