Dopo averlo provato durante l’Europe Showcase e nuovamente all’E3 2009, Dragon Age: Origins è tornato alla ribalta nei giorni scorsi grazie ad un evento appositamente organizzato da Bioware ed Electronic Arts nel cuore delle campagne inglesi. Una suite del Four Seasons Hotel di Hook ha ospitato il primo attesissimo sguardo alla versione console del titolo, annunciata da diverso tempo ma finora mai mostratasi.Due Xbox 360 ospitavano un codice preliminare e limitato allo scontro finale della battaglia di Ostagar, già vista diverse volte durante i precedenti hands on.
Dragon EffectLa grande esperienza di Bioware nel campo dei GDR su PC ha trovato qualche anno fa un eccezionale sbocco anche per il mondo console: Mass Effect è riuscito a portare un’esperienza Action-GDR con controlli complessi su next-gen senza perdere assolutamente nulla di quello che solitamente l’accoppiata mouse-tastiera offre ai giocatori. Tutto questo grazie ad un sistema di controllo ben sviluppato e bilanciato, con un’interfaccia circolare a scomparsa che permetteva di non ingombrare lo schermo e di impartire comandi immediati ed intuitivi. Quando si è trattato di elaborare un’interfaccia per Dragon Age: Origins in versione console, gli sviluppatori sono tornati sul loro precedente lavoro ed hanno sviluppato un sistema molto simile. La principale differenza è che Dragon Age è un titolo sviluppato nativamente per la piattaforma PC, e dunque i controlli sono per natura molto più elaborati. Pad Xbox 360 alla mano, abbiamo ignorato per qualche minuto il combattimento vero e proprio per testare a fondo i controlli: il movimento è controllato come vuole la tradizione con l’analogico sinistro, mentre per interagire con l’ambiente circostante (possibilità esplicitata da un’icona in prossimità dell’elemento attivabile) si utilizza il tasto A. I restanti tasti frontali, ovvero X, Y e B sono detti Quick Action Button, ed a loro è dedicata una rappresentazione grafica nell’angolo in basso a destra dello schermo. Ad ogni tasto corrisponde uno slot, cui tramite un’apposita voce del menu si può assegnare o l’esecuzione di un’abilità tra quelle a disposizione del personaggio, o l’utilizzo di oggetti dell’inventario, come le pozioni. Con la pressione mantenuta del grilletto sinistro si ottiene un ulteriore livello per questi tre slot, portando così a sei le quick action disponibili. Chiunque segua da vicino Dragon Age, o abbia esperienza con i GDR “puri” per PC, sa bene che sei slot non sono nulla a confronto della sterminata quantità di azioni a disposizione di ognuno dei membri del party, in particolare per i curatori ed i maghi. Proprio qui entra in gioco l’esperienza maturata con Mass Effect: il menu circolare, cui si accede con la pressione del grilletto destro, riporta le principali categorie di azioni ed oggetti cui è possibile accedere durante il combattimento, e mette l’azione in pausa, permettendo di passare da un personaggio all’altro ed elaborare tattiche complesse. Navigando il menu con l’analogico sinistro e selezionando la categoria d’interesse con il tasto A si avrà accesso ad un secondo anello, contenente le singole specifiche azioni. Completano il layout dei controlli i due dorsali, che permettono in tempo reale di passare da un membro all’altro del party. Una volta in combattimento, il lancio delle magie e dei singoli attacchi si rivela decisamente immediato ed intuitivo: i Quick Action Buttons sono perfetti per le azioni standard, mentre per manovre più complicate la messa in pausa resta la scelta migliore. Il menu a due cerchi concentrici si rivela un’ottima scelta: rapidissimo da navigare, permette di avere sempre sott’occhio le peculiarità di ogni personaggio. Nel caso ci siano più bersagli a schermo, oppure nel caso di un curatore occorra selezionare un particolare membro del party, questo sarà possibile utilizzando le direzioni del D-Pad.Il combattimento finale della torre di Ishal, per quanto caratterizzato da un livello di difficoltà medio non indifferente, si è rivelato gestibilissimo con i controlli studiati dai ragazzi di Bioware, e non ha presentato nessun intoppo.
Comparto tecnicoDato che, come affermato dagli stessi sviluppatori, questo porting next gen di Dragon Age: Origins non differirà minimamente dalla versione PC quanto a contenuti, oltre al layout di controllo l’altra grossa incognita resta il comparto tecnico, che su PC si è finora mostrato di buona fattura.Il primo impatto con la versione next gen rivela un downgrade non indifferente, dovuto principalmente alla qualità delle texture, che appare allo stadio attuale molto limata. Anche il dettaglio sui personaggi si è rivelato molto ridotto, con fisionomie meno curate ed armature più spoglie. Buono invece il frame-rate, che è riuscito a mantenersi su livelli positivi anche in presenza alti quantitativi di effetti a schermo. E’ senza dubbio da considerare che lo stadio attuale di sviluppo del gioco è a poco meno di tre quarti, e solitamente l’ottimizzazione viene lasciata per ultima. Per quanto sia lecito sperare in buon margini di miglioramento rispetto a quanto visto durante il breve hands on, certo è che Dragon Age Origins si farà apprezzare per motivi diversi dal comparto tecnico, che si presenterà probabilmente sottotono rispetto a quanto l’attuale generazione ha da offrire.
– Controlli ben sviluppati
– Nessuna semplificazione rispetto alla vers. PC
– GDR allo stato puro
Per quanto il nostro hands on si sia svolto su una sequenza della durata media di poco più di dieci minuti, contro un solo nemico, il tutto ambientato in un’unica stanza, l’impatto con il sistema di controllo sviluppato dai ragazzi di Bioware ci ha pienamente convinto. L’eredità di Mass Effect è evidente, ma gli sviluppatori sono riusciti ad andare ben oltre, e con la semplice aggiunta di un secondo anello di controlli e dei Quick Action Button hanno risolto alcuni problemi apparentemente insormontabili. Essendo il titolo nativo per PC, un downgrade sulla grafica era senza dubbio da mettere in conto, tuttavia ci siamo trovati di fronte ad un work in progress che necessita ancora di diverse attenzioni: è evidente che viste le crescenti capacità dei PC odierni, trovare il giusto compromesso tra dettaglio e frame rate non è facile. Ci aspettiamo comunque molto da Bioware, e confidiamo che i prossimi mesi siano dedicati a spremere dalla next gen tutto quello che essa è in grado di offrire.
Di certo, la vera forza di Dragon Age: Origins non è da ricercarsi in una grafica rivoluzionaria, o in un gameplay innovativo, bensì nell’ammirabile tentativo di portare su console un GDR puro, una missione che sembra procedere in maniera davvero incoraggiante, e che sembra poter dare i frutti sperati quanto a gameplay. Rimanete con noi per nuove impressioni dall’ormai prossimo GamesCOM di Colonia.