Anteprima

Splinter Cell: Blacklist Multiplayer

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a cura di LoreSka

Risolti i problemi tecnici che ci avevano impedito di testare le componenti multigiocatore di Splinter Cell: Blacklist nel corso della precedente anteprima, Ubisoft ci ha invitati nei suoi studi milanesi per una sessione multiplayer, nella quale abbiamo testato sia la componente coop che la tanto desiderata modalità Spies vs. Mercs, nelle sue due iterazioni.
Il nostro test si è aperto con la modalità cooperativa in due diverse missioni. La prima missione era una cosiddetta coop-only, uno dei livelli di Blacklist giocabili esclusivamente con un compagno. Per la verità, si tratta della modalità cooperativa meno comune nel gioco, in quanto la maggior parte delle missioni per giocatore singolo può essere rigiocata in compagnia. In ogni caso, la presenza di una mappa coop-only ci ha permesso di individuare immediatamente quali siano i punti di forza e di debolezza di questa modalità.
Se stiamo insieme ci sarà un perché…
Nelle missioni pensate per essere giocate in cooperativa la disposizione dei nemici è studiata al fine di spingere i giocatori a collaborare. Ad esempio, nella sequenza iniziale della nostra missione ci siamo trovati a scendere una parete rocciosa, per ritrovarci perpendicolarmente sopra la testa di due sentinelle. È bastato coordinarsi a voce con il compagno per lanciare il proprio attacco in maniera coordinata e precisa, ottenendo un’eliminazione pulita e invisibile dei due bersagli. Dopodiché, abbiamo tentato un approccio frontale, fallendo miseramente per almeno due volte. Ci è apparso subito chiaro che la strada migliore da seguire prevedeva una momentanea separazione; più banalmente, abbiamo optato per la tattica di fama hollywoodiana “tu vai a destra, io vado a sinistra”. E, perdiana, ha funzionato alla grande. Il nostro compagno ha prontamente eliminato una guardia di pattuglia, e mentre le altre guardie venivano attirate dal fracasso, noi abbiamo potuto agilmente giungere alle loro spalle e mettere a tacere per sempre il chiacchiericcio in lingua araba.
Poco più avanti, un cecchino armato di fucile con puntatore laser osservava con attenzione uno stretto passaggio sotto un ponte, sul quale si trovava un convoglio che dovevamo fare saltare in aria. In questo caso il nemico ci ha scoperti, e si è aperto un intenso scontro a fuoco. Il vero problema, però, era rappresentato dal cecchino, che ci impediva qualunque spostamento in avanti. Anche in questo caso, la presenza di un compagno si è rivelata provvidenziale: abbiamo chiesto un po’ di fuoco di copertura, e appena il cecchino ha spostato il suo puntatore laser verso il compagno, siamo giunti a distanza di tiro e lo abbiamo eliminato senza troppe difficoltà.
La seconda missione, invece, era tratta da una fase giocabile anche in single player, che avevamo provato al precedente evento di preview. La differenze, in questo caso, erano date dalla possibilità di attivare un percorso alternativo, che ci ha permesso di giungere alle spalle del nemico evitando una lunga sezione in cui ci si trovava costantemente alla mercé dei terroristi.
In qualche modo, questa seconda sotto-modalità ha messo a nudo alcune problematiche del gioco in cooperativa: Splinter Cell: Blacklist giocato in compagnia assume una connotazione più rapida, con una leggera tendenza a spostarsi verso l’action. In breve, una sezione di livello che ci aveva richiesto una buona mezz’ora in modalità single player è stata risolta in poco più di 7 minuti in compagnia. Il tutto cercando un approccio volutamente tendente allo stealth, con la sensazione che – se avessimo optato per qualcosa di più diretto – probabilmente la difficoltà sarebbe calata. Inoltre, è praticamente impossibile giocare in compagnia senza parlarsi: sarà meglio preparare le proprie cuffie e microfono o invitare un amico per una sessione in locale, perché senza dialogare è davvero improponibile portare a termine un livello. Quest’ultimo non è certo un aspetto negativo, ma sarà meglio trovare un amico che condivide la vostra stessa filosofia di gioco, al fine di non ritrovarsi a giocare una partita d’azione quando si vorrebbe un approccio più silenzioso, o viceversa.
Spie contro mercenari
Per quanto concerne il multiplayer, la modalità Spies vs. Mercs è un ritorno più che gradito. Abbiamo potuto verificare di persona perché i fan desiderassero così tanto il ritorno di questa modalità: è ancora dannatamente divertente. Spies vs. Mercs Classic ricalca in tutto e per tutto il precedente capitolo: un 2 contro 2 con due turni da dieci minuti ciascuno, in cui le spie devono hackerare tre diverse postazioni e restare nell’area per almeno un paio di minuti, mentre i mercenari – armati di torcia e fucile – danno loro la caccia. A fine turno si invertono le classi, le spie diventano mercenari e viceversa. Prima si è gatto, poi si è topo: un’idea semplice ma che funziona a meraviglia.
La modalità Blacklist di Spies vs. Mercs, invece, è un 4 contro 4 su mappe più grandi, con la possibilità di selezionare delle sotto-classi con diversi loadout. Purtroppo nella nostra build avevamo a disposizione soltanto uno dei tanti loadout disponibili, e in questo caso abbiamo avuto qualche difficoltà, in quanto la sotto-classe del nostro mercenario non era di nostro gradimento.
Eppure, la sensazione dopo una sessione di gioco di circa un’ora è che il gioco sia leggermente sbilanciato a favore delle spie. Entrambe le partite – sia in modalità Classic che Blacklist – si sono concluse con un pareggio, ma nella modalità Blacklist è risultato quasi impossibile scovare le spie nelle mappe, evidentemente troppo grandi per il nostro team (purtroppo, anche la modalità Blacklist è stata giocata in 2 contro 2). Confidiamo in un maggiore bilanciamento in un vero 4 contro 4.

– Spies vs. Mercs è sempre molto divertente

– La cooperativa richiede coordinazione e un po’ di tattica

– Missioni multiplayer ben studiate

Splinter Cell: Blacklist ci aveva lasciato una buona impressione al precedente evento di preview, e questa sessione in multiplayer non fa altro che confermare i nostri sentori. Il gioco, come abbiamo già affermato, non fa certo gridare al miracolo da un punto di vista tecnico, e l’intelligenza artificiale dei nemici è tutt’altro che immacolata. Eppure, ancora una volta, siamo stati felici di provarlo, e non vediamo l’ora di rimetterci le mani sopra. La prossima volta, però, sarà per una analisi con voto. Quella volta, caro Sam, si farà sul serio.

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