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Allison Road

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Avatar di Domenico Musicò

a cura di Domenico Musicò

Editor

Pubblicato il 06/07/2015 alle 00:00
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La cancellazione di Silent Hills è una ferita ancora aperta e sanguinante, uno squarcio profondo che lascerà per sempre una brutta cicatrice. Il teaser giocabile ormai rimosso dal PSN aveva mandato in visibilio tutti coloro che vedevano nell’opera di Kojima e Del Toro la rinascita di una serie horror che dopo i primi capitoli ha solo annaspato e raramente stupito, ma talvolta l’imponderabile va ben oltre ogni immaginazione, e anche le migliori premesse possono disintegrarsi nel vuoto. 
A breve distanza dal marasma ancora poco chiaro che ha coinvolto Konami e Kojima, sbuca dal nulla un titolo che vuole omaggiare P.T., cercando al contempo di trovare una propria strada.
Casa dolce casa
I lavori su Allison Road sono cominciati un paio di settimane dopo l’annuncio di P.T. alla Gamescom. Gli sviluppatori non avevano idea della fine che avrebbe fatto poco dopo il progetto di Konami, ma erano rimasti colpiti al punto da volersi cimentare nella creazione di un gioco indipendente che ne condividesse l’estetica, il fotorealismo, l’atmosfera e quel particolare gusto per il terrore che nasce da una normalità che perde man mano consistenza fino a trasformarsi in un terribile incubo. 
In Allison Road impersonerete un protagonista senza nome che si risveglia in un appartamento, incapace di ricordare tutto ciò che è accaduto in precedenza. Nel corso di cinque notti bisognerà capire che fine ha fatto il resto della famiglia, scoprire i misteri che nasconde la casa e vedersela con le entità sovrannaturali che si annidano nell’appartamento. È possibile interagire con determinati oggetti dello scenario, osservarli più da vicino e ruotarli per carpire maggiori informazioni, come quel “Dad was such a drag” scarabocchiato su una rivista che oltre a essere una citazione presa in prestito da P.T., è anche un chiaro indizio sulla personalità del protagonista, che pare essere coinvolto in prima persona in una storia di cui si sa poco ma che pare già suggerire atrocità familiari impossibili da occultare. 
Nei tredici minuti di gameplay estrapolati dall’alpha la resa visiva degli ambienti è apparsa più che soddisfacente, e la cura per i dettagli era già minuziosa e a tratti maniacale. L’appartamento non presenta stanze in completo disordine, ma camere in cui ha certamente vissuto più di una persona. Il letto sfatto e le pillole sul comodino, la cucina ordinata ma con qualche piatto ancora da lavare, il soggiorno con la TV accesa e qualche rivista per donne lasciata dove capita, sono tutti segnali che il protagonista non è vissuto mai da solo. Nel silenzio graffiato dal fruscio di fondo i sensi si acuiscono in attesa di rumori sospetti che non tardano ad arrivare, come l’improvviso bussare a una porta, qualche scricchiolio molesto, e una voce camuffata e in tono basso che bisbiglia “Ti sto osservando” e “So dove sei“. Non capirete se quella voce parla direttamente nella testa del protagonista o se è una raggelante manifestazione demoniaca, e sebbene ciò che accade subito dopo vi atterrisca e non lasci spazio alla fantasia, non sarete comunque in grado di far prevalere una delle due ipotesi.
Orrore domestico
Cosa fareste se nella sicurezza della vostra casa avvertiste qualcosa che si agita nel buio e vi bracca costantemente? Come vi comportereste se non foste in grado di distinguere cosa è reale e cosa no? Sono queste le due domande che gli sviluppatori hanno posto alla community durante la presentazione del video, a dimostrazione del fatto che la volontà di giocare sullo stato psicologico del protagonista è piuttosto forte. La narrazione sarà del tutto simile a titoli come Gone Home e Home is Where One Starts, ma avverranno anche degli eventi all’interno della casa che vi coglieranno totalmente impreparati. 
Sebbene sia stato dichiarato che le meccaniche principali di gioco sono esattamente quelle viste nel gameplay mostrato, è stato anche ammesso che l’inventario e l’uso degli oggetti raccolti sono elementi ancora tutti da svelare. Non è pertanto chiaro se nella versione finale saranno presenti combattimenti o se si potrà reagire in qualche modo, ma il design e la conduzione di gioco completamente incentrati sulla lenta esplorazione e un tipo di tensione che fa leva anche su un’incapacità di difendersi che pare scontata, fanno propendere per un secco no. A cosa servono dunque gli oggetti raccolti, tra cui anche un coltello da macellaio che di amichevole non ha davvero nulla? Probabilmente per risolvere qualche enigma ambientale. O semplicemente si tratta di un insieme di prove che solo alla fine sveleranno cosa davvero è accaduto nell’appartamento di Allison Road, dove esistono segreti terribili e dove lo spirito vendicativo di una donna tormentata cerca disperatamente la sua vendetta.

– Atmosfera capace di creare ansia e disagio

– Orrore sottile e psicologico, che non necessita di scarejump

– Ambiente casalingo costruito con grande cura per i particolari

P.T. ha generato un mostro. Ma stavolta l’accezione è estrememante positiva, perché Allison Road è un dichiarato omaggio – che pare particolarmente ben riuscito – al teaser giocabile da incubo che Kojima e Del Toro hanno ideato. L’atmosfera è davvero terrorizzante, e l’idea dell’ambiente familiare apparentemente tranquillo che si tramuta in un luogo capace di generare ansia e angoscia funziona alla grande. Se non di Silent Hills, sicuramente potrebbe trattarsi di un degno erede di P.T.

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