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Victory: The Age of Racing

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Avatar di Francesco Ursino

a cura di Francesco Ursino

Pubblicato il 06/03/2014 alle 00:00
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Il mercato videoludico moderno offre agli sviluppatori molte potenziali strade che portano alla notorietà: di sicuro sgomitare per riuscire ad avere luce verde su Steam Greenlight non è un immediato sinonimo di successo, ma è pur vero che mai come oggi numerosi progetti un tempo rimasti nell’ombra hanno la possibilità di emergere. Qual è, allora, il giusto percorso di sviluppo da scegliere tra free-to-play, pay-to-win, early access, crowdfunding, freemium e compagnia bella? La storia dello sviluppo del racing game italiano Victory: The Age of Racing, titolo già protagonista in passato su queste pagine, può aiutarci proprio a capire le opportunità (ma anche le difficoltà) di un progetto che vuole farsi strada tra le più conosciute produzioni motoristiche su PC.

Un percorso a ostacoliL’ultima volta che ci siamo soffermati sul titolo sviluppato da Vae Victis era il 2012, in pieno periodo post Gamescom; la produzione italiana, protagonista dell’evento, a quel tempo era presentata ancora come un free-to-play: chiunque, in buona sostanza, aveva la possibilità di provare la potenzialità del gioco, mentre i più appassionati potevano incrementare immediatamente le proprie prestazioni su pista sborsando denaro sonante. Fin dalla versione beta il titolo ha goduto di una certo favore tra gli appassionati ma, nel tentativo di riuscire a raggiungere un numero ancora maggiore di giocatori, gli sviluppatori hanno intrapreso il tortuoso cammino che, attraverso Steam Greenlight, porta i titoli più meritevoli sulla piattaforma di digital delivery di Valve. Dopo aver ricevuto luce verde, dunque, difatti Victory: The Age of Racing è ufficialmente passato dalla fase del free-to-play all’essere presentato come un prodotto più “tradizionale”, che a partire dal prezzo di € 13,99 propone un’esperienza completa in accesso anticipato, sulla falsariga di quanto già fatto da Kunos Simulazioni con Assetto Corsa, senza microtransazioni di sorta. Per coloro i quali avevano supportato il progetto nella fase beta, il passaggio su Steam è stato indolore e gratuito: in questo modo, dunque, il titolo si ritrova potenzialmente già con una base di giocatori pronti a darsi battaglia. Ma in cosa consiste, nello specifico, la sfida offerta da Victory: The Age of Racing?

Il futuro non è così roseoA beneficio di coloro i quali non siano mai entrati in contatto con la produzione in questione, diciamo subito che il titolo Vae Victis è un racing game che permette di sfidare amici e altri piloti virtuali con auto e circuiti fittizi. Va detto che gli sviluppatori hanno creato un certo background narrativo capace di spiegare l’assenza di vetture e circuiti conosciuti: in un futuro non molto lontano, infatti, la fantomatica DriveNet ha creato un sistema di guida automatizzato che, in nome della sicurezza, ha difatti spazzato via l’intera industria automobilistica, e con essa tutte le varie gare motoristiche. A margine di tutto ciò, però, è nato un movimento di appassionati che, al di fuori dell’area sorvegliata da DriveNet, ha creato circuiti e auto con cui è possibile gareggiare. Nasce così, quindi, quella che nel gioco viene definita una nuova era delle corse automobilistiche.Lasciando da parte il pretesto narrativo, dobbiamo dire che il primo impatto col gioco dei partecipanti alla precedente fase beta, difatti, sarà del tutto senza patemi: la possibilità di continuare a giocare con le auto già possedute farà sì che il passaggio a Steam sia vissuto senza problematiche. I novizi del titolo, invece, inizieranno scegliendo la classe di vetture con cui iniziare; le tre alternative possibili sono Legend, Classic e Formula, e differiscono tra di loro soprattutto per maneggevolezza e velocità della vettura. Scelta la propria auto, e completato il processo di creazione del proprio profilo, sarà possibile scendere in pista e sfidare altri giocatori. Considerato che il titolo non è ancora completo, e che gli aggiornamenti sembrano susseguirsi con buon ritmo, sarebbe poco utile scendere nei particolari delle opzioni di gioco e del comparto tecnico: per un’analisi più approfondita di questi aspetti, infatti, ci sarà modo di parlare nella recensione finale del titolo, che arriverà nel momento in cui lo sviluppo sarà terminato.E’ più utile, dunque, parlare di quello che il titolo offre attualmente: una volta scelta la propria vettura (all’inizio ne saranno disponibili alcune di default, ma praticamente da subito sarà possibile crearne una personalizzata), ci si potrà lanciare alla ricerca di una qualche gara tradizionale, basata dunque su un certo quantitativo di giri da compiere, oppure si potrà partecipare a un hotlap party; si tratta, in buona sostanza, in un evento a tempo in cui ci si ritroverà da soli in pista e si avrà l’obiettivo di far segnare il miglior tempo rispetto a quelli degli altri partecipanti. La vittoria o i piazzamenti riportati in queste competizioni faranno avanzare la carriera del giocatore, aumentando il proprio livello e i fondi disponibili. Tutto ciò ha un’importanza capitale in quanto maggiori fondi permettono di acquistare e migliorare le proprie auto, permettendo così di vincere più gare.Dobbiamo dire che, al momento, la situazione online è tutto sommato sbilanciata: la presenza dei giocatori di lunga data e con auto performanti, spegne molte volte sul nascere le velleità dei nuovi arrivati, che spesso e volentieri si ritroveranno sul fondo del gruppo. Va detto che il tutto dovrebbe livellarsi con l’arrivo di nuovi giocatori, e tutto sommato l’impatto delle diverse performance sembra essere corretto e motivante, soprattutto per i novellini che guidano i catorci iniziali.

