Recensione

Starship Corporation, la recensione di una multinazionale fra le stelle

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a cura di Daniele Spelta

Redattore

Anno 3020, l’uomo ha superato i confini della Terra e si è lanciato nell’esplorazione dello spazio più recondito, un universo in cui non vi sono limiti alla conoscenza: pianeti da colonizzare, razze aliene con cui stringere alleanze e altre sempre pronte a dichiarare guerra, immense flotte, combattimenti all’ultimo raggio laser e chissà quanti altri segreti possono nascondere quegli ammassi di asteroidi e nebulose. Ora prendete tutto questo e… Dimenticatevene. Starship Corporation proietta sì il giocatore in un futuro lontano, ma lo piazza anche dietro la scrivania di una megacorporazione galattica, alle prese con bilanci, contratti da firmare e da portare a termine, in un crescendo di consegne e conseguenti introiti. Il titolo gestionale sviluppato da Coronado Games non si presenta come il non plus ultra dell’azione e del dinamismo, ma a conti fatti non è nemmeno quello il suo scopo, ravvisabile piuttosto nel gusto di una opulenta e attenta supervisione e proliferazione della propria azienda, dinamica che, purtroppo, viene azzoppata da una serie di errori di design e fasi lente come un romanzo russo di metà ottocento. 
Futuro remoto
Starship Corporation è ambientato in un futuro lontano, eppure al suo avvio sono stato catapultato indietro di almeno un ventennio, grazie ad un caricamento iniziale inspiegabilmente lento. Come si suol dire, il buongiorno si vede dal mattino che, nel caso del titolo in questione, è un po’ come fare colazione e scoprire di essere senza biscotti e caffè, tentare di fare la doccia e non avere l’acqua calda, per poi perdere infine il treno: il menù iniziale è un tuffo nel passato, ma privato di quel piacevole senso di nostalgia, in cui rimangono solo tristi e fredde voci, accompagnate da uno sfondo che pare uscito dal primo photostock mai inventato dall’uomo, mentre in sottofondo risuona la space random track N°3. Il valore aggiunto di Starship Corporation non è di certo ravvisabile nella componente grafica o in quella audio: in fin dei conti, chi si avvicina a questi genere di giochi di nicchia sa che non andrà incontro all’ultima trovata in fatto di tecnologia, ma quello che cerca è soprattutto una profonda sfaccettatura del gameplay, meccaniche ben ramificate e su cui avere un pieno controllo, elementi in cui il titolo sviluppato da Coronado Games si difende abbastanza bene, almeno sulla carta. Le due modalità principali sono la campagna in singleplayer, suddivisa in missioni dalla portata crescente, e la classica partita sandbox, in cui gestire secondo le proprie direttive un’azienda sempre più importante nel mercato intergalattico. Quale che sia la vostra scelta, il punto di partenza obbligatorio è però il tutorial, componente in cui Starship Corporation mostra tutta la sua complessità, attraverso però una serie di lunghi spiegoni – ovviamente tutti in inglese – non solo fin troppo prolissi, poco dinamici e frammentati, ma anche scarsamente intuitivi, in cui mancano ad esempio le giuste evidenziazioni sulle parole chiave. Nonostante questi nei, il tutorial risulta esaustivo e completo e nulla viene lasciato al caso.
Brugole fra le galassie
Prendere confidenza con tutte le parti del gioco non è affatto semplice e, come spesso accade in questi casi, la strada migliore è quella di testare sulla propria pelle gli effetti delle singole voci e menù, per vedere i risultati ottenuti, percorso però poco agevole a causa di un’inutile ermeticità insita in ogni pannello. Che si tratti della mappa di gioco – un’immagine statica in 2d di una spoglia galassia in cui si muovono icone molto stilizzate – o che si tratti del pannello delle ricerche o quello inerente ai contratti o alla costruzione di nuovi astronavi, tutto è avvolto in un alone di mistero, perché semplicemente mancano quei piccoli indizi che semplificano la vita e la ricerca in un crescendo di menù e sottomenù in cui è davvero troppo facile perdersi. Per proliferare nello spazio, l’azienda ai propri ordini ha vari modi per aumentare i suoi introiti: ramificando le rotte lungo i sistemi sparsi in tutto l’universo, verranno evidenziate le aree in cui sono presenti asteroidi e quindi minerali, zone presidiate dai