La voglia di giocare in prima persona Metal Gear Solid V: The Phantom Pain aumenta notevolmente ad ogni notizia riguardante il titolo sviluppato da Kojima Productions. Purtroppo in entrambi gli appuntamenti estivi di Los Angles e Colonia ci siamo dovuti accontentare di una demo dimostrativa, la stessa per l’esattezza, ma giocata in due modi differenti. Nonostante non ci siano stati nuove informazioni sulla versione finale del gioco, è bastata qualche singolare trovata del team di sviluppo per riuscire comunque a mantenere alta l’attenzione, sia durante la Conferenza Sony, sia in occasione dell’appuntamento a porte chiuse a cui abbiamo avuto modo di prendere parte.
Same objective, different path
La missione protagonista della demo pre registrata era identica a quella dell’E3 ambientata in Afganistan, solamente approcciata in maniera diversa. Essendo un free roaming che mantiene intatta la storica impronta stealth, della serie, The Phantom Pain permetterà al giocatore di scegliere la strada da lui considerata la migliore per portare a termine le missioni che di volta in volta ci troveremo ad affrontare. Dopo aver rivisto la scena iniziale con Venom Snake e Ocelot a cavallo, il protagonista si dirige dalla parte opposta della base nemica rispetto alla volta precedente, utilizzando il suo cavallo per mettere fuori gioco un manipolo di soldati in arrivo sulla jeep. Per farlo, Snake ha fatto ricorso a una delle feature del suo fido destriero: perché nascondersi nella radura o mettere a punto un fine piano di attacco, quando basta far defecare il proprio cavallo sulla strada per mandare in testa coda la jeep e stordire i nemici? L’inusuale trovata architettata da Kojima e compagnia, insieme alle altre che andremo a vedere in seguito, ha subito messo in chiaro quanto in realtà il nuovo Metal Gear Solid non sia solamente una rigorosa avventura stealth, quanto piuttosto un titolo in cui situazioni al limite del surreale siano all’ordine del giorno, anche se ad un primo impatto il tutto potrebbe stonare con i toni della produzione. Il mix invece sembra funzionare a dovere, regalando ha chi stringe il pad tra le mani brevi e divertenti siparietti di intermezzo che spezzano la tensione dopo lunghi momenti di pianificazione e infiltrazione.
Una volta raggiunto l’accampamento, Snake si è concesso una pausa fumandosi il suo Phantom Cigar, mandando aventi il tempo e facendo calare la notte nel giro di pochi secondi, in modo tale di ridurre la massiccia sorveglianza che imperversa per le strade. A questo punto, utilizzando proiettili soporiferi, attacchi a sorpresa e la mitica scatola, ha fatto piazza pulita liberando il campo e spedendo le spoglie in aria con il sistema di recupero Fulton (soldati storditi compresi). Tra tutti i gadget, però, è la storica scatola ad essersi conquistata la scena. Grazie agli aggiornamenti sviluppati nella Mother Base, la scatola di cartone è stata “potenziata” con disegni di donnine poco vestite in pose succinte che inevitabilmente distraggono i poveri malcapitati che da ormai troppo tempo prestano servizio in una base militare popolata da soli uomini. Mentre erano intenti a osservare le curve del cartonato, Snake li ha atterrati di soppiatto liberandosi la strada verso un generatore elettrico da distruggere per mettere al buio l’intera location e recuperare indisturbati i dati di cui aveva bisogno. Inaspettatamente però un elicottero si mette a sorvegliare le strade in cerca dell’intruso, e non avendo armi sufficientemente potenti per abbatterlo, a Snake tocca ingegnarsi nuovamente. La soluzione più allettante pare essere attaccare dell’esplosivo a una jeep e mandarla in aria e facendolo esplodere una volta raggiunto l’elicottero. Un modo inaspettato e di sicuro impatto per liberarsi la strada verso il punto di estrazione.
Casa dolce casa
A questo punto l’attenzione si è spostata verso la Mother Base, presentata per la prima volta in occasione dell’E3, che fungerà da punto di partenza per tutte le missioni e potrà ospitare oggetti, personale e armamenti che abbiamo di volta in volta raccolto dal campo di battaglia. L’aspetto interessante di questa presentazione è stata la conferma della possibilità di infiltrarsi nelle basi di altri giocatori per rubare container, veicoli e mettere fuori gioco i suoi soldati. Ogni giocatore avrà la possibilità di personalizzare la propria base scegliendo loghi, colori e conformazione della stessa, oltre a scegliere quali armamenti e sistemi di sicurezza utilizzare. Abbiamo visto droni con sistema di rivelazione a infrarossi e telecamere dotate di mitra ad assistere le sentinelle, sempre numerose e ben dislocate in tutti i piani della struttura. Infiltrarsi nelle basi nemiche avrà il duplice scopo di rubare preziose risorse o riconquistare quelle che ci sono state sottratte.
A livello tecnico, riconfermiamo quanto di buono avevamo visto in occasione della presentazione losangelina. Il Fox Engine garantisce i tanto agognati 60 frame al secondo, ma senza rinunciare a nulla sul fronte della resa visiva: il campo visivo è molto ampio, i modelli poligonali e le animazioni sono di ottima fattura e le texture hanno una buona varietà. Il sistema di illuminazione e l’effettistica completano un quadro estremamente bello da vedere, che con il ciclo giorno/notte e i cambiamenti meteorologici garantisce varietà e scorci davvero suggestivi.
– Modi differenti per approcciare le missioni
– Varietà di situazioni serie e divertenti
– Mother Base con elementi multiplayer
Anche in questa occasione abbiamo dovuto accontentarci di vedere Metal Gear Solid V: The Phantom Pain senza poterlo giocare in prima persona, ma l’incontro a porte chiuse di Colonia ha portato alla nostra attenzione aspetti del titolo interessanti. Oltre alla goliardia di particolari feature legate ai cavalli e alle scatole di cartone, abbiamo avuto conferma della possibilità di infiltrarsi nelle Mother Base nemiche per rubare o recuperare preziosi equipaggiamenti. Idea stuzzicante.