Recensione

Shadow of The Colossus

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a cura di Alastor

In origine era NICO, seguito di ICO, primo capolavoro dell’affiatato duo Fumito Ueda/Kenji Kaido. Oggi, invece, è Shadow of The Colossus, ma non è il seguito delle vicende di ICO e dell’eterea Yorda. I due celebri designer Sony, a più di quattro anni dal loro esordio, tornano con un nuovo, insolito titolo, che, pur non essendo il sequel di ICO, ha molti punti in contatto con la precedente poesia Made in Sony, che lo rendono, agli occhi di noi videogiocatori, quasi il seguito spirituale dell’indimenticabile ICO… SOTC, proprio come ICO, è un titolo minimalista: pochissimi istanti di dialoghi, pochissimi personaggi protagonisti della storia, una giocabilità “ripetitiva” e profonda al tempo stesso, una trama estremamante basilare, intrisa però di profondi significati diversamente interpretabili. E’ palese quindi che Shadow of The Colossus è un titolo difficile da giudicare con una minima parvenza di utopistica oggettività. E’ un’esperienza tale da poter essere recepita da diversi giocatori in maniere diametralmente opposte: a ben vedere, è proprio questa sua diversità il suo più grande limite. Nonostante la particolarità del progetto, cercheremo di analizzare SOTC in ogni sua sfaccettatura, per fornire un quadro completo del nuovo capolavoro Sony.

Il coraggio può muovere le montagneUn eroe, il vagabondo, giunge in una terra dimenticata dal genere umano, motivato più che mai a riportare in vita una ragazza, vittima di un inesorabile sacrificio. Una volta giunto all’arcano Tempio, Wanda appoggia la ragazza su un imponente altare: all’improvviso, nella sala tuona una solenne voce: Dormin, l’enigmatica divinità, promette il risveglio della ragazza. A una condizione però. Wanda, la cui arma più efficace è la determinazione, ha il compito di uccidere sedici colossi, unici abitanti di quelle lande desolate: solo portando a compimento questa missione potrà riportare indietro la fanciulla. Impresa impossibile? Certamente, ma la motivazione di Wanda è forte. Forse troppo. E’ questa la sua unica, vera, arma. Però, forse, la portata di tale impresa è troppa per il ragazzo, spalleggiato dal cavallo Agro, silenzioso ma fondamentale compagno di viaggio. Ma nulla fermerà Wanda. L’inizio di SOTC è questo. Un esordio caratterizzato, come tutto il resto del gioco, da brevi dialoghi, panorami di strabiliante carica artistica, un’espressività di incredibile impatto emotivo. E’ inutile fornire ulteriori dettagli a proposito della trama, ma basti sapere che, proprio come in ICO, gli sceneggiatori hanno costruito una storia dalla disarmante semplicità che nasconde profondi e affascinanti rimandi a miti e leggende, nonchè alla sfera religiosa. Dietro ogni più semplice sequenza si celano i più disparati significati, che permettono una diversa interpretazione delle vicende del gioco: è proprio questo l’aspetto di maggiore fascino, ovvero “l’indeterminatezza” di ogni singolo attimo della narrazione, che lascia volutamente all’immaginazione del giocatore molti aspetti della trama. I collegamenti con ICO poi, danno un valore aggiunto alla componente narrativa, estremamente affascinante e davvero magica.

