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Blue Reflection: Second Light ci insegna ad affrontare i nostri demoni | Recensione

Blue Reflection Second Light dimostra con un JRPG magico che anche i nostri demoni fanno di noi ciò che siamo.

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a cura di Francesco Corica

Staff Writer

Informazioni sul prodotto

Immagine di Blue Reflection: Second Light
Blue Reflection: Second Light
  • Sviluppatore: Gust
  • Produttore: Koei Tecmo
  • Distributore: Koch Media
  • Piattaforme: PC , PS4 , SWITCH
  • Generi: Gioco di Ruolo , Avventura
  • Data di uscita: 9 novembre 2021

Probabilmente a ciascuno di voi sarà capitato di avere un periodo più buio nella vostra vita, con tante insicurezze e la sensazione che non ci fosse alcuna via di scampo verso la normalità, o magari di sentirvi «diversi» da tutti coloro che vi circondano. Del resto, si tratta di temi molto sensibili e ricorrenti soprattutto in età adolescenziale, piena di cambiamenti e che spesso condiziona anche il futuro delle persone.

La serie videoludica Blue Reflection ha dimostrato fin dal primo capitolo di essere profondamente diversa dalle altre produzioni di casa Gust, proprio perché non punta semplicemente a consegnare ai giocatori un'avventura leggera con la spensieratezza dello stile anime con giovani e bellissime ragazze, ma allo stesso tempo vuole toccare nel profondo le nostre coscienze, ricordandoci che affrontare i nostri demoni interiori è fondamentale per riuscire ad accettare ciò che siamo diventati.

Blue Reflection: Second Light nasce proprio con questo intento, espandendo e rivoluzionando non solo il gameplay del primo capitolo che, sebbene fosse imperfetto, aveva comunque dimostrato un buon potenziale, ma anche una storia ricca di sentimenti e sensazioni che in questo mondo sono più potenti che mai. E che, come già avevamo previsto durante la nostra anteprima, include un ricco cast di personaggi, ognuno di essi con una storia con cui, tralasciando naturalmente alcuni aspetti volutamente esagerati e soprannaturali, ciascuno di noi potrà dire di comprendere, anche solo in piccola parte.

Perché Blue Reflection: Second Light è principalmente questo: una storia di sentimenti.

L'importanza di accettarsi

La narrazione di questa avventura seguirà gli eventi del primo capitolo, ma vogliamo chiarire fin dall'inizio che non averlo giocato non escluderà alcun giocatore dalla comprensione della trama, dato che gli eventi principali saranno accuratamente riassunti dalle protagoniste. Blue Reflection Second Light ci vedrà interpretare il ruolo di Ao Hoshizaki, una studentessa come tante altre che ama stare in casa e che non è mai riuscita a eccellere in nulla: all'improvviso verrà misteriosamente teletrasportata in una scuola galleggiante in mezzo al nulla, dove sono presenti altre ragazze che, a differenza sua, hanno perso la memoria.

Nel prosieguo della storia affiancheremo dunque le altre nostre compagne per recuperare i loro ricordi, dopo averle aiutate ad accettare quelli più preziosi – ma allo stesso tempo spesso carichi di momenti brutti e di tristezza, per ricordare che se si è diventati ciò che si è adesso lo si deve proprio anche a quelle brutte esperienze che, nel loro piccolo, nascondono anche momenti positivi.

Si passerà da temi come il bullismo alla perdita di persone care, fino ad arrivare anche alla scoperta di sentimenti profondi che non si era nemmeno consapevoli di provare, comportando anche la voglia di diventare persone migliori: nessuna delle tematiche mostrate appare mai eccessiva o fuori luogo e viene descritta con un'incredibile naturalezza, portando spesso in più di un'occasione a fermarsi un attimo per metabolizzare gli eventi accaduti.

