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Earth Liberation

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Avatar di Daniele Spelta

a cura di Daniele Spelta

Redattore

Pubblicato il 16/02/2017 alle 00:00
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L’Early Access di Steam è un luogo incantato, un favoloso posto dove non sai mai quello in cui puoi imbatterti: ora vanno molto di moda maschioni muscolosi con le nudità al vento in mezzo a delle lande desolate, ma cercando bene si trova un po’ di tutto, anche degli astronauti persi nello spazio o delle Micro Machines incazzatissime. Scavando bene, saltano fuori anche degli strategici, ovviamente ancora “under construction”, oppure che copiano in modo nemmeno troppo velato qualche altro titolo più blasonato, ma anche entrambe le cose assieme, esattamente come Earth Liberation, RTS sci-fi proveniente dalla Russia e sviluppato dal piccolo team PoRovoz, composto per l’esattezza da solo una coppia di amici.
In netto anticipo
Trattandosi di un accesso anticipato, come prima cosa vanno definiti i contenuti in questo momento messi a disposizione da Earth Liberation: decisamente pochi. Allo stato attuale, Earth Liberation non garantisce più di una manciata scarsa di ore di gioco – badate, non divertimento – dato che l’unica modalità presente è la campagna in singleplayer, e nemmeno in tutta la sua lunghezza, ma solo per poco meno di dieci missioni, includendo anche le prime due di puro tutorial. Nella road map stilata da PoRovoz, viene però precisato che ogni mese saranno aggiunte nuove missioni alla campagna, ma soprattutto che al momento del lancio in versione 1.0, che avverrà verosimilmente in tarda primavera 2017, verranno anche incluse la modalità cooperativa e le schermaglie in PvP. Earth Liberation, proprio come tutti gli Early Access, oltre a essere un prodotto non completo dal punto di vista dei contenuti, si presenta anche in uno stato di sviluppo ancora arretrato e da qua alla fatidica data di lancio ci auguriamo non saranno pochi gli interventi di PoRovoz volti a rendere il loro lavoro un’opera meno grezza e spartana. Avviando il gioco, dopo un paio di schermate di ingresso, si nota subito come Earth Liberation non sia proprio il massimo della “sciccheria”, e il menù iniziale appare estremamente spartano, con la ciliegina sulla torta rappresentata dalla voce intro. Questa voce da il via ad una serie di schermate fisse, proprio delle slide in puro stile Power Point, dove attraverso artwork e testi, senza alcuna voce narrante, vengono raccontate le vicende di Earth Liberation, una storia poco originale fatta di cattivi alieni invasori e di una resistenza strenua della razza umana. Il secondo fattore da tenere bene a mente quando ci si approccia a Earth Liberation è il suo costo, ossia 6,99€. Almeno personalmente, cerco sempre di evitare di inserire il prezzo fra le variabili con cui giudicare un titolo, ma in questo caso è se non altro una giustificazione per alcuni dei difetti più evidenti di Earth Liberation.
Taglio agli sprechi
Earth Liberation è un RTS nel più classico senso del termine, di quelli basati sulla sacra triade raccolta risorse-costruzione edifici-reclutamento delle truppe, ma riesce a spingersi oltre e a fare una spending review su molte meccaniche di gioco, riducendole praticamente all’osso. La raccolta dei materiali avviene così in modo pressoché automatico, salvo qualche cassa sparsa qua e là sulla mappa di gioco che, una volta recuperata, garantisce una buona dose di risorse in modo rapido. Per il resto, dimenticatevi la strenua difese delle miniere o dei giacimenti come avviene in quasi tutti gli strategici, niente corsa all’oro e niente torrette difensive da costruire attorno alle cave: in Earth Liberation si vive quasi in modo esclusivo di rendita, ma questo è già un bel chiodo piantato sulla bara della strategia. Il secondo colpo viene poi inferto dalla gestione dell’insediamento che, senza nemmeno troppi giri di parole, è del tutto assente. In Earth Liberation la costruzione delle strutture difensive o delle caserme da cui sfornare truppe avviene infatti su stretti binari, per l’esattezza dei nodi già pre-impostati dove piazzare i pochi edifici presenti nel gioco. In questo modo viene dunque del tutto azzerata la strategia che sta attorno alla pianificazione dell’insediamento, anche per colpa della totale assenza di tempi di attesa legati a qualsivoglia tipologia di edifici. I ritmi sostenuti sono una delle prerogative di Earth Liberation, dove tutto quanto avviene o in modo semi-automatico o in un batter di click, come ad esempio il reclutamento delle nuove unità, che spuntano fuori come funghi dalle caserme. 
