Anteprima

Medal Of Honor: Warfighter

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a cura di Mugo

Stoccolma – Si avvicina l’uscita di Medal Of Honor: Warfighter e si moltiplicano per noi le occasioni di scoprire sempre nuovi dettagli sul titolo che rappresenterà gli sparatutto secondo Electronic Arts nell’ormai prossima stagione natalizia, il periodo temporale più prolifico di titoli, nel quale è ovviamente fondamentale conquistare le preferenze dei giocatori che devono decidere in che direzione spendere i propri soldi. Vi anticipiamo che l’undici ottobre prossimo potrete leggere su queste pagine l’anteprima specifica dedicata all’esperienza multiplayer, mentre oggi racconteremo il tempo che abbiamo passato in Somalia in un livello della campagna principale. 

Un sapiente ritmo di gioco 
Somalia, dunque, la nostra squadra di operatori speciali deve avere ragione dei gruppi terroristici nemici e nel contempo dedicarsi al soccorso di una squadra di commilitoni rimasta imbottigliata nel dedalo di viuzze che compone un agglomerato urbano visivamente provato dai continui conflitti che lo devastano. Il modus operandi deciso dalla nostra squadra appare tanto semplice a dirsi quanto difficile a farsi: si incomincia l’attacco dalla spiaggia per poi aprirsi la strada tra le case vincendo le agguerrite sacche di resistenza nemica. 
Fin dalla primissima fase si capisce che si fa sul serio, a livello di difficoltà normale non si può già più giocare a fare il Rambo della situazione, ma ci si deve muovere con circospezione sfruttando le molte coperture e studiando i movimenti avversari per colpirli nel momento più opportuno. 
I proiettili piovono da tutte le parti, ma collaborando con i compagni di squadra si riesce a conquistare la spiaggia ed avventurarsi all’interno degli edifici, nei quali lo scontro si fa ancora più ragionato. Ogni porta chiusa va aperta con decisione per cogliere di sorpresa i combattenti dall’altra parte: con l’ausilio delle sempre utili granate stordenti si guadagnano gli ormai canonici tre, quattro secondi di bullett time per infilare la serie vincente di headshots. Più saremo precisi e prima sbloccheremo nuovi modi di sfondare le porte, partendo dal buon vecchio calcione per arrivare fino al piede di porco ed al tomahawk, ognuno attivabile dopo un numero preciso, ma ragionevole, di colpi alla testa. 
Le fasi al chiuso sono coinvolgenti e ben progettate, con il continuo susseguirsi di momenti ad alta tensione e fasi di decompressione che non mancano di immergere il giocatore nell’azione contribuendo ad un buon livello di immedesimazione. Certo non possiamo parlare di realismo, Medal Of Honor: Warfighter è prima di tutto un prodotto d’intrattenimento, ma come dice sempre Greg Goodrich, possiamo parlare senza grossi problemi di credibilità. 
Il mondo è bello perché è vario 
La nostra impressione positiva sul dosaggio delle diverse fasi di gioco è corroborata anche dal ventaglio di situazioni proposto: dopo lo sbarco e gli scontri stanza per stanza, infatti, si passa ad una fase a più ampio respiro che ci vede agire tra le strade della cittadina, ora schivando i colpi dei cecchini nemici, ora saltando come gazzelle inseguiti dalla pioggia di proiettili vomitata dalle mitragliatrici fisse che vengono portate a spasso dalle jeep avversarie.Fa il suo ritorno anche uno strumento che avevamo già visto nella nostra precedente prova, il puntatore laser che permette di segnalare degli obiettivi al nostro supporto aereo, ora finalmente preciso e completamente funzionante. Qualche settimana fa, infatti, avevamo segnalato come fosse necessario un ulteriore lavoro nella sua implementazione visto che non sembrava rispondere a dovere alle nostre sollecitazioni, mentre nel livello provato nella capitale svedese è tutto andato per il verso giusto. 
Siamo dunque nella fase della missione che ci vede localizzare la squadra di soldati alleati che dobbiamo soccorrere: per arrivare comodamente alla loro posizione, senza rischiare inutilmente la pelle, viene messo in campo un drone dotato di mitragliatrice così da aprirsi il passaggio in un edificio conquistato dai nemici. Il controllo dei movimenti e del fuoco del piccolo amico meccanico è ben fatto, ma non è che ci vengano poste particolari sfide visto che il percorso è decisamente guidato, si tratta di seguire un breve corridoio tra le macerie sparacchiando qua e là e speriamo che nei livelli successivi vengano proposte situazioni più interessanti. 
Da ultimo ci siamo trovati col fucile da cecchino in mano per la classica opera di eliminazione dei nemici con i lanciarazzi intenti a prendere di mira gli elicotteri alleati, niente di nuovo, certo, ma comunque un ennesimo cambio di passo ben accetto. Ovviamente dovremo giocare tutti i livelli per essere sicuri dell’effettiva varietà del gameplay (e della sua bontà), ma se in un solo livello abbiamo visto così tante situazioni, possiamo ritenerci ragionevolmente ottimisti riguardo l’esperienza completa. 
Gli onori e gli oneri 
Come da tradizione, anche questo capitolo della serie di Medal Of Honor ci ricorda ogni due per tre che la guerra, quella vera almeno, non è un gioco, ma un’esperienza che segna per tutta la vita i sopravvissuti. Può essere che ci si veda un po’ di retorica, magari all’ennesimo filmato in cui il nostro protagonista fa la faccia contrita al ricordo dei propri commilitoni caduti sul campo, ma il rischio di scadere nel melenso è fugato da un’attenta realizzazione delle scene d’intermezzo e, ancora, dell’alternarsi tra momenti riflessivi con altri più movimentati. Durante i combattimenti i nostri compagni non lesinano le frasi d’effetto, consigliandoci le prossime mosse, ma anche andando a creare una buona atmosfera e rafforzando la sensazione di essere all’interno di una squadra affiatata ed esperta. 
Dal punto di vista tecnico la versione PC non manca di regalare alcuni scorci particolarmente evocativi pur senza brillare per epicità, ed un discorso analogo va fatto per il gioco su console con il fisiologico abbassamento del livello di dettaglio. Sono da segnalare ancora delle incertezze di codice nella versione provata (che certo non è definitiva), con qualche bug di poco conto qua e là ed una certa tendenza al crash. La data d’uscita è ormai dietro l’angolo, e non ci stupiremmo di vedere una patch riparatrice nel caso tutti i particolari non fossero precisamente al loro posto. 

– Situazioni belliche credibili

– Buona varietà all’interno del livello provato

La campagna per il giocatore singolo di Medal Of Honor: Warfighter punta tutto sulla credibilità delle situazioni proposte, con particolare attenzione nella realizzazione dei filmati d’intermezzo e di un’atmosfera che sappia sì divertire, ma senza perdere di vista la drammaticità dell’esperienza bellica. Nella missione provata ci è stato offerto un buon numero di situazioni ludiche diverse, magari nessuna particolarmente innovativa, ma comunque tutte ben realizzate. Per scoprire qualcosa di più sul multiplayer vi consigliamo di rimanere sulle pagine di Spaziogames perché il prossimo undici ottobre potrete leggere il resoconto della nostra approfondita prova.

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