Il gameplay si dividerà tra due sezioni principali: una all'interno dell'Oasis, la nostra scuola galleggiante, e quella all'interno dell'Heartscape di una delle protagoniste, ovvero nuovi mondi generati dai loro sentimenti e che assumeranno la forma di luoghi per loro molto importanti. All'interno della scuola potremo socializzare con le altre ragazze, creare nuovi oggetti o costruire nuove strutture per abbellire l'ambiente scolastico oppure invitare le ragazze a un appuntamento per potersi conoscere meglio. A tal proposito, sottolineiamo che nonostante la meccanica richiami molto quella dei «dating simulator» non c'è alcuna opzione per romance: ciò che si avvicina di più a tale idea è la possibilità di cambiare leggermente la cutscene finale in base ad una nostra scelta.

Esplorare la scuola è un'operazione molto immediata, dato che i corridoi non sono di difficile navigazione e la mini-mappa renderà sempre evidenti i punti di interesse: nel caso si volesse comunque essere più rapidi, esiste la possibilità di teletrasportarsi automaticamente in determinati luoghi, o di dirigersi immediatamente nelle vicinanze di una delle ragazze con cui vorremo parlare, magari per riportare loro i risultati di una quest. Inoltre, Ao potrà utilizzare il suo smartphone per avviare automaticamente gli appuntamenti ed accettare richieste per le missioni, facilitando ulteriormente il compito del giocatore.

La dura vita delle studentesse

La possibilità di costruire strutture o creare oggetti rappresenta a tutti gli effetti la componente crafting del titolo: durante le nostre esplorazioni raccoglieremo determinati materiali, che potremo combinare tra loro per creare degli efficienti oggetti o ulteriori materiali preziosi.

Dovremo inoltre scegliere quali delle ragazze vorremo che si mettano al lavoro, dato che ognuna di esse sarà in grado di fornire un ulteriore boost all'oggetto, aumentando per esempio i danni inflitti o la salute recuperata. Le diverse combinazioni potrebbero inoltre fornire altri bonus esclusivi: tali line-up, una volta scoperte, saranno automaticamente salvate in un menù apposito, così da poterle selezionare facilmente in caso di necessità. Questo elemento aggiunge dunque anche un'inaspettata profondità, che spingerà gli utenti a riflettere con attenzione sui migliori boost possibili per un determinato oggetto.

Le meccaniche di gioco nell'Heartscape, che sono anche le situazioni che ci costringeranno ad affrontare i demoni, sono molto simili a quelle viste nella maggior parte dei JRPG recenti: esplorando le mappe potremo attaccare i mostri e raccogliere tanti oggetti utili per il crafting. Le battaglie di Blue Reflection Second Light sono state completamente rivoluzionate rispetto al primo capitolo: non sono più presenti gli MP e tutti gli attacchi consumeranno sempre una determinata quantità di etere, stabilità in base alla quantità di tempo passata prima di eseguire un'azione.

Ogni eroina avrà infatti un livello "Gear" a partire da 1 fino ad arrivare a 5: aumentando il nostro livello avremo accesso non soltanto a più etere, ma anche a mosse diverse e più potenti. Un'altra novità molto interessante è anche la possibilità di avviare uno scontro 1vs1 contro un demone, dopo avergli inflitto un Knockdown: questo permetterà a una delle nostre eroine di colpire e contrattaccare al momento giusto il mostro infliggendogli enormi danni, avendo la possibilità molto importante di sconfiggerlo in pochi colpi. Naturalmente occorrerà però prestare molta attenzione al tempismo dei colpi, altrimenti sarà il nostro personaggio a rischiare di fare la stessa fine.

Inoltre, a differenza di quanto accadeva nel primo titolo dove tale processo era immediato all'inizio di ogni battaglia, le nostre protagoniste avvieranno la trasformazione in Reflector soltanto dopo essere arrivate al Gear 3, aumentando notevolmente statistiche e potenza delle mosse.

