Anteprima

Crackdown

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a cura di Pregianza

Approfittando del momento di stanca di Sony, Spencer sta chiaramente tentando di riacquistare terreno mostrando a tutti la potenza della lineup futura di Xbox One. Il buon Phil non sta però infilando una serie di giochi a casaccio su uno spiedino, il suo piano sembra infatti quello di restituire agli aficionados del marchio Xbox sensazioni simili a quelle provate quando acquistarono Xbox 360, trovandosi per le mani una console dotata di titoli poderosi usciti in rapida successione. Halo e Gears li abbiamo già messi in conto, le collection nostalgiche e ricche di titoli pure, ma il nostro ha deciso di riportare tra le masse un altro piccolo cult esclusivo: Crackdown.
Crackdown non era un titolo eccezionale o indimenticabile, tuttavia ottenne rapidamente una fanbase nutrita e appassionata. Il motivo? Da ricercarsi nella sua ingegnosa struttura sandbox, che richiedeva di eliminare dei boss della mala nei panni di super poliziotti con straordinari poteri e dava libertà totale al giocatore. In pratica era un titolo dove bisognava fare un gran casino e ammazzare i cattivi in modo spettacolare, uscito nel posto giusto al momento giusto e ricco di buone idee. È proprio vero che alle volte la semplicità è la cosa migliore.
Il secondo capitolo non fu accolto altrettanto bene, ma questo terzo episodio, dedicato alla nuova ammiraglia di casa Microsoft, pare voler tornare alle origini. Una sorta di reboot pompato a dismisura dalle nuove tecnologie insomma, che ci stuzzica non poco. Non abbiamo potuto giocarlo a Colonia, eppure un bel video esplicativo ci ha mostrato qualche novità. Vediamo cosa abbiamo scoperto.
Rompere. Tutto.
Gli sviluppatori in sala hanno mostrato una tech demo. Non è molto di solito, ma dopo il breve trailer della conferenza l’interesse era comunque molto alto. La promessa dopotutto era pur sempre quella della fantomatica “distruttibilità totale”, una chicca sempre meno presente nei videogiochi al giorno d’oggi. 
Gli sviluppatori non si sono persi in chiacchiere: si sono messi al comando di uno dei super poliziotti del gioco, lo hanno armato di tutto punto, e lo hanno piazzato di fronte a un muro. Lì è iniziata la dimostrazione della fisica… e che dimostrazione. Una semplice automatica è in grado di aprire grossi fori in muri di cemento, fori utilizzabili tranquillamente per ottenere visibilità e colpire i nemici al di là della copertura. Avete abbastanza proiettili? Allora basterà crivellare il muro per qualche secondo per aprirsi una porta. Ogni proiettile lascia un foro, ogni colpo ha un effetto, e ogni detrito che si forma, anche il più piccino, è dotato di una fisica propria. 
L’effetto visivo è piuttosto spettacolare con armi normali, figuriamoci poi quando si utilizzano bocche di fuoco potenziate come quelle usate dopo qualche minuto nella demo. Dopo esser passati al di là del muro, infatti, i nostri si sono diretti allegramente verso due vicini grattacieli gemelli, uniti da un ponte. Lì è partita la devastazione vera: usando prima una railgun gli sviluppatori hanno distrutto gran parte della copertura in cemento dell’edificio, dopodiché hanno fatto crollare il ponte che legava i due palazzi (i due giocatori che giravano sul ponte sono volati di sotto, chiaramente), e si sono in seguito messi in tre a far fuoco con dei lanciamissili sull’edificio, con l’intenzione di demolirlo del tutto. C’è voluto un po’, ma l’effetto è stato impressionante. La fisicità degli elementi è piuttosto realistica, con i pezzi di metallo duri da distruggere ma vulnerabili alle armi esplosive, che si comportavano in modo molto diverso dalle zone in cemento armato o dalle fragili vetrate. Le strutture portanti in pietra e cemento, peraltro, vengono giù piuttosto facilmente se si è armati di esplosivi, ma far crollare un intero palazzo è un’impresa più ardua, che costringe a prendere di mira per un po’ lo scheletro in acciaio alla base di ogni struttura. 
La promessa è quella di rendere ogni zona della mappa altrettanto distruttibile, un’impresa non facile che dalla dimostrazione sembra sia stata ottenuta a discapito del dettaglio grafico. L’impatto visivo non è infatti dei più superlativi e lo stile cartoon sembra scelto appositamente per favorire la fisica, piuttosto che il livello di dettaglio. 
Pare che tutto questo ben di dio sia peraltro il risultato del lavoro di server multipli in combinazione, che facilitano la gestione delle reazioni di ogni singolo elemento.
Ciò che ci esalta davvero, ad ogni modo, è l’unione di tale distruttibilità ai super poteri dei protagonisti e alla struttura libera del primo gioco della serie, che il team di sviluppo sembra voler applicare anche a questo capitolo. Con la possibilità di esplorare tutta la mappa da subito, attaccare ogni boss nell’ordine preferito, e una possibile cooperativa (intuibile dalla presenza di più giocatori nella demo), quali disastri si potranno fare? Bilanciare questo divertimento caciarone e missioni complesse non sarà una passeggiata, ma si tratta comunque di una base di partenza da non sottovalutare.
Nessuna info definitiva invece sul sistema di skill, di potenziamenti, di gestione delle armi e del multiplayer. Praticamente è stato reso noto solo un particolare sistema chiamato Hate System, che porta gli scagnozzi dei vari boss ad aumentare di aggressività e numero in base a quante ne combinate al loro simpatico capo. Interessante, ma c’è ancora molto tempo per scoprire il resto, non temete.

– Distruttibilità totale

– Struttura simile al primo titolo della serie

La distruttibilità totale di Crackdown e la sua volontà di tornare alle origini ci stuzzicano non poco. Al momento abbiamo poche informazioni per capire come gli sviluppatori riusciranno a mescolare questi due elementi instabili ed esplosivi ad una formula più classica, con sviluppo del personaggio, missioni e quant’altro, ma siamo abbastanza fiduciosi. La curiosità insomma c’è, ed è un buon segno.

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