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Il lustro della linea Surface secondo Microsoft

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a cura di Redazione SpazioGames

Pubblicato il 10/10/2017 alle 00:00

Articolo a cura di Mattia Di Battista
Microsoft, come si intuisce anche dal nome, è nata come un’azienda produttrice di software: Windows e Office sono infatti i due pilastri della storia dell’azienda americana. Nel corso degli anni, tuttavia, la casa di Redmond è voluta entrare anche nel mondo dello sviluppo e della produzione di hardware, andando a creare sistemi in grado di sfruttare appieno il know-how tecnologico ottenuto nel corso del tempo. Ricordiamo il non fortunato lettore musicale portatile Zune, nato come risposta agli iPod di Apple, ma anche il marchio Xbox che prese vita come terzo competitor nel mercato delle console per videogiochi con grande successo che, indipendentemente dagli alti e bassi avuti nel frattempo, a novembre vedrà il debutto della nuova e potente Xbox One X.
 
Torniamo quindi a qualche anno fa: Windows 8 era lì pronto al debutto, serviva un prodotto che mettesse in risalto le peculiarità del nuovo sistema operativo. Nacque così la gamma Surface (team guidato da Panos Panay) sotto l’amministrazione di Steve Ballmer che la mostrò al grande pubblico nel giugno del 2012, con la presentazione del Surface Pro (con Windows 8 e processore Intel Core i5) e del Surface RT (con Windows 8 RT e processore Nvidia Tegra), usciti entrambi in Italia a inizio 2013. Microsoft diede quindi vita a una nuova tipologia di prodotti destinata a rivelarsi vincente, dopo un inizio non particolarmente buono visto che durante il primo anno di commercializzazione la divisione Surface subì perdite per oltre 1 miliardo di dollari. Le peculiarità principali di questi prodotti erano la kickstand che permetteva l’inclinazione del dispositivo da 22 a 150 gradi (nella prima e seconda generazione si potevano scegliere rispettivamente solo due e tre posizioni, mentre dalla terza l’inclinazione sarebbe stata regolabile all’infinito’), la tastiera staccabile che funzioanva anche da protezione per lo schermo e il supporto alla penna capacitiva, la Surface Pen. 
 
La seconda generazione (Surface Pro 2 con Windows 8.1 e Surface 2 con Windows 8.1 RT) viene lanciata nell’autunno del 2013 proponendo un rinnovamento dei processori e mantenendo invariate le dimensioni; a distanza di appena sei mesi viene presentato il Surface Pro 3, che aumenta la diagonale del display e la risoluzione passando da 10.6″ 1920×1080 a 12″ 2160×1440, migliorando la kickstand come detto in precedenza e anche la potenza, potendo supportare processori Intel Core i7. In contemporanea al lancio del Pro 3, Panos avrebbe dovuto presentare anche il Surface Mini, ma questa è un’altra storia poichè all’ultimo si decise che questo prodotto non sarebbe mai stato commercializzato.  
Durante l’evento di gennaio 2015 viene alla luce l’innovativo Hololens e Microsoft toglie i veli sul Surface più grande, più costoso di sempre: il Surface Hub. L’Hub è perfetto per le sale ovali, le sale riunioni, per qualsiasi posto in cui bisogna mostrare grafici, tabelle, presentazioni a un gruppo di persone. Nelle sue configurazioni da 55 e 84 pollici, monta una versione speciale di Windows 10 che lo rende compatibile con le app del Windows Store.
Nel maggio del 2015 viene rilasciato il Surface 3 (successore del Surface 2 RT) che rimane sui 10.6″ pollici cambiando l’aspect ratio e monta processori Intel Atom X7 in grado di consentire l’utilizzo della versione completa di Windows, decretando la definitiva morte del progetto Windows RT. 
 