Le battaglie contro i demoni sono incentivate dal fatto che i nemici non respawneranno automaticamente sulla mappa, a meno che non si verifichi un determinato evento con la cutscene che "resetterà" il livello senza comunicarcelo. Questo significa che potrete letteralmente spazzare via tutti i demoni presenti durante una vostra avventura: un'operazione che consigliamo di fare soprattutto dopo aver reclutato una nuova studentessa giocabile, visto che potrebbe unirsi alla nostra squadre con un livello inferiore.

Tutti i componenti del team, anche quelli che siedono in panchina, guadagneranno infatti punti esperienza, ostacolando dunque il loro utilizzo soltanto durante le fasi iniziali.

La nostra squadra potrà essere composta da un massimo di quattro ragazze, con una di queste che dovrà svolgere il compito di supporto. Proprio come le combattenti, anche il supporto avrà a disposizione un ordine nel quale potrà agire ed utilizzare determinate abilità in grado di aiutarci in battaglia, ma avremo anche la possibilità di chiederle di sostituire uno dei nostri personaggi o di utilizzare un oggetto nell'inventario: in ciascuna di queste situazioni, bisognerà attendere una determinata quantità di tempo prima che l'azione sia eseguibile.

In totale sarà possibile sbloccare fino a 10 studentesse, ma soltanto 6 saranno giocabili — inclusa la protagonista del primo capitolo — mentre le altre 4 si limiteranno a fornirci supporto. Il loro legame con l'eroina Ao permetterà a tutte le ragazze di accedere a tante abilità molto utili, che nel caso dei personaggi di supporto serviranno a potenziare enormemente le combattenti, motivo per cui è fondamentale riuscire a completare il maggior numero di quest possibile.

Dobbiamo però constatare che anche Blue Reflection Second Light ha mantenuto uno dei principali difetti del primo capitolo: la difficoltà è estremamente bassa, perfino dopo aver selezionato il livello normale. Purtroppo non è nemmeno possibile scegliere di giocare al livello difficile se prima non avrete completato il gioco: un'operazione che, probabilmente, scoraggerà molti utenti dal provarlo una seconda volta, data l'assenza di reali contenuti nuovi.

L'amicizia trionfa su tutto

Le missioni purtroppo tendono a essere molto ripetitive, trattandosi principalmente di fetch quest dove ci verrà richiesto di raccogliere una determinata quantità di oggetti, sconfiggere un numero preciso di mostri o di avviare una missione stealth, una delle principali novità di questa edizione.

All'interno della campagna principale, l'unica missione stealth presente è semplicemente quella iniziale di tutorial, mentre per poter avviare tutte le altre sarà necessario che sia una delle ragazze a proporci la quest. Ogni Heartscape avrà una diversa variante di questa missione, il cui obiettivo sarà raggiungere un determinato obiettivo senza mai farsi individuare dai nemici: il loro raggio d'azione sarà indicato da un relativo segnale di colore rosso. Le ultime missioni risultano essere particolarmente creative, dato che spawneranno più spesso nemici con un raggio d'azione difficilmente prevedibile, costringendoci a correre da una zona sicura all'altra nel più breve tempo possibile, incrociando le dita che sia andato tutto per il verso giusto.

Sfortunatamente, come temevamo durante la nostra prima ora del gioco, alla fine questa modalità si è rivelata essere nient'altro che una gimmick, ma abbiamo comunque apprezzato lo sforzo di Gust nel fornire una maggiore varietà alla propria opera. Si tratta infatti comunque, ed appare evidente in diversi aspetti, di una produzione con un budget assai limitato, ma nella quale gli autori e Koei Tecmo hanno dimostrato di credere molto: un'ulteriore dimostrazione è fornita dal finale, che tiene aperta la possibilità di un futuro terzo capitolo della serie.

Ed è infatti proprio la quantità di contenuti uno degli aspetti su cui gli sviluppatori si sono concentrati maggiormente: abbiamo impiegato oltre 50 ore per portare a termine l'avventura completando ogni singola missione, divise in 10 capitoli principali più il livello finale.