pirati e si avrà soprattutto accesso a contratti di vario tipo sui singoli pianeti, come la consegna di un nuovo modello di astronave, oppure mansioni degne del più classico fattorino spaziale o, ancora verrà chiesto di ripulire una determinata zona dagli asteroidi o dai corsari interstellari. Al di là del compito scelto, tutti questi obiettivi hanno però come punto di partenza sempre la costruzione di navi spaziali che soddisfino i requisiti necessari, compito non proprio facilissimo date le indicazioni in cui non è così semplice ritrovarsi. Il vero cuore di Starship Corporation è proprio questa officina virtuale di assemblaggio, fase in cui l’opera è anche maggiormente riuscita, grazie ad un’infinità di ponti, computer, motori di bordo, membri dell’equipaggio, sistemi di raffreddamento e tanti altri componenti che fanno sentire il giocatore un vero meccanico fra le galassie. Come in molti altri punti, anche in questo caso occorre però sottolineare la poca usabilità dell’interfaccia, mentre decisamente più intuitiva è la planimetria della nave, i cui ponti sono state divisi in minuscoli poligoni su cui è immediato trovare il corretto spazio per i singoli componenti di bordo. Ovviamente, quasi superfluo da dire, anche queste sezioni sono composte solo ed esclusivamente da schermate in 2d statiche. 
Fatal error
Dopo aver soddisfatto i requisiti e connesso tutti i componenti – sono molto comodi gli avvisi su ciò che manca e su ciò che è scollegato – il momento dell’assemblaggio si conclude con il test della nave, eseguibile sia attraverso delle fasi vagamente da strategico in tempo reale, sia in modo del tutto automatico. Purtroppo, la parte della gestione in tempo reale del proprio equipaggio si è rivelata piuttosto poco ispirata, debolezza che in molti casi suggerisce implicitamente di affidarsi all’autoresolve per portare a termine le missioni. Per dare un certo senso di progressione, non manca ovviamente il sistema di ricerca delle nuove tecnologie, non distribuito a mo’ di albero, ma sviluppato seguendo un lungo elenco, in cui è possibile assegnare le risorse economiche per sbloccare nuovi componenti per le navi, oppure bruciare i tempi e comprare direttamente ciò che serve. Mappa interstellare, menù delle tecnologie, gestione degli equipaggi e officina di assemblaggio: le sezioni sono molteplici, solo che per passare attraverso queste non si accede a dei pannelli rapidi a comparsa, magari posizionabili a piacere lungo tutto lo schermo, ma ogni componente richiede un caricamento, non lunghissimo, ma che comunque azzoppa un ritmo già di per sé molto rilassato. Starship Corporation è un titolo pensato per chi non ha paura di sbattere il muso contro delle interfacce austere e poco chiare, ma che , al contrario, è pronto a superare una barriera d’ingresso piuttosto ardua per appagare la sua sete da spietato capitalista fra le stelle. Anche il più freddo calcolatore amante del profitto rischia però di lasciare arrugginire la propria corporazione a causa dei problemi che ancora affliggono il titolo, nonostante i lunghi mesi passati in accesso anticipato: non è raro infatti imbattersi in crash inaspettati o salvataggi corrotti, senza poi contare caselle di testo che si sovrappongono.

– L’assemblaggio delle navi funziona

– Gameplay profondo e stratificato

– Tutorial lento ma funzionale

– Interfacce poco intuitive

– Grafica e componente audio anonime

– Ancora troppi bug

– Tanti, troppi caricamenti

5.0

L’idea alla base di Starship Corporation non è malvagia e anche l’ossatura complessiva del gioco sostiene il cuore dell’esperienza, perché, nonostante la macchinosità delle operazioni, la costruzione di navi sempre diverse e in grado di soddisfare i contratti sparsi in tutta la galassia funziona e sicuramente risulta gradevole agli appassionati dei gestionali. Peccato però che tutto il contorno sia decisamente indigesto, a partire da una presentazione estetica davvero poco ispirata, anche accettando una grafica semplice e ridotta all’essenziale, passando poi per una traccia audio che si ripete senza sosta in sottofondo, delle interfacce mal disposte, lenti e continui caricamenti e, ciliegina sulla torta, il titolo è ancora poco stabile a causa di errori fatali che compromettono la buona fruizione dell’opera.

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5