Mouse, tastiera, pad, volante…Scesi in pista, quali sono al momento le sensazioni di guida offerte da Victory: The Age of Racing? Il modello creato da Vae Victis sembra essere un interessante ibrido: di sicuro non siamo davanti a una simulazione pura, ma è pur vero che il comportamento delle auto non consente di gareggiare utilizzando esclusivamente l’acceleratore; nemmeno la guida di sponda con le barriere del tracciato sembra essere molto consigliata, considerati i conseguenti rallentamenti e le penalità in caso di taglio della pista. Insomma, tenuto conto anche delle differenze tra le tre classi di vetture, sembra giusto dire che il gioco offre una sfida interessante, che può risultare una piacevole distrazione per gli appassionati dei simulatori più impegnativi, e un timido passo avanti verso il realismo per i giocatori più arcade.A conferma di ciò, va detto che è possibile cambiare a grandi linee il setup della vettura, il che consente di modificarne l’assetto in modo estremamente veloce grazie a una serie di slider che vanno a modificare l’aerodinamica, le sospensioni, il grip e così via. Al di là delle differenze di classe, poi, il comportamento delle auto sembra avere qualche punto in comune: la sensazione, difatti, specialmente nelle auto di livello più basso, sarà sempre quella di un certo nervosismo specie in uscita di curva, e di un sottosterzo costante nei tornanti lenti. Va detto, poi, che questi particolari tratti delle auto possono essere rivisti grazie all’acquisto di alcuni widget, buoni per migliorare alcune caratteristiche (come la manovrabilità, il grip, la riduzione di peso) nell’ambito di una singola gara o di un certo numero di giri.Per quanto riguarda il sistema di controllo, invece, Victory: The Age of Racing conferma di essere un titolo fruibile con una varietà di soluzioni, tra cui mouse e tastiera; il titolo riesce a restituire un feedback sufficiente con tutte le opzioni proposte, e la sensazione è che la scelta della periferica migliore non debba per forza ricadere su un volante, visto che anche un buon pad riesce a regalare un buon feeling. Quanto appena detto si sposa bene con la natura del modello di guida descritto poc’anzi, al limite tra l’arcade e il simulativo, e questo è di sicuro un merito della produzione Vae Victis.

Veloce e senza fronzoliConcludiamo questo articolo parlando dei futuri aggiornamenti dedicati al titolo: se è vero che l’obiettivo finale degli sviluppatori è quello di creare un sandbox in cui si potranno creare auto, tracciati, campionati ed eventi, è anche giusto dire che tutte queste feature andranno implementate nel tempo. Tra i progetti più interessanti, oltre quelli appena segnalati, si distinguono l’intenzione di aggiungere una modalità single player, l’introduzione di eventi comprensivi di pit stop, condizioni meteo dinamiche e danni alle vetture, e il sempre affascinante supporto a Oculus Rift. Da non trascurare anche l’annunciato lavoro sul comparto tecnico, che al momento mostra un po’ il fianco dal punto di vista della realizzazione generale di vetture e tracciati.Come si può vedere, dunque, il futuro sembra promettere bene, e il contenuto delle ultime patch sembra voler denotare l’intenzione dello sviluppatore, per quanto possibile, di seguire assiduamente le indicazioni della community.

– Il progetto si conferma promettente e interessante

– Modello di guida piacevole, adatto a differenti tipologie di giocatori

– L’approdo su Steam dovrebbe portare a una base utenti più ampia

Victory: The Age of Racing si conferma essere un gioco ambizioso e promettente: il passaggio alla formula dell’early access, e soprattutto l’approdo ufficiale su Steam, pongono le giuste basi affinché il titolo italiano possa acquisire una base di utenti sempre più vasta, condizione necessaria affinché il progetto possa prosperare nel tempo. Per il resto, l’esperienza racing proposta da Vae Victis sembra possa risultare interessante per un gran numero di giocatori, godibile con diverse periferiche e a diversi livelli di profondità. Le fondamenta per costruire un qualcosa di estremamente positivo, in buona sostanza, ci sono tutte, e questa ulteriore fase di sviluppo sarà di importanza cruciale; per essere sempre informati sulle ultime novità relative a quello che può considerato un ulteriore tassello della nuova era dei racing PC nostrani, allora, non vi resta che continuare a seguirci, sempre su queste pagine!

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