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Pro
- La storia ha degli spunti interessanti.
- Gli elementi del gameplay risultano funzionali....
- Il combat system è molto divertente...
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Contro
- Pochi guizzi nell'estetica.
- ... ma poco ispirati.
- ... ma troppo sporco in certi momenti.
Conclusioni Finali di SpazioGames
Informazioni sul prodotto

- Sviluppatore: Bandai Namco
- Produttore: Bandai Namco
- Testato su: PC
- Piattaforme: SWITCH , SWITCH2 , PC , PS5 , XSX
- Generi: Platform , Azione
- Data di uscita: 18 luglio 2025
Sono sempre stato genuinamente interessato alle rivisitazioni dei grandi classici arcade del passato, soprattutto quando cercano di creare qualcosa in più: nuovi livelli di lettura e di gameplay da sovrapporre a ciò che si faceva quando i videogiochi non erano altro che una serie infinita di punteggi da battere.
Pac-Man è forse una delle icone che ha ricevuto più reinterpretazioni: dal loop arcade originario fino a diventare protagonista di un’avventura punta e clicca in cui si impersona un padre di famiglia alle prese con i problemi della vita quotidiana, passando per platform in 3D, in 2D e molto altro ancora.
Insomma, è uno di quei personaggi che ha avuto modo di brillare – in modo più o meno riuscito – nei generi e sottogeneri più svariati. A partire da quell’iconico gameplay da sala giochi, si è costruito attorno a lui qualcosa di più: una storia, antagonisti più definiti dei semplici fantasmini dell’epoca e comprimari più o meno memorabili, dall’iconica Ms. Pac-Man ai tanti personaggi secondari della serie animata che lo ha visto protagonista (sì, ha avuto anche una serie animata).
Non stupisce, dunque, che nel 2025 il personaggio venga nuovamente reinterpretato, in una storia e in un genere diversi, affiancato da un gruppo di personaggi che solo vagamente ricordano ciò che abbiamo visto in passato.
Pac-Man metroidvania?
Shadow Labyrinth si inserisce come uno dei tanti titoli che riscrivono Pac-Man, offrendo ai videogiocatori nuovi spunti narrativi legati alla celebre palletta gialla (nelle community si discute già di come collocarlo nell’universo condiviso – seppur non ufficiale – dei giochi Bandai Namco) e un modo del tutto nuovo di "giocare a Pac-Man".
Sì, perché in Shadow Labyrinth non impersoniamo l’iconica sfera gialla, ma un misterioso spadaccino risvegliato da un’entità aliena chiamata PACC, il cui design ricalca quello dei primi giochi arcade della serie.
Il titolo è un metroidvania in due dimensioni, con sezioni di platforming e combattimento, e comprende anche momenti in cui si controlla direttamente PACC in labirinti che richiamano da vicino quelli classici di Pac-Man.
Avendo avuto modo di provare alcuni spezzoni del gioco – nello specifico un paio di aree e una boss fight – possiamo già farci un’idea di cosa il titolo offrirà ai giocatori il prossimo 18 luglio su tutte le principali piattaforme.
La prima cosa che colpisce è la somiglianza con l’episodio dedicato a Pac-Man nella serie antologica Secret Level di Amazon Studios (disponibile su Prime Video), in cui ogni puntata racconta un videogioco in modo piuttosto “bizzarro”.
Anche in Shadow Labyrinth, come in quell’episodio, impersoniamo uno spadaccino senza nome che, aiutato da un misterioso Pac-Man, si fa strada tra alieni e robot, assimilando parti del loro corpo dopo averli divorati.
Avendo avuto accesso a una sezione avanzata, è difficile giudicare con precisione la scrittura e la struttura narrativa. Tuttavia, le prime impressioni sono incoraggianti: la trama sembra interessante e i personaggi senzienti che abitano questo mondo sono abbastanza peculiari da suscitare curiosità.
Ma parlando di un titolo legato all’universo di Pac-Man, ciò che conta davvero è il gameplay, che in questa prova è apparso un po’ altalenante tra le sue fasi.
Tante ispirazioni ma poca originalità
Partiamo col dire che il gioco non inventa nulla di nuovo: ha la classica struttura da metroidvania, con abilità da sbloccare e tanto backtracking, e un sistema di amuleti equipaggiabili – con slot da sbloccare – che ricorda molto da vicino titoli come Hollow Knight e Nine Sols.
Da quest’ultimo eredita anche il sistema di combattimento, basato su parate precise e schivate che sbilanciano il nemico, permettendoci di scatenare combo devastanti.
Queste ispirazioni, però, non sono un difetto: sono elementi ben rodati che Shadow Labyrinth implementa con cura e coerenza.
In aggiunta, il gioco introduce una meccanica più "pacmanesca": i boss sconfitti vengono assorbiti da PACC per ottenere nuove abilità, come l’uso di un rampino. Inoltre, con la pressione di un tasto possiamo trasformarci in un robot, GAIA, con cui assorbire i cadaveri dei nemici prima che scompaiano, per ricavarne parti utili alla creazione di nuovi amuleti o abilità.
Non si tratta solo di “farming” delle classiche monete, ma di nemici specifici, da cacciare per costruire la build migliore.
A differenza dei soulslike, Shadow Labyrinth non penalizza la morte: non si perde nulla se non il tempo per tornare all’ultimo checkpoint.
Combatti come Pac-Man, esplora come Pac-Man
Il combat system, come accennato, è molto simile a quello di Nine Sols: padroneggiare parate e schivate è cruciale.
Tuttavia, nella boss fight provata, la presenza di numerose abilità difensive – come la possibilità di rallentare il boss – ha reso lo scontro piuttosto semplice, anche sbagliando qualche parata. A fare la vera differenza sono sembrate le combinazioni di amuleti equipaggiati.
L’unica vera nota dolente riguarda gli hitbox: non è sempre chiara la distanza da cui possiamo colpire o quanto possiamo avvicinarci senza subire danni. Il problema si nota soprattutto con boss molto grandi, dove la confusione nei momenti più concitati è evidente.
Sul fronte esplorazione e platforming, il gioco svolge il suo compitino in modo piuttosto lineare, a eccezione delle sezioni in cui si controlla PACC. Questi momenti – probabilmente a causa dell’assenza di un tutorial in questa anteprima – sono risultati fin troppo frustranti, in particolare per la gestione dei salti: più volte abbiamo preferito “tankare” gli ostacoli e subire qualche danno, piuttosto che impegnarci nel platforming.
A livello puramente estetico, infine, Shadow Labyrinth ci ha convinti davvero poco: gli elementi visivi, dagli sfondi al design di personaggi e nemici, sembrano appartenere a stili completamente diversi, generando un mix artistico difficile da inquadrare.
In alcune situazioni, protagonista, PACC e comprimari sembravano provenire da tre giochi differenti, ciascuno con un proprio stile visivo. È difficile, con una prova così breve, esprimere un giudizio definitivo, ma l’impatto è stato un po' straniante e, a caldo, non ci siamo detti molto soddisfatti delle scelte stilistiche.
Al netto di questi passaggi, però, il titolo sembra riuscire nel suo intento: riproporre l’icona arcade degli anni ‘80 in una veste del tutto nuova. Non resta che attendere il 18 luglio per scoprire quanto sarà riuscita – o meno – questa nuova avventura.