Sfide colossaliIl gameplay di Shadow of The Colossus è originalità pura. La semplicità e la ripetitività sono caratteristiche portanti della giocabilità del titolo, basato su un’inesorabile routine: la ricerca di tutti e sedici i colossi parte sempre dal Sacrario del Culto, l’imponente altare da cui ha inizio l’impresa del giovane Wanda: da qui bisogna spostarsi nelle diverse locations della sconfinata mappa alla ricerca dei custodi dell’incredibile potere. Nella ricerca dei colossi la Spada Antica è la vera protagonista: alzando l’arma al cielo tramite il tasto cerchio, infatti, la luce riflessa dalla Spada, nel punto di massima concentrazione, ci indicherà il punto in cui si trova il gigante da abbattere… Con Agro, il silenzioso cavallo e unico mezzo con cui spostarsi per quelle vergini e desolate terre, sarà possibile eseguire molte azioni, come alzarsi sul dorso del destriero, oppure sporgersi da un fianco del cavallo durante la corsa: una volta arrivati nel luogo in cui il colosso si è risvegliato, la battaglia avrà inizio, e, con essa, il momento più divertente di Shadow. I colossi, dalle dimensioni ovviamente colossali (!) rappresentano a tutti gli effetti un livello nel livello: ovviamente non vi rivelerò alcun dettaglio riguardante le battaglie con i colossi, l’elemento cardine del gameplay. Non a torto si potrebbe definire SOTC quasi un Action strategico, poichè, per abbattere i colossi, sarà fondamentale ragionare a lungo, per riuscire ad elaborare una strategia efficace: che siano giganti barbuti, cavalli di roccia, serpenti delle sabbie, i colossi hanno tutti dei punti deboli, rappresentati da zone circondate da un’aura azzurra; il bello è che per raggiungere i punti deboli di ogni colosso, la strategia da utilizzare sarà sempre diversa, per niente simile a quella da impiegare contro un altro colosso. La difficoltà aumenterà di battaglia in battaglia, ma il gioco non proporrà mai situazioni impossibili da risolvere o al limite della frustrazione. Le armi a disposizione di Wanda sono la già citata Spada Antica e l’ arco (le cui frecce sono infinite): questa seconda arma sarà il più delle volte utile per attirare l’attenzione del colosso, ma non solo. Incredibilmente spettacolari sono le fasi di scalata del colosso, del tutto simili a un vero e proprio Platform, in cui la prontezza dei riflessi e un’oculata pianificazione della strategia sono tutto: infatti, l’indicatore circolare della stamina cala pian piano che si effettuano svariate azioni come saltare o tenersi aggrappati alla pelliccia del colosso; di vitale importanza è riuscire a saper dosare i tempi. Infatti, consumando la stamina non riusciremo più a stare appesi al colosso (che ovviamente cercherà di scrollavi di dosso mentre voi saltellate su tutto il suo corpo!) e inevitabilmente cadremo al suolo. Le fasi di “presa” del colosso sono sorrette da un validissimo sistema di controllo, che riesce a risultare immediato al giocatore con poca pratica. Qualche problema, invece, lo danno le telecamere: non sempre infatti le inquadrature seguono l’azione dal punto di vista più congeniale per meglio controllare la situazione, ma non parliamo di un difetto esageratamente vistoso; poteva sicuramente essere evitato, ma anche così le battaglie con i colossi sono dei momenti davvero unici e indimenticabili, senza dubbio. Oltre alle fasi di pura azione contro i colossi, anche la tranquilla esplorazione delle incredibili (davvero incredibili, senza dubbio alcuno) ambientazioni in sella ad Agro è un momento realmente coinvolgente: esplorare terre mai toccate da piede umano, mistiche e misteriose nella loro desolazione, accompagnati dal soffio del vento e dai rumori della fauna che popola i boschi, i deserti e le vallate, è una vera esperienza, assolutamente…..diversa. Potrà sembrare strano, ma è probabile che pure voi, giocando SOTC, passerete ore ed ore a girovagare senza meta, per il solo piacere di ammirare paesaggi da fotografia assolutamente mozzafiato. Shadow of The Colossus proietta in una realtà da fiaba, quasi atemporale, dove, anche quando meno te lo aspetti, le emozioni arrivano come dirompenti valanghe, rendendolo non un gioco, ma qualcosa di più, a mio avviso. Una vera esperienza. Che va provata per essere compresa nelle sue più intime sfaccettature. Shadow è il trionfo dell’originalità, assolutamente da premiare, più che mai gradita quando le classifiche di vendita sono occupate dai soliti titoli sempre più uguali a loro stessi. La longevità del titolo è soddisfacente, e una volta terminato il gioco, sarà impossibile avvertire un senso di incompletezza o di insoddisfazione: per completare l’avventura la prima volta si possono impiegare dalle 6-7 ore, giocando davvero spediti, alle 15 ore (e anche più) prendendosela comoda, senza avere nessuna particolare fretta nel terminare la ricerca dei colossi e volendo assaporare ogni segreto celato nelle ambientazioni; non è comunque impossibile arrivare a 20 ore di gioco, che possono comunque essere raggiunte per sbloccare i numerosi extra e per provare le svariate modalità sbloccabili (per esempio il Time Attack).

