Recensione

Resident Evil: Revelations, recensione della versione Switch

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a cura di Domenico Musicò

Deputy Editor

Erroneamente visto come il salvatore della serie e come un capitolo che ritornava ai fasti della prima trilogia, Resident Evil: Revelations è il realtà solo un buon gioco. Nel periodo in cui uscì, la stampa e gli utenti erano molto scontenti della direzione che la saga stava prendendo: il quinto capitolo lasciava da parte l’horror per abbracciare i ritmi action che rappresentavano un evidente punto di rottura, e il sesto, da lì a breve, avrebbe poi ricalcato le stesse orme del predecessore, con solo qualche blando elemento di fan service che non servì a risollevare le sue sorti. A posteriori, e per questi motivi, è facile capire come mai il primo Revelations raccolse più consensi di quanto in effetti ne meritasse.

Rivelazioni

Su una console portatile come il 3DS, Resident Evil: Revelations faceva la sua ottima figura. Se c’è davvero una particolarità per cui bisognerebbe ricordare questo spin-off, è certamente la sua grande capacità di ritornare a dei ritmi un po’ più compassati, pur svecchiando quel gameplay che Capcom ha sempre l’impellente bisogno di ritoccare a ogni iterazione. Chi riuscì in quest’impresa allora insperata (visto l’andazzo), fu anche il direttore di gioco, quello stesso Kōshi Nakanishi che ha tenuto le redini di Resident Evil 7. Ne uscì un titolo gradevole, in grado di accontentare parzialmente le schiere di fan che iniziavano – non a torto – a spazientirsi. Dopo aver fatto il grande salto ed essere approdato su console, Resident Evil: Revelations arriva dunque anche su Switch, in coppia col suo poco ispirato seguito. 
Pezzo forte tra i due, e avventura ben più coesa rispetto a quella con protagonisti Claire e Barry, Revelations è ambientato nel periodo che intercorre tra Resident Evil 4 e Resident Evil 5, poco dopo la nascita della BSAA. Dopo averci resi testimoni del disastro di Terragrigia ad opera dell’organizzazione bioterroristica Veltro, il gioco si sposta su Jill e Parker, che vengono inviati da Clive O’Brian alla ricerca degli altri due agenti dispersi: Chris Redfield e Jessica Sherawat. L’ultima loro posizione conosciuta è la nave da crociera chiamata Queen Zenobia, al centro del Mediterraneo e, neanche a dirlo, vero e proprio teatro degli orrori in cui gli utenti dovranno districarsi per sopravvivere. 
Revelations ha una struttura a episodi, pur essendo in realtà composto da una campagna fruibile in un’unica soluzione (a differenza del suo seguito, uscito inizialmente a puntate); enfatizza la componente survival ed esplorativa a discapito dell’azione pura; offre meno possibilità di movimento e meno risorse rispetto ai capitoli principali della serie, che in quel periodo dimostravano quanto Resident Evil si fosse trasformato in qualcosa di profondamente diverso.

L’approdo su Switch

Non tutto funzionava alla grande in Resident Evil: Revelations. Alcune meccaniche inconsistenti e poco approfondite minarono l’ambizione dell’opera, e la struttura tutto sommato semplicistica non riuscì a fargli fare quel salto portentoso che al gioco serviva. D’altra parte, il titolo arrivò inizialmente su 3DS, e per quella piattaforma fu quasi un’autentica benedizione. 
Il passaggio a Switch rimane comunque un’operazione felice, a ben vedere adatta a una console che sa qual è la sua dimensione e che riesce a passare con disinvoltura da portatile a fissa. Ci riesce anche Revelations, scalando agevolmente da 1080 a 720 e mantenendo i 60 fps in maniera sempre piuttosto stabile, regalando di fatto una buona conversione agli utenti Switch. Considerando che si tratta di un gioco più vecchio e con un motore grafico più arretrato rispetto a Revelations 2, facendo un confronto proporzionale va detto che fa addirittura una figura migliore.
Anche qui è presente un minigioco inedito, per la verità molto meno interessante rispetto all’omaggio a Ghost n’ Goblins che fa Revelations 2. In Ghost Ship Panic dovrete infatti muovere un semplice mirino a crocetta e tentare di uccidere tutto ciò che verrà giù dalla parte alta della schermata, con alcuni nemici speciali che necessitano di più munizioni per essere sconfitti. Mentre il tempo scorre e lo sfondo volutamente “pixelloso” accompagna la vostra missione, dovrete totalizzare il miglior punteggio possibile. Niente di troppo rilevante, insomma, ma si tratta pur sempre di una gradevole aggiunta. Anche qui, qualora foste amanti del motion control, è possibile affidarsi ai movimenti dei joycon per annientare i nemici.
È ovviamente presente la modalità Raid, chiaramente più votata all’azione, dove uno o due giocatori (anche in split screen) dovranno aprirsi la via tra mostruosità assortite all’interno di alcuni scenari selezionati dalla campagna in singolo. Una volta aver fatto del vostro meglio, sarete ricompensati con dei crediti da spendere per acquisire armi migliori e poter così affrontare le prossime sfide. 
Se per qualche motivo avete saltato tutte le versioni di Revelations e non siete mai riusciti ad avvicinarvi a questo spin-off, probabilmente è arrivato il momento di farlo e godervi la vostra “idilliaca” crociera a bordo della Queen Zenobia.

– Un po’ più survival e leggermente meno action del solito

– Buona storia a cavallo tra RE 4 e RE 5

– È un porting che funziona e aggiunge un minigioco e il motion control

– L’incosistenza di alcune meccaniche risulta evidente

– Varietà dei nemici non esaltante e struttura semplicistica

– Conduzione di gioco con alti e bassi

7.5

Resident Evil: Revelations, come la tradizione di Capcom impone da qualche anno, si presenta nella sua ennesima versione, stavolta per Switch. Nato su 3DS e approdato su console casalinghe, su Switch si presenta con una buona conversione, capace di adattarsi alle caratteristiche della macchina su cui gira. Sebbene non sia da annoverare tra i migliori capitoli della saga, risulta essere migliore, in tutto, rispetto al suo claudicante seguito. I due titoli, qui in Europa, sono al momento disponibili solo in versione digitale.

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7.5