I ragazzi di Vicious Cycle ci propongono un titolo interessantissimo: Eat Lead: The Return of Matt Hazard. Come può essere definito un esperimento del genere? Comico, fuori dagli schemi, con avversari bizzarri e ambientazioni completamente originali. La parte più difficile sta nell’elaborare una storia che sia allo stesso tempo credibile e unica nel suo stile. Venite con noi a scoprire cosa promette questo prodotto.
Una strana storia…Il protagonista è Hazard, una finta star del genere action che ebbe successo negli anni ’80 e ’90 su diverse piattaforme di gioco. Dopo qualche delusione di troppo, Hazard decide di ritirarsi. Per tornare alla ribalta serve un’occasione importante. Incredibile ma vero, ecco arrivare la proposta che serve: un nuovo action game sviluppato dalla mega software house Marathon Megasoft. Attraverso gli otto livelli del gioco, Hazard scoprirà presto il vero motivo del suo ingaggio: qualcuno lo vuole cancellare… definitivamente. Le premesse del plot sono davvero interessanti, soprattutto nell’ottica di una “satira videoludica”. Grazie a questa idea, gli sviluppatori hanno avuto carta bianca nello sviluppare scenari completamente diversi tra loro e un cambio costante dei nemici con cui avrete a che fare. E’ davvero difficile prevedere cosa può succedervi o quale strana creatura verrà ad attaccarvi. Giusto per fare un esempio concreto, nel sesto livello, dopo un breve dialogo tra Hazard e il suo compagno QA, (una sorta di hacker in grado di aiutarvi in varie occasioni) abbiamo avuto modo di sperimentare le meccaniche di gioco. Siamo partiti dall’esterno, dove abbiamo trovato una copertura fatta di casse, muletti elettrici e camion. Il sistema di copertura si attiva tramite il tasto A, con il tasto B invece vi sposterete al punto sicuro più vicino e, infine, potrete mirare verso un punto di copertura da raggiungere e premere Y per arrivarci agevolmente. Una volta affrontati i nemici all’esterno siamo passati all’ambientazione interna costituita da un magazzino. Qui gli avversari erano completamente differenti da quelli visti prima e la cosa che subito è saltata all’occhio erano le loro armi. Una sorta di pistola ad acqua realizzata come se fosse adattata ad una grafica old-gen (stile Nintendo 64 per essere più espliciti). La comicità di quella situazione, unita ad un effetto sonoro che riproduceva il getto d’acqua di queste particolari pistole, era davvero alle stelle. E’ovvio che non passerete tutto il tempo ad affrontare nemici con armi a spruzzo. Eat Lead presenta un vasto arsenale composto da mitragliatrici, fucili da cecchino e, come se non bastasse, fucili laser.
Strategie e varietàColpire un nemico non significherà per forza ucciderlo: questi ultimi saranno infatti i “cattivi” della situazione ma allo stesso tempo sono anche personaggi virtuali. Hazard potrà assorbire i loro codici di programmazione e aggiungere un elemento come fuoco o acqua all’arma che possiede. Ad esempio ci sono avversari “al neon” che soffrono l’acqua, oppure soldati spaziali resistentissimi a praticamente a tutto tranne che ai fucili laser. Tramite di essi sarà abbastanza facile sbarazzarvene ma dovrete avere la fortuna di averne uno al momento giusto. Andando avanti nel gioco, scoprirete che ogni avversario ha un’arma o un elemento a cui è particolarmente vulnerabile.Eat Lead fa del suo continuo cambio di ambientazioni e design dei nemici un vero e proprio punto di forza. Gli avversari che ci hanno impressionato di più erano dei nazisti 2D presi direttamente dall’originale Castle Wolfenstein. Facili da abbattere, ma difficili da colpire quando si posizionavano di lato (un po’come succede in Paper Mario durante il passaggio dal 3D al 2D). Il momento migliore arriva alla fine del livello, ovvero, il boss finale chiamato Altos Tratus. Questo strano figuro rappresenta, in maniera palesemente estremizzata, tutti i clichè dei nemici finali dei giochi di ruolo giapponesi. Look androgino, parlata pomposa e prolissa ed un vestiario a dir poco stravagante. Prima di iniziare lo scontro, il povero Hazard dovrà sorbirsi un lungo monologo del temibile avversario, proprio come da tradizione. Mentre la battaglia è completamente in real-time, Tratus gioca come se fosse in un Gdr, ovvero, con attacchi e mosse a turni. Per batterlo bisognerà quindi ragionare sulla sua prossima mossa, evitare di farlo curare o di ricevere un colpo troppo pesante, proprio come nei gdr. A circa un mese dalla probabile data di pubblicazione, il gioco risulta molto interessante anche dal punto di vista tecnico, grazie all’originalità di alcune scelte. Tuttavia resterà da valutare con attenzione ogni aspetto e sarà importante verificare che le modalità a disposizione siano sufficienti a garantire una buona varietà d’azione.
Il concetto di gioco alla base di Eat Lead è solido e innovativo. Si passa da una citazione di Super Mario Bros. a una rivolta ai gdr o ad altri generi di videogiochi, ironizzando su quello che rappresentano senza mai scadere nell’“irrispettoso”. Durante la prova abbiamo notato qualche difetto che speriamo sia corretto nella versione finale del titolo. In primo luogo i combattimenti corpo a corpo ci sono sembrati troppo semplicizzati e poco realistici negli scontri. Il secondo punto riguarda l’effettivo tempo di risposta del sistema di controllo. Se nelle fasi di copertura appare tutto molto fluido e curato, durante i momenti di corsa e sparo simultaneo abbiamo notato delle incertezze. La nostra speranza è che la storia narrata all’interno del gioco mantenga le aspettative che si sono create: la vena satirica del titolo è indubbiamente ben realizzata e se quest’ultima verrà supportata da un gameplay ad hoc, avremo a che fare con un altro titolo imperdibile. L’uscita di Eat Lead è prevista per il mese di Marzo su console Xbox 360 e PlayStation 3. Restate sintonizzati su SpazioGames per i prossimi aggiornamenti e la recensione completa del titolo.