Nell’autunno di quell’anno, con Windows 10 già disponibile sul mercato, vengono presentati il Surface Pro 4 (simile alla vecchia generazione ma con supporto ai processori Intel Core di sesta generazione) e il Surface Book, un innovativo dispositivo con tastiera da portatile e GPU dedicata (integrata nella tastiera) ma sempre con la possibilità di staccare lo schermo da 13.5″ ed usarlo in modalità tablet oltre che ad una cerniera che permette al display di ruotare di 360 gradi.
Arriviamo dunque al 2016: i partner Microsoft ormai seguono a ruota la nuova categoria producendo convertibili e 2-in-1 sempre più performanti che riescono adessere delle ottime alternative ai Surface nella fascia alta del mercato. Asus, Acer, HP, Dell, tutte impegnate a incrementare il segmento di mercato di dispositivi con Windows 10 a bordo.
A fine 2016, quando tutti pensano alla presentazione di un ipotetico Surface Phone oltre che al rinnovamento del Surface Pro, Microsoft sbalordisce tutti presentando il suo primo All-in-One, il Surface Studio. La cura dei dettagli che il team ha avuto per questo dispositivo è incredibile: abbassare lo schermo con la forza di un solo dito per renderlo idoneo alla scrittura con la Surface Pen è pura magia. Surface è innovazione, nessuno mai prima ha progettato e costruito un prodotto del genere. Il prezzo è alto ma si paga l’esclusività del prodotto, la perfezione con cui riesce a incantare qualsiasi persona lo provi. Poteva mancare la ciliegina su questa deliziosa torta? Certo che no. Microsoft, per migliorare la produttività dei professionisti della grafica a cui è rivolto lo Studio, presenta il Surface Dial, una rotellina a forma di disco da hockey che permette di scorrere tra impostazioni che ogni specifico programma ha con il semplice nonché naturale girare della mano. 
Nella stessa occasione il colosso di Redmond aggiorna il Surface Book con la versione Performance Base che monta gli i7 della settima generazione di Intel Core.
 
Arrivati a maggio, Microsoft presenta alla stampa il suo primo Laptop: niente kickstand e niente composizioni di pezzi staccabili. Lo schermo è sensibile al tocco e alla penna, la tastiera in Alcantara. In totale il notebook è sottile con un range che va da 9.9 millimetri davanti ai 14.47 dietro montando il modulo LCD più sottile di sempre nella storia dei portatili. L’eleganza del corpo totalmente in alluminio, delle colorazioni Blu Cobalto e Rosso Borgogna, porta lo standard degli ultrabook con Windows 10 a un livello spaziale. Surface Laptop viene lanciato con Windows 10 S, una versione del sistema operativo che promette maggiore sicurezza e fluidità potendo installare solo le app del Windows Store. Poco male, in cinque minuti tutti i fortunati possessori del Laptop possono aggiornarlo gratuitamente a Windows 10 Pro. 
Passa qualche settimana e arriviamo alla presentazione del nuovo Surface Pro. Come tradizione nel settore, perde il suffisso numerico, e diventa semplicemente Pro. Aggiorna la componentistica interna con i nuovi processori di settima generazione Intel, aggiunge il supporto alla nuova Surface Pen che adesso arriva a gestire 4096 livelli di pressione, aumenta l’autonomia, aggiunge la modalità Studio alla kickstand. 

Il futuro della gamma Surface da qui in poi è roseo, il team è ben collaudato, le vendite dei prodotti sono soddisfacenti considerando il loro prezzo. I fan della casa di Redmond nel frattempo aspettano un ipotetico Surface Phone, che da quanto ci hanno fatto capire è in sviluppo ma che potrebbe fare le fine del Surface Mini nel caso in cui non raggiunga gli standard qualitativi imposti da Panos Panay, colui che ha reso questa gamma grandiosa. Per il breve termine possiamo aspettarci realisticamente un Surface Book 2 a fine anno, sorprese escluse.

La linea Surface continua quindi ad essere sinonimo di qualità non tralasciando l’innovazione che spesso manca ai diretti concorrenti.

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