Regressione
Tutto ciò ha delle dirette ricadute sul sistema di combattimento, il vero focus di Earth Liberation. Un focus che però fa acqua da tutte la parti, per colpa di una UI assente ingiustificata, di una intelligenza artificiale che si fa fatica a definire tale, mappe larghe come un fazzoletto di carta e altre gravi mancanze. Abbiamo parlato dell’interfaccia utente, ma forse ci siamo spinti troppo avanti, visto che l’unica cosa presente su schermo è la barra della vita delle unità – copiata 1:1 da StarCraft – mentre non vi è traccia delle statistiche offensive e difensive e gli unici dati in questo ambito collegati alle truppe appaiono al momento del reclutamento. La piaga principale di Earth Liberation è senza ombra di dubbio l’intelligenza artificiale, che è causa spesso e volentieri di cocenti sconfitte solo per il fatto che, senza alcun apparente motivo, le truppe se ne stanno immobili come delle belle statuine a farsi crivellare di colpi, oppure iniziano a vagare disperse in mezzo ai nemici, vittime di un pathfinding lacunoso a dir poco. Inoltre, per uno strano motivo, quando si arruolano numerose truppe si viene a creare, più che un esercito, uno sciame impazzito di mosche, che girano su loro stesse, che non fanno fuoco e che sono affette dal morbo della pattinata. Non sapete cosa sia questo morbo? È quella malattia incurabile per la quale le unità iniziano a spingersi l’un con l’altra, causando così un vero e proprio scivolamento collettivo, la conseguente impossibilità di fare fuoco ed infine una morte certa. Infine, soprattutto quando nelle missioni conclusive sono state introdotte anche la unità volanti, abbiamo cercato di ricorrere alla classica macro “CTRL+tasto numerico” per creare dei gruppi e dividere così le truppe aeree da quelle terrestri: esperimento fallito, Earth Liberation non prevede tale opzione, con conseguente spreco di click e impennata di imprecazioni perché diventa praticamente impossibile dividere in più parti specializzate l’esercito. L’unica nota positiva rimane dunque la varietà delle truppe messe in campo: non stiamo parlando di un numero tale da far saltare sulla sedia, ma fra velivoli, carri armati e truppe armate di mitraglie leggere, cannoni e bazooka, vi è una buona dose di differenziazione, soprattutto nella loro modalità di utilizzo, con i marines che si riducono a mera carne da macello, mentre gli eroi sono in grado di far fuori da soli una buona fetta dei nemici. 
Per concludere, passiamo in rassegna l’aspetto grafico e la componente audio di Earth Liberation. Dati i bassi costi produttivi e di vendita, non è che ci si potesse aspettare molto in questo frangente ed anzi, Earth Liberation ne esce tutto sommato bene, le unità sono i fratelli meno riusciti degli Space Marines e le strutture sono poco dettagliate, ma tutto sommato il colpo d’occhio è più che soddisfacente, così come le musiche, una sorta di sottofondo chillout derivato alla lontana dai dischi di Jean-Michel Jarre. Gli effetti audio viaggiano invece tra il noioso e il fastidioso vero e proprio, con rumori metallici e il suono incessante delle mitraglie che diventa in poco tempo uno scomodo compagno di viaggio. 

– Buona varietà di unità

– Può solo migliorare

– Almeno costa poco

Allo stato attuale, Earth Liberation è lontano da quello che in teoria dovrebbe essere al momento della pubblicazione, non tanto in termini di contenuti, che siamo certi verranno ampliati da qua al rilascio, quanto piuttosto in materia di meccaniche di gioco, che certamente non potranno fare felici gli amanti della strategia, a meno di un pesante ritocco in molte parti: la scelta di automatizzare la raccolta risorse e la costruzione guidata degli edifici sono scelte discutibili, ma quello su cui scivola, anzi, precipita Earth Liberation è l’intelligenza artificiale. Earth Liberation può solo migliorare, ed è questa la nostra unica vera speranza.

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