Naturalmente, il tempo potrebbe accorciarsi notevolmente nel caso decidiate di saltare molti elementi, ma una normale campagna di gioco non dovrebbe comunque scendere sotto le 40 ore. Dopo averlo portato a termine, sbloccherete anche il New Game+ utilizzabile caricando nuovamente il salvataggio completato: questo vi permetterà di mantenere i potenziamenti accumulati, la metà dei punti abilità e conservare il database di oggetti e personaggi. Non garantirà dunque l'accesso a grandiose novità, ma nel caso desideriate procedere con una seconda run l'impresa sarà comunque più facilitata.

L'aspetto maggiormente riuscito di Blue Reflection Second Light sono sicuramente i momenti legati ai ricordi dei personaggi, o le conversazioni dove ricordano che, sotto la maschera di studentesse spensierate, ci sono persone che devono convivere con tantissime fragilità. Proprio per questo motivo quegli elementi di fanservice, tipici di questo genere di produzioni e a cui la stessa Gust ci ha spesso abituato, spesso risultano fuori luogo e rischiano di rovinare i bellissimi messaggi lanciati in più di un'occasione dal titolo.

Segnaliamo inoltre che il titolo non è stato localizzato in lingua italiana ed è disponibile soltanto con sottotitoli inglesi: dato che i dialoghi rappresentano la quantità maggiore di contenuti, la conoscenza della lingue anglosassone è fondamentale per poter apprezzare pienamente di ciò che Gust ha da offrire. Va comunque sottolineato che la stessa localizzazione non è perfetta, presentando in più di un'occasione qualche errore di battitura: data la grande mole di contenuti è comunque possibile chiudere un occhio sopra alcune di queste, ma servono a ribadire la fondamentale importanza di saper masticare bene la lingua inglese per apprezzarne i contenuti.

Vogliamo inoltre riservare un'ulteriore nota di merito alla bellissima colonna sonora, in grado di mescolare sapientemente gli strumenti della musica classica con il genere techno, creando delle tracce musicali che hanno catturato in ogni istante la nostra attenzione. Negativo invece il giudizio sul comparto tecnico, apparso praticamente invariato rispetto al titolo uscito nel 2017, che già per gli standard di allora appariva comunque estremamente datato.

Un giudizio sicuramente non aiutato da diversi cali di frame rate che abbiamo riscontrato durante le fasi finali, quando le nostre Reflector avranno accesso alle mosse più potenti del gioco. In compenso, proprio il non aver effettuato enormi modifiche al comparto tecnico ha comunque permesso agli sviluppatori di ottimizzare pienamente l'uso dell'hardware delle console: i tempi di caricamento sono infatti, salvo rare eccezioni, praticamente istantanei anche sulla old-gen.

Versione recensita: PlayStation 4

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Voto Recensione di Blue Reflection: Second Light - Recensione


7

Voto Finale

Il Verdetto di SpazioGames

Pro

  • Tratta temi sensibili in modo semplice, ma con profondo rispetto

  • Colonna sonora eccezionale

  • I contenuti vi terranno impegnati per molte ore...

Contro

  • Nonostante la longevità, non c'è mai una vera sfida

  • Tecnicamente molto datato, con diversi cali di frame rate

  • ... ma potrebbero diventare ripetitivi molto presto

Commento

Con Blue Reflection: Second Light, Gust ha scelto di espandere e rivoluzionare gli aspetti positivi presenti nel primo capitolo, dimostrando allo stesso tempo di credere fortemente in questo franchise. La narrazione nasconde, dietro la leggerezza dello stile anime utilizzato, anche tantissimi temi profondi e mai presi sottogamba, motivo per cui è un titolo destinato a lasciare qualcosa di profondo a chiunque deciderà di dargli fiducia fino all'ultimo secondo. Bisognerà superare alcuni momenti fanservice che appaiono fuori luogo in più di un'occasione ed un gameplay ripetitivo dalla difficoltà, ancora una volta, eccessivamente facile – ma gli sforzi degli sviluppatori sono molto apprezzabili e rappresentano un ottimo segnale per il futuro della saga.
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