Rogue One: A Star Wars Story

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a cura di YP

Tranquilli, la recensione è priva di qualsiasi tipo di spoiler. Leggetela pure con la massima serenità. Vi ricordiamo anche che è stata riaperta da qualche giorno la sezione cinema, raggiungibile dalla toolbar in alto o dall’indirizzo www.spaziofilm.it.

Sono entrato in sala senza grosse aspettative, ma ricco di Speranza: Star Wars torna a riempire le sale cinematografiche di tutto il mondo circa un anno dopo la sua ultima apparizione, questa volta però non con un capitolo della nuova trilogia, bensì con uno spinoff, probabilmente il primo di una lunga serie. Abbiamo già sottolineato più volte l’importanza di un capitolo a se stante, che ha il compito di espandere ed approfondire piuttosto che di continuare; vi abbiamo anche avvertito della pericolosità di tale operazione, ma anche delle infinite potenzialità. Rogue One è proprio questo: un film dall’alto potenziale, uno Star Wars tanto atipico quanto fedele ai dogmi della serie; lo Star Wars di cui avevamo bisogno.
Speranza
Rogue one si posiziona esattamente prima di EP IV, e racconta come l’Alleanza Ribelle è entrata in possesso dei piani della famigerata Morte Nera, l’arma di distruzione di massa Imperiale. Se da una parte raccontare una storia che in qualche modo è abbastanza prevedibile può essere compito facile, dall’altra richiede necessariamente uno sforzo creativo non indifferente in termini di coerenza storica e ha bisogno anche di qualche spunto originale. La scelta di iniziare questa nuovo filone di spinoff all’interno della saga più famosa del cinema, con questa tipologia di racconto, si è dimostrata una mossa incredibilmente vincente: Gareth Edwards riesce a convincere praticamente in tutto, costruendo con rigore, cura e amore quella che è a tutti gli effetti una missione suicida, un atto di fede disperato da parte di un gruppo di persone che ormai non ha più nulla da perdere. Rogue One ha una fotografia pulita, precisa e comunicativa: la galassia sta andando in malora a causa della tirannia dell’Impero, nessun pianeta e città è al sicuro e si percepiscono le forze Ribelli agire nell’ombra, alla disperata ricerca di un modo per eliminare questa politica del terrore. La parte iniziale del film è di ottima fattura: dal ritmo, alle scelte registiche, alla costruzione del racconto; tutti tasselli perfetti che ci riporteranno con il cuore e con la mente alle atmosfere della prima trilogia, nel bel mezzo della guerra che consumerà interi pianeti e distruggere migliaia di vite innocenti. All’interno di questo contesto disegnato e realizzato con cosi tanta attenzione, faremo la conoscenza della nostra protagonista, Jyn Erso, interpretata dalla bellissima Felicity Jones. Jyn è tutto tranne che un eroe: è una sopravvissuta che dovrà fare i conti con il destino, con il volere della Forza; si ritroverà a combattere contro nemici più grandi di lei, spinta dalla sete di vendetta e di amore nei confronti del padre e della Galassia intera. Rogue one non vuole costruire troppo sui personaggi e sui loro background, è una scelta voluta: la squadra Ribelle protagonista di tutta quanta la storia è un insieme di patrioti, soldati coraggiosi e uomini mossi dalla Speranza. Un improbabile team che lotterà l’uno per l’altro e che non conosce la paura: Edwards gioca anche molto sul fattore emotivo e Rogue One ha dei momenti da brividi. Vi sentirete parte di quest’infinita lotta tra luce e oscurita e proverete empatia più per la causa che per i personaggi.
Ribellione
Se Ep. VII è stato per molti fan una pellicola troppo leggera che trascurava colpevolmente i toni più dark e drammatici della saga, Rogue One è l’esatto opposto: spietato, violento, esplosivo, si concentra molto sulla guerra, sulle sue dinamiche e sulle conseguenze. Ogni scena d’azione è condotta magistralmente, senza esser mai troppo immediata ma al contrario si prende il suo tempo senza creare quel senso di confusione che troppo spesso affligge questa tipologia di sequenze. Certo la parte centrale è un po debole e accresce piano piano la paura che si possa trasformare tutto in un misero flop, per poi spazzare via ogni dubbio nel corso del terzo atto: gli ultimi quindici minuti di film sono una bomba atomica di emozioni, blaster, sorprese e brividi sulla schiena. Rogue One è un war movie che regalerà ai fan delle battaglie spaziali momenti di pura adrenalina, senza mai eccedere, riuscendo a rimanere perfettamente a cavallo fra l’azione incredibilmente ritmata e un eleganza registica non trascurabile. A condire il tutto ci pensano le musiche di Michael Giacchino che riesce ad essere funzionale e soprattutto raffinato nell’utilizzare alcuni spunti della soundtrack principale, creando il giusto mix fra note principalmente evocative ed altre più ficcanti e ritmate.
Forza
Se la peculiarità di Rogue One è anche quella di essere originale e mai scontato, non va dimenticato che fa pur sempre parte di un universo narrativo incredibilmente vasto e che necessita di esser contestualizzato e assolutamente citato. In questo senso c’è molta delicatezza e precisione nell’inserire tanti, tantissimi elementi che riempiranno alcuni “buchi” di trama vecchi di trent’anni; anzi, la storia arricchisce quelle che sono le vicende che seguiranno a questo film e contribuiranno a rendere tutto più chiaro, sensato, bilanciato. I personaggi storici sono gestiti magistralmente e, al netto di una CGI non sempre perfetta e alcune volte forse mostrata più del dovuto, convince e soddisfa i fan più accaniti. Poi c’è Darth Vader. Il cattivo più figo della storia del cinema e che, lo sappiamo, tornerà sul grande schermo molti anni dopo la sua ultima, gloriosa apparizione. Era facile cadere nei cliche, nell’usato sicuro, invece no; la sorpresa più grande è stata trovare originalità nella scelta della gestione del personaggio , con scene meravigliose che vi faranno venire voglia di applaudire e saltare sulla sedia. Insomma senza cadere nello spoiler, Vader è Vader: unico, iconico e utilizzato in modo assolutamente originale; ci era mancato tantissimo. 

Rogue One è una bella storia che valeva la pena raccontare. Uno spinoff che oltre ad espandere, arricchisce: un film spietato, pieno d’azione e emotivamente potente. Nonostante la parte centrale sia leggermente debole e smorzi un po il ritmo, il finale è qualcosa di unico che mai come prima d’ora vi farà alzare dalla sedia e gridare al miracolo. Si incastra con perfezione e maestria tra le vicende di Ep III e Ep IV ed è meraviglioso perché vi darà la sensazione di un unico flusso di storia ed avvenimenti che ora è molto più chiaro e coerente. Insomma è uno Star Wars che vale la pena vedere e che avevamo bisogno di vedere: i più attenti noteranno qualche piccola forzatura di trama necessaria allo sviluppo degli eventi, ma sono piccoli dettagli che non compromettono in alcuno modo l’esperienza e la qualità della storia.

Rogue One è una splendida opera dedicata ai fan della saga, un film che inaugura nel migliore dei modi il nuovo filone di spinoff ambientati nel meraviglioso universo di Star Wars e che in alcuni momenti vi farà tornare indietro nel tempo, a quando eravate ragazzini e vi innamoraste perdutamente di Guerre Stellari.