Il trionfo del sentimentoDal punto di vista estetico, SOTC rappresenta il trionfo dello stile sulla “semplice” forza bruta. Il comparto tecnico, infatti, non è di certo perfetto: intendiamoci, il motore, per quanto ottimo, soffre di rallentamenti, più o meno marcati, e di un fastidioso pop-up che rendono l’azione non sempre piacevole a vedersi. Ma ciò che nobilita oltre misura la grafica del titolo Sony è il suo incantevole lato stilistico, a partire dalla ambientazioni fino ad arrivare all’eccelso e ricercato design di tutti i colossi. E’ sufficiente la panoramica sulla vallata presente nell’introduzione per rimanere a bocca aperta. Ma è inutile commentare a parole ogni singola ambientazione del gioco, che sia l’afosa regione desertica, i boschi dalla luce soffusa, le spaziose cascate o i templi sotterranei; in ogni momento Shadow è capace di affascinare e stupire il giocatore, che non può che rimanere ammaliato da un tale esercizio di stile e da una vera arte poligonale. Nonostante i difetti tecnici sopracitati, il gioco è comunque capace di offrire grandiosi effetti di luce e distorsione; le animazioni, nella stragrande maggioranza dei casi espressive e naturali, raramente sono macchinose o poco fluide; “devastanti” le animazioni di Agro. Più naturali, verosimili e curate non potevano essere. Dal punto di vista grafico, il gran voto, quindi, è giustificato dalla caratura artistica e stilistica del gioco, da premiare a pieni voti, ma non solo: i modelli dei colossi sono anch’essi grandiosi, dettagliati, splendidamente animati e davvero colossali, assolutamente alcune delle cose più spettacolari mai venite fuori dall’affaticato monolite Sony. Assolutamente nulla da eccepire, invece, per il comparto audio: tutto, dai rumori ambientali alle concitate musiche delle fasi d’azione è fuori parametro. Durante le fasi di quiete, l’accompagnamento musicale ricorda ICO, in cui, a onor del vero, una vera colonna sonora, molto semplicemente, non esisteva: infatti, anche in Shadow, nelle fasi esplorative, gli unici suoni che ci accompagneranno saranno i rumori ambientali, come il soffio del vento, i versi degli uccelli o il galoppare di Agro. Nient’altro. E’ una scelta voluta, volta a sottolineare una forte desolazione, la solitudine di Wanda e Agro, proprio come in ICO tendeva a sottolineare la desolazione dell’immenso castello in cui erano imprigionati ICO e Yorda. A differenza di ICO, però, non appena i colossi entreranno in scena, l’accompagnamento musicale cambierà decisamente: musiche incalzanti, dal sapore squisitamente epico, che si adattano splendidamente alle diverse situazioni, divenendo sempre più veloci man mano che la battaglia prosegue, per poi tornrare a melodie lente e rassicuranti dopo il furioso combattimento. Sotto questo punto di vista, il lavoro svolto dal talentuoso team SCEJ è totalmente encomiabile: raramente si è graziati da un sonoro così evocativo, solenne, perfetto.

– Atmosfera unica

– Commovente, romantico, poetico

– Audio sublime

– Grafica ottima

– Concept originalissimo…

-… Per alcuni forse troppo

– Qualche difetto tecnico

– Telecamere non perfette

9.4

Unico. Eh si, Shadow of The Colossus è un titolo unico. A 360°. O si ama o si odia. E’ un gioco silenzioso, atipico, fresco, originale, anticonformista, poetico, intimo, volutamente spoglio, desolato. Gli aggettivi si sprecano. In ogni sua componente SOTC va contro gli stilemi del classico videogioco, proponendo una struttura semplice ma profonda, varia nella sua “ripetitività”: chi si aspetta da SOTC un “normale” videogioco, con dialoghi, filmati, armi e nemici a non finire, rimarrà deluso. Chi invece è alla ricerca di qualcosa di “diverso”, atipico, di un’esperienza unica, troverà in Shadow il suo Paradiso videoludico. L’atmosfera inarrivabile, le sublimi ambientazioni e la colonna sonora magistralmente realizzata fanno di SOTC un titolo dal fascino incredibile, al di là di ogni aspetto puramente soggettivo. La perfezione, però, non è di Shadow of The Colossus: la grafica, per quanto ottima, presenta svariate imperfezioni, e le telecamere non sempre seguono la concitata azione con la dovuta puntualità. Roba di poco conto, però, di fronte alla grande opera quale è Shadow of The Colossus.

Voto Recensione di Shadow of The Colossus - Recensione


9.4