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Dreadnought

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a cura di Ctekcop

Pubblicato il 09/09/2014 alle 00:00
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Yager Development è un team di sviluppo salito alla ribalta con Spec Ops: The Line non tanto per le qualità di un titolo sicuramente buono nel suo complesso, quanto più per lo strascico di liti e discussioni con il publisher 2K Games dovute allo scarso successo in termini di vendite.

Durante la loro quindicinale carriera non hanno sfornato un gran numero di titoli, oltre a quello citato nel paragrafo introduttivo. La loro prima opera è Yager, un simulatore di combattimento pubblicato sulla prima Xbox e su PC che lasciò intuire un discreto potenziale, il quale rimase però inespresso nel successivo Aerial Strike. Ciò non ha impedito all’indipendente studio berlinese di farsi una reputazione tutto sommato solida all’interno dell’industry, al punto da essere scelti da Deep Silver per lo sviluppo di Dead Island 2. 
A voler confermare il salto nel mondo degli sviluppatori che contano, oltre a quest’ultimo, è stato affiancato un altro progetto di spessore, Dreadnought, che rappresenta un ritorno al genere delle origini, quello dei combattimenti spaziali, ma che porta con sé importanti novità tra cui la sua particolare formula free to play. Dopo essere stato annunciato e svelato all’E3 di quest’anno, nuove informazioni sono giunte in occasione del PAX14.
Space combat
Nonostante versi ancora in uno stato pre-alpha, Yager Development ha mostrato una versione giocabile di Dreadnought nel tentativo di recuperare importanti feedback. Il gameplay si focalizza su scontri multigiocatore 5 contro 5, dove le protagoniste sono le astronavi, grandi ed imponenti come quelle di Battlestar Galattica e Star Trek, apertamente nominate assieme a Star Wars quali fonti di ispirazione. Per dare un’idea della stazza, le più piccole navi disponibili sono state paragonate per dimensioni al Millenium Falcom. Sono disponibili cinque diverse classi, Destroyer, Dreadnought, Corvette, Tactical, Artillery, all’interno delle quali sono già disponibili diverse navi per ciascuna di esse assieme a diversi perk e personalizzazioni varie.
Il gameplay si configura come un mix di sparatutto e strategia, trovando all’apparenza quella che potrebbe rivelarsi la giusta via di mezzo tra immediatezza e profondità, semplicità e complessità. Altre modalità di gioco, che possano andare al di là del semplice team deathmatch, sono tutt’ora tema di dibattito all’interno del team di sviluppo.
Il tratto saliente è la lentezza dei movimenti delle navi che richiede un’attenzione particolare nei riguardi dei propri spostamenti da ponderare attentamente, vista anche la possibilità di sfruttare le navi più ingombranti come copertura. Eppure, il ritmo non risulta basso visto il buon numero di cose da fare e tenere sotto controllo. Nello specifico, bisogna gestire oculatamente l’energia a propria disposizione, che si ricarica molto lentamente, allocandola sapientemente tra le armi, gli scudi o attivare dei portali per muoversi quasi istantaneamente. Per certi versi l’esperienza ludica ricorda alla lontana Mechwarrior Online, senza però risultare così simulativo e ostico da approcciare. 
L’editore Greybox ha garantito che il gioco farà vanto di una forma equa e sostenibile di free to play, ma ovviamente ciò sarà tutto da valutare molto attentamente al momento dell’uscita. Sarà disponibile anche una componente singolo giocatore che verrà rilasciata in maniera episodica. Non è stato rivelato niente di più se non che della storia se ne sta occupando lo scrittore Dan Abnett, noto per aver lavorato in passato con la Marvel. Quasi sicuramente l’attrattiva principale di Dreadnought rimarrà il suo comparto multigiocatore.
Unreal Engine 4 
Dal punto di vista tecnico, considerato lo stato relativamente embrionale in cui versa ancora l’intero progetto, il gioco si rivela molto promettente grazie all’utilizzo dell’ultimo engine creato da Epic. Se sarà anche sufficientemente leggero o scalabile, al momento dell’uscita potrà soddisfare molti anche tra i più esigenti in termini grafici.
L’unica mappa mostrato ha impressionato per le sue dimensioni e la qualità delle texture. Anche le navicelle propongono un design ispirato anche se difettano di un sistema dinamico di danni. Oltremodo entusiasmanti gli effetti di laser, missili, ed esplosioni. Si prospetta senza ombra di dubbio un titolo spettacolare. I designer farebbero bene a concentrarsi sull’interfaccia, che al momento ha mostrato qualche lacuna rendendo poco intuitivi alcuni momenti della gestione delle proprie navi, col rischio di inficiare direttamente i risultati dei propri combattimenti.

– Gameplay tattico e ritmo particolare

– Free to play

– Tecnicamente interessante

Dreadnought è un titolo promettente, in grado di stuzzicare e fare alzare un sopracciglio a molti, ma da seguire con estrema attenzione perché ogni motivo di interesse porta con sé una qualche incognita o un dubbio più che legittimo. Riusciranno i ragazzi di Yager development a dimostrare che la loro reputazione è veramente meritata? Troveranno il giusto equilibrio che riuscirà a rendere l’esperienza divertente per tutti? Graficamente riuscirà ancora a dire la sua al momento dell’uscita? Il modello di business sarà veramente equo, sostenibile e godibile sia per chi paga sia per chi non è disposto a sborsare un euro? Non ci resta che aspettare il 2015 inoltrato, al momento indicato come generica data d’uscita programmata.

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